Comunque questa notizia mi trovava impreparata. Stava avvenendo un terremoto che sconvolgeva tutte le mie certezze. La mente correva da tutte le parti con probabili soluzioni, anche di rifiuto. Avevo paura.
Poi ho ripensato a tanti anni fa, quando lo affidai per la prima volta con fiducia agli amici di Fede e Luce appena conosciuti. Fui consigliata dal cuore, l’istinto mi aveva detto fidati e infatti il nostro cammino insieme continua ancora dopo trent’anni. In Pablo c’è stata una crescita costante; gli amici lo hanno aiutato a plasmare il suo carattere pieno di gioia, di voglia di fare nonostante la sua disabilità abbastanza grave. Questo aiuto è arrivato anche a me. Ogni componente di F.L. mi ha donato una parte di sé aiutandomi a consolidare il mio cammino verso gli altri senza farmi fermare davanti alle apparenze, ma scoprendo la parte più bella che ognuno di noi ha. Perciò decisi di tastare il terreno e di fare a Pablo una proposta messa là, per vedere la sua reazione. Quando glielo dissi i suoi occhi si illuminarono e con un sorriso incontenibile disse: “Quando?”. Ancora una conferma di quanto tenesse ai suoi amici, al desiderio di evadere dalla sua casa, di fare cose nuove con persone diverse. Il mio pensiero è andato su su verso Dio. Signore quando si fa buio, quando siamo in balia di situazioni insostenibili, difficili da gestire, ci fai sentire la tua protezione, la tua presenza. Ancora una volta ci stai indicando la via da seguire. Ti chiedo ancora, aiutami a far venire fuori tutta la mia forza in questo passo così importante. Aiutami ti prego ad affidarmi agli altri che si prenderanno cura di lui. Grazie.
Ho preparato la sua valigia con cura come se assieme alla sua roba mettessi tutto ciò che di importante rappresenta per me Pablo.
Pablo che con la sua nascita aveva spezzato tutta la mia gioia di vivere ed ora da adulto mi sta dando la possibilità di fare un resoconto della mia vita. Ora ho più tempo di pensare a me stessa; qualcuno mi dice: ” Fa quello che ti piace”, ma non so quello che più mi piace; mi accorgo di essere vissuta totalmente in funzione di lui. Lui, imponendomi una vita tutta in salita, mi ha plasmato, ha smussato tutti gli eccessi del mio carattere ed ora mi dice cammina da sola. Ne sono capace?
Sono passati otto mesi circa. Quando torna a casa ogni quindici giorni è una grande festa. Mi esprime tutta la sua gioia nel rivedermi, mi abbraccia forte forte, mi bacia, mi dice che gli sono mancata e che mi vuole bene. Sta diventando più consapevole di se stesso. Ci sono dei piccoli cambiamenti che per lui sono grandissimi: mangia in silenzio, si intrattiene di più in cucina con me senza fuggire per vedere le sue cassette video; e, cosa ancora più grande, ad un colpo di tosse si è messo la mano davanti alla bocca senza che io glielo dicessi.
Anche io sto cambiando. Faccio più attenzione alle mie esigenze, alle piccole cose che fanno di un’esistenza una vita normale, sto imparando… Poi la sera quando ceniamo io e Gerardo siamo soli, stiamo cercando di riallacciare quel dialogo che per troppe volte abbiamo dovuto far tacere e che ci ha portato lontano l’uno dall’altro. Stiamo cercando di recuperare. Tutto questo grazie a Ivana e a Matteo, a tutti gli operatori del Carro che fanno il loro lavoro con amore e responsabilità.
Comunque dentro di me Pablo comincio ad aspettarlo dal lunedì mattina quando il pulmino passa a prenderlo per portarlo a scuola e lo riporta a casa dopo due settimane.
Rita Ozzimo, 2007
Questo articolo è tratto da:
Ombre e Luci n.92
Sommario
Editoriale
Da meditare, senza fretta di M. Bertolini
Articoli
Un terremoto a ciel sereno di R. Ozzimo
Parlami di lui di G. Visentini
Il potere dell’arte: dalla magia alla terapia di M. de Rino
Musei davvero per tutti! di C. Marchese
Tutti insieme fedelucissimamente di Redazione
Quanto coraggio! Quanta speranza! di C. Chatain
Dialogo aperto
La Spina Bifida – Scheda informativa
Libri
Il male minore, G. Rigoldi
Liesje, mia figlia, P. Mertens
La figlia del silenzio, K. Edwards