La Fondazione Lejeune promuove più di 60 programmi internazionali di ricerca sulle malattie genetiche dell’intelligenza, prima fra tutte la Trisomia 21.
Uno di questi, lanciato nel 2004, studia come inibire l’eccesso di enzima CBS responsabile, in parte, del ritardo mentale della Trisomia 21. La ricerca fa passi avanti nell’identificazione di una molecola capace di inibire l’enzima CBS.

Agli inizi degli anni ’70, aveva luogo a New York un Congresso Internazionale sulla Salute, nel quale il Prof. Lejeune, medico e ricercatore francese dell’Ospedale Necker di Parigi, illustrava ancora una volta al mondo scientifico la Trisomia 21 da lui scoperta nel 1959 e la sua ipotesi che questa fosse da collegare alla sindrome di Down 0 mongolismo. Tale sindrome è caratterizzata da deficit mentale congenito e costituisce la causa principale di deficit mentale nel mondo.

Con la sua scoperta il Prof. Lejeune aveva dato inizio in campo biomedico alla genetica moderna e vi aveva suscitato un ampio e sempre più profondo dibattito. Era infatti convinto che sarebbe stato possibile in un vicino futuro arrivare a curare le malattie mentali di origine genetica com’era divenuto possibile curare altre malattie considerate in precedenza non trattabili. A questo scopo si batteva proseguendo tenacemente le sue ricerche in chiara opposizione con gran parte del mondo scientifico che propugnava l’aborto.

È necessario, a questo punto, parlare brevemente del DNA per comprendere meglio quanto detto sopra.

Il DNA è una macromolecola filamentosa, sottilissima, contenuta nel nucleo di ogni cellula nella misura di un metro di lunghezza.Tale molecola, invisibile al microscopio ottico, è stata individuata mediante Microscopio elettronico (fino a 750.000 ingrandimenti e più) separata ed isolata dalla cellula con raffinate e specifiche tecniche e successivamente analizzata con precisione sempre maggiore man mano si venivano perfezionando le tecniche di biologia molecolare e venivano rivelate le molteplici strutture subcellulari.

Sono così state individuate lungo il filamento di DNA sequenze molecolari dette geni che dirigono e determinano la sintesi delle proteine all’interno del corpo cellulare: proteine strutturali che sono necessarie per il mantenimento delle cellule nella loro corretta struttura e proteine funzionali per cui le cellule svolgono la loro specifica funzione nell’economia dell’organismo.

Come è stato detto più sopra, il filamento di DNA non è visibile al microscopio ottico ma,da tempo, era nota e descritta la presenza di formazioni particolari che apparivano evidenti nelle cellule fissate e colorate assumendo aspetti ed assetti particolari durante le fasi della replicazione cellulare: i cromosomi. Era stato così possibile stabilire che in ogni cellula umana vi sono 23 cromosomi rappresentati due volte. Il numero totale dei cromosomi nella specie umana è quindi di 46, pari a 23 coppie, ogni coppia costituita da due identici cromosomi. Con tale numerazione da 1 a 23 sono stati classificati. Dai dati della biologia molecolare è stato possibile stabilire che i cromosomi rappresentano la raccolta, in 23 doppi e separati gomitoli, del filamento di 1 metro di DNA fittamente avvolto, così da poter venire colorato e reso visibile al microscopio ottico.

Ogni specie ha il suo peculiare numero ed aspetto dei cromosomi.

All’epoca della scoperta del Prof. Lejeune non erano ancora state messe a punto le tecniche molecolari per isolare e purificare geni specifici ed il tenace sogno del Prof. Lejeune — che già prima del 1975 aveva ipotizzato che il gene dell’enzima CBS ! cistationina — £-sintetasi

fosse localizzato sul cromosoma 21 poteva sembrare una chimera indimostrabile e senza alcun rapporto con la Trisomia 21.

Nel 1985, invece, sempre proseguendo ricerche di biologia molecolare, si è giunti ad appurare che:

nel soggetto normale il gene CBS è presente nel cromosoma 21 in 2 esemplari
nella Trisomia 21 (dove sono presenti 3 cromosomi 21) tale gene è presente in 3 esemplari.

Si pensa adesso che la produzione in eccesso dell’enzima CBS possa svolgere un ruolo nell’instaurarsi della deficienza mentale.

Proseguendo su questa direttiva di ricerca, la Fondazione Lejeune si è quindi impegnata nell’individuazione di un possibile inibitore dell’enzima CBS prodotto in eccesso.

A tale scopo è stato prima di tutto necessario poter disporre di un’amplissima gamma di molecole da vagliare. Fino al settembre del 2008 sono state così messe in luce alcune molecole attive nell’inibire l’enzima CBS.

Una, Hit-1, appare la più adatta ma è tossica.

Per studiare il meccanismo d’azione si rendono necessari:

modelli cellulari in vitro (attualmente in corso di allestimento)
modelli animali (topi) opportunamente preparati.

Sono già in fase di sperimentazione topi transgenici (topi a cui sono stati tolti geni propri e/o introdotti geni di altre specie), portatori di:

Trisomia 17
Tre geni CBS
Una porzione del cromosoma 21 sul cromosoma

È in fase sperimentale la cristallizzazione del complesso CBS-Hit-1 per vedere dove si attaccaHit-1 nell’inibire CBS.

Si prospetta la sintesi di molecole analoghe per trovare una molecola vicina a Hit-1 che si attacchi a CBS nel medesimo posto di Hit-1 e non sia tossica.

Si sta scegliendo la molecola più adatta per i saggi in vitro su modelli cellulari ed in vivo su ani mali.

L’impegno della Fondazione Lejeune è, come si vede, un impegno colossale per cui sono previsti almeno 10-15 anni di indefesso lavoro.

Il futuro trattamento, se reso possibile, cambierà il punto di vista sulla Trisomia 21 e sull’insieme delle persone colpite da una malattia genetica donando a tutti la speranza di una cura per la propria malattia. Per arrivare a questo risultato è necessario un aiuto e senza perdere tempo.

Ora che sono state ottenute alcune molecole quali possibili inibitori del CBS, ci si rende conto del cammino percorso, soprattutto in quest’anno 2009 in cui ricorrono i 50 anni dalla scoperta della Trisomia 21 da parte del Prof. Lejeune.

Le tappe da percorrere sono però ancora molte e difficili. Viene richiesta perciò a tutti una sollecita collaborazione a questo progetto così importante.

Vale la pena di ricordare la commovente e drammatica lettera C.Lejeune: La vita è una sfida — Cantagalli, Siena 2008 presentato in Ombre e Luci n° 104 che il Prof. Lejeune inviava alla moglie dopo il Congresso Internazionale di cui si è parlato in apertura. Si era reso conto allora di essere controcorrente; aveva capito che non avrebbe mai avuto il premio Nobel nonostante la sua fondamentale scoperta: aveva infatti in tutti i dibattiti difeso strenuamente la vita, dono di Dio, anche delle persone considerate da eliminare perché menomate. Da vero medico e vero credente sapeva che non bisogna disperare delle possibilità della ragione umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, di giungere a risolvere e curare anche le più gravi ed ignote patologie.

Legato a Giovanni Paolo II da sentimenti di profonda stima e d’amicizia. Il pontefice lo volle primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita istituita nel febbraio del 1991.

Il 25 aprile 2007, iniziata la causa di beatificazione, il Prof, Lejeune è stato dichiarato Servo di Dio.

L.B., 2009

La Fondazione Jerome Lejeune finanzia esclusivamente le ricerche che rispettano l’essere umano. La fondazione non sostiene progetti che utilizzano embrioni o feti umani come materiale di ricerca.
Chi volesse partecipare con un’offerta ad una ricerca di una così grande importanza, lo può indirizzare a: Fondazione Lejeune
IBAN FR76 1020 7000 4104 0410 2908 063 SWIFT CCBP FRPP MTG

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.106

Sommario

Editoriale

Il coraggio di osare di Mariangela Bertolini

Dossier: Il coraggio di osare

Piccoli passi in sicurezza di Comunità Tau di Arcene
Clown “Cicciola” di C. Tersigni
Dimitri, il teatro fra sogno e progettualità di T. Guerrisi
Vivere i miei limiti nella verità di A. e M. C.Taurine
Nomen omen di Redazione
Eppure splende il sole di N.B.
Sotto i riflettori, sempre senza protesi Intervista a Cerrie Burnell di L. e M. S. Bertolini

Altri articoli

Sotto l’ombrellone, per grandi e piccini di T. Mazzarotto, A. Floris
Coralmente. Le voci dell’anima di L.Nardini
Ritardo mentale nelle malattie genetiche: la ricerca di una possibile cura
Rosa di Pennablù

Rubriche

Dialogo Aperto

Libri

Il resto (parziale) della storia, C.De Angelis e S. Martello
Amore caro, C. Sereni
Quel puntino un po’ sfrangiato, G. Martino

Ritardo mentale nelle malattie genetiche la ricerca di una possibilie cura ultima modifica: 2009-06-10T10:01:52+00:00 da Lucia Bertolini

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