Ogni volta devo prendere coscienza che lei è costretta, per forza di cose, a mettersi a nudo davanti a me e a svelarmi senza artifici un fisico segnato dall’handicap.
Penso a te, Maria. Alla tua età preferiresti farti la doccia da sola. Vivi male questo momento, forse un modo per rifiutare il tuo handicap. Nello stesso tempo, ti piace farti bella, a volte sei contenta di non essere aiutata da genitori ma da una accompagnatrice amica. Perché questo si svolga bene cerco di anticipare, di ascoltare le tue abitudini e di prendere tutto il tempo che serve. Così gli aspetti tecnici possono cancellarsi per lasciare spazio all’amicizia.
Per te Elsa, completamente dipendente, non so come vivi la toilette, ma io apprezzo questo momento pieno di dolcezze. Nei miei gesti posso cercare di metterci l’amore come se Dio mi fosse affidato. Quello che avete fatto a uno dei miei piccoli, è a me che l’avete fatto. Queste parole danno, per me, un senso profondo a questi momenti anche quando sono penosi.
Myriam, accompagnatrice volontaria, 2009
(Ombres et Lumiére n. 169)
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.108
Sommario
Editoriali
Pensando alla nascita di Gesù di M. Bertolini
Riflessi di luce nell’ombra di R.A.
Dossier: l’intimità del corpo
Maria non ha il senso del pudore di J. e C. Santagostini
Condividere l’intimità del proprio figlio di A. Jarry
Di fronte alla nudità non è facile di Myriam
Altri articoli
Vita tra fratelli di Federico Girelli
Come il ferro con la calamita Laura Nardini
La disabilità dell’informazione E. De Rino
Ricordo di Alda Merini Pennablù
Rubriche
Libri
Niente giochi nell’acquario, C. Lord
In cerca del padre, G. Galeotti
La musica segreta della terra, M. Stracham
Contro l'eutanasia, L. Israèl
Ma io che c’entro?, G. Albanese