Nella mia famiglia la dislessia è ereditaria:ne sono colpiti mio padre, due miei fratelli e tre dei miei figli. Ho scoperto che Arnaud, il maggiore, era dislessico quando era alle elementari. Eravamo a tavola e ha letto l’etichetta del vino a rovescio. Per lui è iniziata una lungo percorso di perdita di fiducia in se stesso. Nonostante due sedute a settimana dall’ortofonista, la sua ortografia rimaneva catastrofica. Passava ore a fare i compiti e poi, alle verifiche, tutti i voti che prendeva erano divisi per due a causa degli errori. Tutte le settimane sono stata convocata dalla maestra che, decisamente, non capiva niente di dislessia.
Dopo le elementari, Arnaud si attaccava ai lampioni per non andare a scuola, e alle medie ha dovuto ripetere. Questo l’ha convinto della sua nullità. Al liceo ho pensato che ne saremmo usciti: mi era stato detto che i dislessici sono particolarmente dotati per immaginare un oggetto a tre dimensioni. Ho dunque consigliato Arnaud Di iscriversi ad una sezione tecnologica di ingegneria. Dopo una settimana dall’inizio di questi corsi, ero disperata: non aveva quel talento.
Mio marito non si raccapezza con questo figlio a causa di questo insuccesso permanente. la stessa dovevo sempre giustificare il suo ritardo negli studi precisando che era dislessico.
Attenta all’uscita di ogni articolo sulla dislessia, ho cercato altre famiglie coinvolte,ho assistito a conferenze, visitato associazioni…io che credevo di sapere tutto, che pensavo si trattasse solo di un problema di lettura, ho capito allora che cosa vivevano mio figlio, mio padre, i miei fratelli.Ho scoperto la loro sofferenza e soprattutto la spiegazione della povertà del loro vocabolario che impedisce che si sviluppino i loro pensieri.
Quando ho appreso che altri due miei figli, Stanislas e Aymeric erano anche loro dislessici, ho avuto voglia di prenderli incarica il più presto possibile ma anche di abbassare le braccia.
Avevo così tanto lottato con il maggiore e con dei risultati così poveri!
Data la famiglia numerosa, ero in difficoltà per portarli dall’ortofonista; mi è stato consigliato un metodo da insegnare a casa.Venti minuti di esercizi ogni sera con Stanislas per cinque anni. Poi l’ortografia non ha fatto che peggiorare e ora bisognerebbe ricominciare da capo. È desolante!Con Aymeric non c’è stato nulla da fare.Presentava oltre alla dislessia, altri disturbi legati ad essa: iperattività, incapacità a concentrarsi. Come potevo obbligarlo a fare esercizi oltre ai compiti? Dovevo in continuazione inventare giochi perché l’aspetto ludico gli facesse dimenticare lo sforzo.Prima dell’iscrizione alle elementari, avevo chiesto alla direttrice che venisse usato il metodo di lettura sillabica poiché gli altri metodi amplificano la dislessia. All’inizio della scuola, venne una nuova insegnante che applicava un metodo quasi globale. Qualche mese dopo i guai erano tali che ho ritirato Aymeric e l’ho iscritto,come Stanislas, in una scuola Montessori,dove si pratica il metodo sillabico puro. In più c’erano dei genitori che venivano come volontari a far leggere gli alunni; questo li ha aiutati molto.Di fronte alla dislessia bisogna essere molto resistenti. Oggi comincio appena a vedere la fine del tunnel con il più grande che finalmente ha trovato la sua strada.Che sollievo per una madre!
Solange Franc, 2009
(Ombres et Lumière n. 168)
AID Associazione Italiana Dislessia
Opera per combattere le difficoltà della dislessia evolutiva in Italia, cooperando con le istituzioni e con i servizi che si occupano dello sviluppo e dell’educazione dei bambini.
Gli scopi dell’associazione sono di sensibilizzare il mondo professionale, scolastico e la pubblica opinione sul problema della dislessia evolutiva. Promuovere ricerca e formazione nei diversi ambiti d’intervento: servizi sanitari, riabilitativi e scuola. Offrire agli utenti un punto di riferimento certo e qualificato per ottenere informazioni e aiuto per consulenza e assistenza per l’identificazione del problema o per l’approccio riabilitativo e scolastico.L’associazione ha diverse sedi dislocate in tutte le maggiori città italiane.
Associazione Italiana Dislessia
Piazza dei Martiri, 1/2 40121 Bologna Tel. 051242919 Fax 0516393194http://www.dislessia.org
AED Associazione Europea Disgrafie
Si occupa prevalentemente dei disagi della scrittura e che, per prima, offre al suo interno grande varietà di figure professionali e associa insegnanti e genitori. E laprima associazione di respiro europeo.Opera su territorio nazionale ed europeo e collabora con scuole e istituzioni.
Si propone di aiutare a capire cosa e’ la disgrafia e a riconoscerla, formare i formatori, proporre un intervento mirato quando necessario, essere di sostegno e riferimento a chi chiede una informazione/o un trattamento,
considerare il bambino o il ragazzo una“persona” e non solo “una scrittura”, proponendo il recupero delle attività grafo motorie in modo semplice è piacevole.Associazione Europea Disgrafie
Via Cimarra, 54 Roma 00184http://www.disgrafie.euinfo@disgrafie.eu
Tel. 339 5353708
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.105
Sommario
Editoriale
Lettera aperta ad una maestra, di M. Bertolini
Scout e disabilità
Un buon modo per crescere di Benedetta
Un ambiente educativo anche per Maria di M. Fanti
Per me lo scoutismo di Alice
Un incontro tra capi di R. Dinale
Lettera ai compagni di Matteo di M. e L. Ferrini
Disturbi delllapprendimento
Una bambina “disprattica” di Luisa
Etichettato “idiota” di Arnaud Franc
Ho scoperto la sofferenza dei miei figli di S. Franc
Qual è il vero Marco, di un'insegnante
La difficile storia di Enrico di una mamma
Altri articoli
Verso sera di Pennablù
Fede e Luce: si cambia! di C. Tersigni
Libri
La vita come è per noi, M. Bérubé
Mamme che amano troppo, O. Poli