È il primo romanzo di questo scrittore, divenuto in Francia un best seller, vincitore di diciotto premi letterari.
È una storia che ci porta là dove nessuno vorrebbe andare: in una “stanza — infermeria” dove per cinque lunghi anni, dal 1914 al 1919, vivono una straziante “convalescenza” alcuni soldati feriti gravemente al volto; deturpati in modo da non essere più presentabili agli altri, parenti compresi.
È una storia che ci porta là dove nessuno vorrebbe andare: in una “stanza — infermeria” dove per cinque lunghi anni, dal 1914 al 1919, vivono una straziante “convalescenza” alcuni soldati feriti gravemente al volto; deturpati in modo da non essere più presentabili agli altri, parenti compresi.
Insieme dovranno imparare a sostenere lo sguardo della gente, ad amare e a desiderare un futuro. E ci riescono perché, insieme, attraverso un’amicizia fatta di sofferenza e di solidarietà fra loro, scopriranno i veri valori della vita.
Un mondo inedito per ogni lettore, che propone spunti di riflessione su argomenti delicati e strazianti che insegnano ad essere uomini con la U maiuscola.
Mariangela Bertolini, 2008
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.103
La stanza degli ufficiali – Recensione
ultima modifica: 2008-09-03T11:28:07+00:00
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