Siamo genitori di un bimbo di 5 anni a cui manca la mano destra, esattamente come a quella presentatrice inglese, Cerrie Burnell, che è stata contestata sulla BBC e così abbiamo pensato di cercare un’intervista che raccontasse un po’ di lei.
Quando siamo stati sul suo sito, nostro figlio è rimasto muto a guardarla e abbiamo pensato che probabilmente rifletteva sull’effetto che poteva produrre sugli altri la sua menomazione, che tra l’altro lui per ora ha portato senza troppi problemi. Ci siamo poi tornati più volte e ormai anche lui non ci fa più caso, perché questo è stato sicuramente un piccolo esercizio di accettazione di sè che si è trovato a fare e, come emerge dall’intervista stessa, è sicuramente salutare per tutti abituarsi ad avere a che fare con l’handicap in tutti gli ambiti, anche in quelli un po’ patinati della televisione. In questo caso si può dire che il mezzo televisivo non solo non è un ostacolo ma addirittura diventa un aiuto nell’avvicinarsi alle cose vere della vita in modo naturale e quindi a crescere, che è ciò che deve stare a cuore a tutti coloro che si occupano di educazione.

Luciano e Maria Sole Bertolini, 2009

Condividiamo con voi l’intervista che Cerrie Burnell ha rilasciato alla BBC nel febbraio di quest’anno

Sei rimasta sorpresa di questo tipo di commenti da parte dei genitori?
No, non mi sono sorpresa perché questo evidenzia le difficoltà che incontrano i disabili in ogni circostanza della vita. Il fatto che io sia sotto i riflettori lo ha portato sotto gli occhi di tutti.

Come ti ha fatto sentire a livello personale?
Devo dire che non è un fatto personale, ma ogni disabile nella mia posizione deve affrontare questo tipo di commenti. Queste cose succedono, ma se tu non sei disabile non te ne accorgi, perciò reputo che questa cosa sia positiva perché in questo modo anche le persone normali si accorgono di questo tipo di problema.

Qualche volta la paura dell’ignoto diventa pregiudizio, se la gente parla di bambini che si spaventano, forse è perché
le persone non hanno confidenza con questo genere di cose. Questo tu lo capisci?

Naturalmente. Io incontro ogni giorno per strada bambini che si sorprendono visibilmente e non penso che sia per paura ma per la necessità di capire, e penso che sia molto spontanea questa reazione, perché questa è la realtà. lo ogni volta impiego un po’ del mio tempo per spiegare al bambino tutto quello che vuole sapere, il perché e cosa è successo, e pochi minuti dopo mi lascia andare.

Tu che cosa diresti ai genitori dei bambini che guardano la tua trasmissione?
Io non so veramente cosa dire ai genitori perché è un fatto molto personale che riguarda il modo di educare e ogni genitore e ogni figlio è diverso…

Ma sicuramente bisogna rispondere a tono…
Sì, ma se il bambino fa domande i genitori devono rispondere cercando di capire bene la natura della domanda. La mia storia è che sono semplicemente nata cosi ma posso fare tutto quello che fanno gli altri. Quello che io farei è usare la domanda come spunto per ulteriori approfondimenti.

Si è mai parlato dietro le quinte del tuo problema e di cosa fare a riguardo?
No. Perché io ho fatto il colloquio di lavoro presentandomi cosi come sono. Mi sono diplomata sette anni fa e già da allora ho deciso di non portare protesi. Ci sono attori che portano protesi e questa è la loro scelta, mentre per me sono inutili e non ho sentito la necessità di usarla nei diversi ruoli che ho ricoperto come attrice.

Quindi più vediamo persone disabili e ci abituiamo, e parlo anche per i bambini, e meno ci stupiremo in futuro. Certo non siamo ancora abituati a vedere talenti disabili in TV e questo potrebbe essere l’inizio di una nuova epoca.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.106

Sommario

Editoriale

Il coraggio di osare di Mariangela Bertolini

Dossier: Il coraggio di osare

Piccoli passi in sicurezza di Comunità Tau di Arcene
Clown “Cicciola” di C. Tersigni
Dimitri, il teatro fra sogno e progettualità di T. Guerrisi
Vivere i miei limiti nella verità di A. e M. C.Taurine
Nomen omen di Redazione
Eppure splende il sole di N.B.
Sotto i riflettori, sempre senza protesi Intervista a Cerrie Burnell di L. e M. S. Bertolini

Altri articoli

Sotto l’ombrellone, per grandi e piccini di T. Mazzarotto, A. Floris
Coralmente. Le voci dell’anima di L.Nardini
Ritardo mentale nelle malattie genetiche: la ricerca di una possibile cura
Rosa di Pennablù

Rubriche

Dialogo Aperto

Libri

Il resto (parziale) della storia, C.De Angelis e S. Martello
Amore caro, C. Sereni
Quel puntino un po’ sfrangiato, G. Martino

Sotto i riflettori, sempre senza protesi, intervista a Cerrie Burnell ultima modifica: 2009-06-10T10:05:04+00:00 da Redazione

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