Mi presento: sono Maddalena, una capo dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (FSE). Ho cominciato la mia vita scout come Coccinella, nel 1972:potete immaginare quanti anni ho. Sono Sposata con Roberto, anche lui con un’esperienza scout e di capo FSE.
Il nostro matrimonio è stato benedetto con l’arrivo di due figlie: Veronica, che ora ha 18 anni, e Maria, che ne ha 13, e che ha la Sindrome di Down.
Da quando è nata Maria, il nostro impegno nell’ambito del volontariato si è concentrato verso una associazione che si occupa di disabilità intellettiva e relazionale (ANFFAS),presente nella nostra città; attualmente Roberto è il presidente.
Nel 2003, durante l’EuroJam in Polonia, in un colloquio con alcuni capi FSE , abbiamo maturato l’idea che un’associazione scout doveva dedicare una maggiore attenzione all’inserimento dei ragazzi disabili nelle proprie unità.
Mi fu chiesto di assumere l’incarico di referente, a livello nazionale, per questa tematica.Negli anni che sono seguiti ho avuto più volte l’occasione di confrontarmi con capi unità che hanno ricevuto, da parte delle famiglie, richieste di inserimento in unità di ragazzi con disabilità diverse.
In Italia, la cultura dell’inserimento sociale è ad un buon livello, per cui è normale vedere bambini e ragazzi disabili presenti nelle classi scolastiche normali. Però, per ciò che riguarda il tempo libero, ovvero le attività sportive o ricreative, non è altrettanto facile,per una famiglia, trovare un ambiente pronto ad accogliere il proprio figlio disabile. Ecco che la richiesta si dirige verso ambiti che,per propria natura, non siano selettivi, masiano piuttosto inclusivi; ed il metodo scout,per chi lo conosce almeno un po ‘, fa venirela voglia di iscrivere il proprio figlio, per fargli vivere questa bella esperienza.
Noi crediamo che lo scautismo possa offrire molte risposte alle famiglie che hanno figli con disabilità; certo, i capi non sono specializzati nell’accogliere le difficoltà del ragazzo, e su questo l’associazione scout deve porre la sua attenzione; tuttavia la specificità del metodo scout, consente di trovare uno spazio per ogni ragazzo, qualsiasi siano le sue difficoltà o capacità, i suoi limiti o le sue abilità.
Ogni capo scout conosce bene le parole di Baden Powell (BP), fondatore dello scoutismo, per il quale in ogni persona c’è almeno il 5% di buono; ed un educatore, qual è un capo scout, ha il dovere di far emergere quel buono. Lo scautismo, che è un metodo educativo, si basa sulla progressione personale. Il ragazzo è quindi stimolato a progredire rispetto a se stesso, e quindi cresce, si migliora, acquisisce abilità secondo le sue capacità e secondo i suoi tempi.
B. P. non parla di disabilità ma di situazionidiverse per ogni persona; scrive: “Le specialità (specifico strumento educativo delloscautismo, ndr) sono uno strumento che, seutilizzato con intelligenza e comprensione, è rivolto a dare speranza ed ambizione ancheal ragazzo più incolore o ritardato, che altrimenti verrebbe rapidamente lasciato indietro nella corsa della vita” (Aids for scoutmastership, 1919).
Quindi, se un capo unità si pone con questo atteggiamento di fronte ad ogni ragazzo,troverà una risposta anche per un ragazzo con disabilità.
Naturalmente il termine “disabilità” racchiude tanti tipi di difficoltà, e certamente non è possibile fornire la stessa risposta a tutti.Per questo, il capo unità non è mai solo a rispondere ad una famiglia che chiede l’inserimento di un figlio disabile: alle sue spalle c’è un Gruppo, col quale il capo valuterà in quale modo è possibile inserire in unità quel ragazzo.
La condivisione delle scelte e delle valutazioni e degli obiettivi va fatta sempre con la famiglia e, se possibile, anche con l’equipe di riferimento che si occupa dei ragazzi disabili con certificazione, al fine di concertare lo sforzo educativo compiuto da tutti gli attori.
Maddalena Fanti, 2009
Da “Lo scout disabile”
“È un traguardo per lei anche sedersi in un cerchio nell’erba insieme alle altre bambine. Lei che la parte sinistra del suo corpo non riesce ad usarla al meglio è riuscita a mangiare, in un’uscita, con due mani un panino masticando da entrambi i lati enon è da poco. Vuole sentirsi uguale alle altre bambine € questo le fa da sprone per conquistarsi piano piano tutte quelle autonomie che non la differenziano dalle altre.” (p.292)
Scoutismo
Lo scoutismo nasce nel 1907 grazie all’inglese |Robert Baden Powell come metodo educativo finalizzato alla crescita dei giovani. In Italia l’esperienza scout si diffonde attraverso diverse associazioni: L’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) e l’FSE (Federazione Scout d’Europa). Portano avanti l’esperienza scout con alcune differenze, per esempio la divisione tra maschi e femmine nell’FSE.
- LUPETTO: Bambino scout dai 6 agli 11 anni che si riunisce nel “Branco” e vive la fase educativa basata sul gioco.
- COCCINELLA: Bambina scout dai 6 agli 11 anni che si riunisce nel “Cerchio” e vive la fase educativa basata sul gioco.
- ESPLORATORI E GUIDE: Ragazzi e ragazzescout dai 12 ai 16 anni riuniti insieme nel “Reparto” nell’AGESCI (separati nelFSE). Vivono la fase educativa basata sull’avventura attraverso uscite in tenda, attività pratiche, acquisizione di competenze specifiche che fanno leva sulle proprie abilità o permettono di acquisirne di nuove.
- ROVER: Ragazzo scout dai 17 ai 22 anni che si riunisce nel “Clan”. Vive la fase educativa basata sull’esperienza del servizio e della comunità. Letteralmente è colui che va in giro e cammina per il mondo.
- SCOLTA: Ragazza scout dai 17 ai 22 anni che si riunisce nel “Fuoco”. Vive la fase educativa basata sull’esperienza del servizio e della comunità.Letteralmente è la guardia preposta a sentinella, il suo compito è ascoltare ciò che sta per accadere.ROUTE: Letteralmente strada (dal latino “Via Rupta” strada aperta, di nuova esplorazione). Momento fondante per il Clan di cammino per più giorni con vita comune e attività insieme.
- CACCIA: Giornata all’aperto vissuta dal Lupetto/a insieme al “Branco”.
- VOLO: Giornata all’aperto vissuta dalla Coccinella insieme al “Cerchio”.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.105
Sommario
Editoriale
Lettera aperta ad una maestra, di M. Bertolini
Scout e disabilità
Un buon modo per crescere di Benedetta
Un ambiente educativo anche per Maria di M. Fanti
Per me lo scoutismo di Alice
Un incontro tra capi di R. Dinale
Lettera ai compagni di Matteo di M. e L. Ferrini
Disturbi delllapprendimento
Una bambina “disprattica” di Luisa
Etichettato “idiota” di Arnaud Franc
Ho scoperto la sofferenza dei miei figli di S. Franc
Qual è il vero Marco, di un'insegnante
La difficile storia di Enrico di una mamma
Altri articoli
Verso sera di Pennablù
Fede e Luce: si cambia! di C. Tersigni
Libri
La vita come è per noi, M. Bérubé
Mamme che amano troppo, O. Poli