In Francia.il collettivo “Sessualità e Handicap” negli ultimi mesi si è molto impegnato per favorire la possibilità dell’assistenza sessuale per le persone portatrici di handicap, soprattutto curando la preparazione di professionisti: non è forse legittimo il diritto al piacere? Risponde alle nostre domande Marie-Christine Marguet, consulente coniugale e familiare al CLER.

Cosa pensa lei di questa riflessione: “le persone handicappate hanno diritto ad una loro vita sessuale: perché privare di questo piacere proprio loro che sperimentano già tante frustrazioni?”
Tutta la nostra società oggi fa suo il modello “esibizione-eccitazione”. L’idea che la sessualità è un fondamentale diritto porta a credere che l’esercizio della sessualità sia il solo mezzo per appagare le tensioni per vivere il piacere, e addirittura per giungere alla felicità alla quale tutto il nostro essere aspira.

Se la sessualità è una componente naturale dell’essere umano, essa è anche una realtà complessa fatta di vari desideri che non si limitano alla sola genitalità. Sì, ogni essere umano ha diritto di essere ricono sciuto nei suoi desideri profondi di tenerezza, di attenzione, di rispetto, di rapporti, di piacere sessuale e di trasmissione della vita, elementi sostanziali della sua dignità che va salvaguardata a qualunque prezzo.

Tuttavia quando si segue da vicino una persona, non è facile scoprire la realtà del suo desiderio profondo e spesso rischiamo di interpretare queste sue aspirazioni attraverso i nostri personali criteri di giudizio. È cosa certa che attraverso l’eccitazione sessuale la persona segnali soltanto il desiderio di un’unione sessuale? Una rapida risposta a pagamento, come quella dell’assistenza sessuale, rischia di creare una frustrazione ancora più distruttrice dimostrando a quella persona che per lei è impossibile vivere completamente le complesse relazioni con gli altri alle quali aspira profondamente.

Dato che oggi si è resa l’unione sessuale indipendente dalla fecondità non sarebbe altrettanto legittimo separare il piacere della sessualità dalla relazione d’amore?
Il problema è proprio questo! È possibile pensare che una persona possa riassumersi nei suoi organi genitali? La vera vocazione di un essere umano è quella di trovare soddisfazione in un rapporto esclusivamente fisico e genitale? Non equivale questo ad adattarsi ad un modo di essere esclusivamente istintivo e disumanizzante? Non è il piacere sessuale che rende felici, questo è certo! Ciò che permette il fiorire della persona e le procura serenità, è l’essere felici e rendere felici gli altri. Consiste nel vivere nella confidenza una relazione all’interno della quale ognuno dei due conta e può esprimere il suo attaccamento, condividere quello che per lui è importante, sentirsi apprezzato, scambiarsi la tenerezza.

In questa situazione la sensualità acquista tutto il suo senso, diviene linguaggio d’amore e la gioia fisica si associa alla felicità di essere uniti nel tempo dall’affetto, dai comuni progetti. Tutto questo va costruito e richiede del tempo. Altrimenti c’è il rischio reale della rovina per quelli che sono stati traditi o trattati come oggetti. Sul piano morale è l’Uomo stesso che in nome della sua dignità rifiuta di essere ridotto alle sue pulsioni. Lasciar credere a qualcuno che è meglio accontentarsi di un piacere sessuale ottenuto con l’aiuto di un professionista sarebbe come proporre una pallida imitazione di quel diamante che lui non avrà mai la possibilità di ottenere. Significherebbe semplicemente dirgli che lui o lei non può sperare di vivere qualcosa di unificante, di bello, nel campo dell’amore, a causa del suo handicap. E questo è un messaggio svalorizzante per l’individuo e distruttore di speranze.

Ciò che permette il fiorire della persona e le procura serenità, è l’essere felici e rendere felici gli altri.

In mancanza della relazione coniugale che lei descrive, la masturbazione può essere considerata un sollievo?
L’abitudine alla masturbazione è molto frequente tra le persone handicappate e costituisce una risposta alla noia, all’angoscia, alla tensione, all’eccitazione legata ad una situazione un’immagine, un film, una canzone. La ricerca del piacere attraverso l’autostimolazione è un atto privato che necessita di uno spazio privato per rispetto di sé e degli altri.

È importante ricordare alla persona il rispetto della sua intimità e ricordargli che la legge proibisce di mostrare in pubblico i propri organi sessuali perché questo turba le persone che lo circondano. Il piacere sessuale è legato alla gioia fisica per l’eccitazione delle zone erogene ma anche allo scambio di piacere che si riceve e si procura al partner.

Sotto questo aspetto la masturbazione può essere ingannevole e può creare un un senso di angoscia per la solitudine, che porta a ricorrere nuovamente alla ripetizione dell’atto fino a trascinare ad una sorta di “compulsione” che imprigiona la persona in un circolo vizioso.

Sì, ogni essere umano ha diritto di essere riconosciuto nei suoi desideri profondi di tenerezza, di attenzione, di rispetto, di rapporti, di piacere sessuale e di trasmissione della vita, elementi sostanziali della sua dignità che va salvaguardata a qualunque prezzo.

È dunque indispensabile sorvegliare per favorire relazioni e attività, per limitare il tempo dell’ozio e dare occasioni per far scoprire altre forme di piacere che permettono soddisfazioni e serenità. Mi sembra che imparare ad occuparsi del proprio corpo per apparire sempre più esteticamente piacevoli, praticare attività fisiche come la danza che sviluppa anche la relazione di gruppo, o lo judo che permette di confrontarsi con il corpo dell’altro con limiti e regole, utilizzare le proprie capacità musicali o ritmiche, tutto questo, mi sembra, ripeto, favorisca incontri e relazioni amichevoli. Tutta questa serie di piacevoli attività permette alla persona di fiorire, gli evita il ripiegamento su se stesso e la sofferenza dell’isolamento che possono portarlo alla masturbazione.

“Ciò che avviene nella camera da letto non riguarda nessuno” Fino a che punto bisogna rispettare l’intimità della persona? È ammessa l’ingerenza nella sua vita sessuale?
Si definisce intimo tutto ciò che riguarda la vita privata delle persone. E di questa gli educatori sono molto spesso al centro, per quanto riguarda le informazioni sulla famiglia, sulla corrispondenza, sulla salute, sulle amicizie. La loro discrezione è quindi fondamentale per permettere alla persona loro affidata di distinguere l’ambito pubbli co da quello che costituisce la sua intimità. Il loro ruolo è prioritario per l’informazione sui rischi e gli inganni della sessualità, meglio se accompagnato da assistenza sanitaria (prevenzione di gravidanze e di infezioni trasmissibili sessualmente).

La camera da letto è sicuramente uno spazio privato, ma rientra nella responsabilità degli educatori che questo spazio non sia violato. Chi entra lo fa su invito della persona o in seguito ad un accordo stabilito con lei? La persona è in grado di ottenere il rispetto per la sua intimità nei confronti di qualcuno che vuole entrarvi senza essere desiderato? In questo campo è importante che il ruolo dell’educatore si accordi con il regolamento interno e con le scelte stabilite dall’istituto. È altrettanto importante far capire alla persona che i suoi desideri sono naturali e legittimi ma che si devono confrontare con il desiderio dell’altro: di conseguenza non si può fare tutto ciò che si desidera. D’altra parte si dà il caso che alcuni nostri desideri possano essere nefasti nelle conseguenze (come mangiare zucchero quando si è diabetici) e in quel caso si è obbligati a vivere una penosa ma salutare frustrazione.

Accade lo stesso nel campo della sessualità. Poter parlarne con semplicità, essere capiti e riconosciuti nei propri bisogni, e insieme accompagnati per vivere i propri limiti quali essi siano, dà un grande sollievo: la persona non si sente più sola ma legittimata nei suoi desideri, rispettata e guidata a capire quanto accade. Così accompagnata diviene autore della sua esistenza. E alla fine troverà sostegno nella fiducia che noi abbiamo nelle sue possibilità.

Intervista di M.V.P.

Ombres et Lumiére n.172

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Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.110

Sommario

Editoriale

Il suo primo grido fu di gioia di M. Bertolini

Dossier: L’incanto della natura

Mangiar sano, dormire bene e… natura! a cura di C. Tersigni
Cani, pony e leoni marini a cura di C. Tersigni

Dibattito

Desideri di tutti
È legittima l’assistenza sessuale per le persone con handicap? Intervista di M.V.P. da O&L 172
Il giardino dei desideri estratto da “Un Volo di Farfalla”

Alti articoli

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Lo sapevate che…?
Silenzio di Penablù
Dialogo Aperto
Inizio dell’Anno della Tigre di P. Marazzi

Libri

La Terza Nazione del Mondo, M. Schianchi
Cortocircuito, E. G. Belotti
Sembrava impossibile, M. Bertassa
Sotto cieli noncuranti, B. Cibrario

È legittima l’assistenza sessuale alle persone handicappate? ultima modifica: 2010-06-17T11:01:14+00:00 da Redazione

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