Chi, se non famiglie sostenute da una speranza “speciale”, avrebbero solo pensato di mettere su un corso di ristorazione, di coinvolgere altri genitori, di entusiasmarsi insieme per un nuovo progetto — a detta di tutti ambiziosissimo e alla fine lanciarsi insieme con i propri figli in quest’avventura: aprire un ristorante ovviamente “speciale”?
Adesso vi diciamo come ci siamo riusciti, ringraziando Dio che ci ha dato la forza di fare cose “speciali”!
Tutto inizia nel 2003 quando l’Associazione di Promozione Sociale SIPARIO prende vita: siamo un gruppo di amici tutti genitori, alcuni con figli disabili intellettivi, altri no — e condividiamo uno stesso obiettivo percependone una reale necessità: riuscire a migliorare la “qualità di vita” dei ragazzi con “handicap” e delle loro famiglie pensando al loro futuro!
Belle parole, facili a dirsi, ma noi volevamo riuscire non solo a promuovere una cultura in cui ogni persona abbia pari dignità ed il ruolo di ognuno sia integrato in quello degli altri; noi volevamo renderla di fatto possibile cercando di rispondere in concreto al “che ne sarà dei nostri ragazzi?”
Ci mettiamo subito all’opera ed iniziamo organizzando corsi di vario tipo dal golf al teatro, dalla pittura alla musica se volete averne un quadro completo potete visitare il nostro sito associazionesipario.it — sempre orientati verso un unico obiettivo comune: “il futuro dei nostri figli”. Li osserviamo mentre frequentano con piacere le varie attività, non vedendo l’ora che arrivi il martedì, giorno del teatro, per stare con Riccardo nostro mitico regista, oppure il mercoledì, giorno imperdibile perché c’è golf e si vedono con il maestro Fabrizio.
La parola d’ordine è divertirsi, stare bene insieme ed il leitmotiv che lega e collega tutte le attività è: fare gruppo. Infatti i ragazzi da subito si sono chiamati tra loro e riconosciuti come «I ragazzi di Sipario»; sono un gruppo, si sentono appartenenti ad un gruppo, ognuno di loro è realmente importante per gli altri: insieme sono una forza e sono amici!
E da amici hanno già fatto due volte l’esperienza di una settimana di vacanza al mare, tutti insieme, con gli educatori e, soprattutto senza genitori! Per alcuni è stata la prima esperienza, per altri no: per tutti è stata un’avventura divertente, da rifare. E… pensare che deve passare ancora un anno prima di ripartire!
Piano piano, quindi, il piccolo seme ha iniziato a diventare un alberello, ma sentivamo che per svilupparsi doveva mettere radici nel terreno dell’autonomia, perché nel cuore di tutti era immutata l’urgenza di quel «DopoDiNoi — DuranteNoi» di cui da tempo si parlava. I genitori, soprattutto dei ragazzi più adulti, avevano ben presente l’importanza di un inserimento lavorativo che mettesse a frutto non solo la professionalità che alcuni avevano acquisito o stavano acquisendo frequentando l’istituto alberghiero, ma anche la carica umana che tutti i nostri ragazzi potevano avere nella relazione con gli altri. Ecco quindi il progetto «Per-Corso Ristorazione&Oltre», progetto che si è rivelato ben presto portatore di grandi novità, visto che quell’oltre ci ha realmente proiettati verso il futuro!
L’ulteriore passo era quello di traghettare i ragazzi dal “corso di ristorazione” al “lavoro di ristorazione”: dovevamo impegnarci, con tutte le forze, a sostenere e promuovere la costituzione di una cooperativa sociale di tipo “B” finalizzata alla ristorazione e riuscire, così, a rispondere in modo concreto al così tanto “auspicato” inserimento lavorativo di ragazzi «diversamente abili».
Ma tra “il dire e il fare c’è di mezzo il mare”; e che le cose in Italia non siano “burocraticamente” facili è una realtà e non solo un luogo comune.
Cominciamo a girare per uffici: pensi di aver raccolto tutte le notizie che ti servono per costituire questa società cooperativa sociale di tipo “B”, quando ecco che ti scappa fuori l’ennesimo dettaglio di cui nessuno ti aveva parlato. Chiedi altre informazioni, sono discordanti: ma tutti ci danno consigli, nessuno ha chiara la normativa, per cui ricominci sempre tutto da capo, da un’altra parte, fino allo sfinimento, ma… ricordate? Noi siamo “speciali” come i nostri figli e allora resistiamo! Eccome se resistiamo! perché nel frattempo trovi il luogo: Il Circolo MCL agli Artigianelli. E’ il luogo ideale per noi, e le persone credono nel progetto e ci danno questo locale in gestione! (Meno male che qualcosa va bene, pensiamo.)
Alla fine non resta che andare dal notaio! E qui ti blocchi e perdi tanto tempo perchè nessuno ti spiega che è facile costituire una coop. soc. di tipo B se i soci sono persone con handicap fisici, o extracomunitari, o ex-tossici, o ex-carcerati ma se tu hai persone con handicap intellettivo che per la legge non sono capaci di intendere e di volere — non puoi fare nessun atto pubblico. Ci sembrava di essere finiti in un girone dell’inferno, finché abbiamo trovato un notaio donna (una persona meravigliosa) che ci ha spiegato che l’unico modo per costituire la cooperativa era che i ragazzi con handicap avessero già nominato dal tribunale l’amministratore di sostegno o un tutore.
È stato un calvario, ma abbiamo tenuto duro e ce l’abbiamo fatta, perché avevamo chiaro che se le radici fossero state salde grazie alla cooperativa, l’inserimento nel mondo del lavoro sarebbe diventato un albero dai molti frutti ed avrebbe contribuito a rafforzare la speranza delle famiglie sul futuro dei propri figli.
L’attività nel ristorante ci ha confermato la bontà della nostra scelta: un figlio con disabilità intellettiva ha bisogno di lavorare sia per sostenersi economicamente, sia come elemento importante dell’autostima e infine come occasione per non isolarsi e anzi per interagire con gli altri e dare il proprio contributo alla crescita di una comunità.
Realizzare quindi un ambiente di lavoro accogliente, sia sotto il profilo lavorativo che umano, è stata la sfida nella sfida che abbiamo affrontato.
Lavoro e disabili: i ragazzi del ristorante Sipario
Il cliente che apre “il sipario” del ristorante e vi entra sente un messaggio chiaro: mettiamo fine all’epoca dell’assistenzialismo e della visione del disabile come soggetto passivo di solidarietà; siamo disabili e vogliamo/dobbiamo essere cittadini attivi a pieno titolo, con pari dignità, diritti ed opportunità! E questo messaggio cerchiamo di diffonderlo anche fuori dal ristorante e grazie ad esso: basti pensare che il 19 novembre 2007, su tutti i quotidiani di Firenze era riportata una notizia “Primo ristorante interamente gestito da ragazzi con handicap intellettivo aperto a Firenze!”. Perfino il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano cita il ristorante «I Ragazzi di Sipario» nel suo discorso al Quirinale, il 3 dicembre 2007, in occasione della giornata internazionale della persona disabile, come una delle iniziative di integrazione reale nel mondo del lavoro.
AI ristorante «I Ragazzi di Sipario» in Via dei Serragli n.104 a Firenze sono in questo momento impegnati nel lavoro 17 ragazzi disabili, di cui 3 sono soci lavoratori della cooperativa e gli altri o fanno uno stage, o fanno un inserimento socio-terapeutico o vengono per fare esperienza (on the job training) perché frequentano il “corso di ristorazione” andando ancora a scuola. Sono suddivisi in due brigate di cucina e di sala, sostenuti da due educatori professionali (Marzio e Paolo) oltre alla cuoca (Fabiana) ed offrono la loro ospitalità a tutti quelli che desiderano mangiare in modo genuino, spendere il giusto e soprattutto non dare mai niente per scontato!!!
Il ristorante è aperto dal lunedì al venerdì a pranzo dalle 12 alle 14,30; mentre a cena si organizzano serate a tema, su invito e prenotazione.
L’ambiente del ristorante è semplice; se ci vai ti senti “come a casa tua”, e trovi sicuramente piatti della cucina tipica toscana, quella cucina fatta tradizionalmente non solo di sapori ma anche di tanta cordialità, calore umano e ambiente ospitale: tutte componenti che favoriscono il piacere di stare insieme e creano nuove possibilità di socialità legata al momento del pasto.
Tutto questo è un programma ambiziosissimo, come ci è stato detto?
Sinceramente non ci sentiamo “ambiziosi”. Certo l’obiettivo è molto alto, ma non ambizioso, piuttosto arduo, difficile, faticoso, e rappresenta una sfida ai luoghi comuni; sfida che abbiamo accolto e che abbiamo già in parte vinto! È sufficiente, infatti, guardare gli occhi “felici” delle famiglie dei ragazzi disabili impegnati nel ristorante, che li vedono uscire al mattino e rientrare alla sera “stanchi, ma soddisfatti” di una giornata di duro lavoro come tutti.
È vero, ci sentiamo appagati, anche se talvolta un po’ spossati, ma molto contenti di tutto quello che è stato fatto dal 2003 ad oggi e visto che né l’Associazione SIPARIO né la cooperativa «I ragazzi di Sipario» godono di alcuna sovvenzione pubblica, è doveroso ricordare e ringraziare ancora una volta per i contributi che ci permettono di operare l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e la generosità di numerose persone che ci sostengono finanziariamente e moralmente.
In conclusione vorremmo riprendere la metafora dell’albero, ricordando la frase di Ghandi che “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”: noi riteniamo che attorno a questa iniziativa vada fatto un po’ di “buon rumore” lanciando un messaggio di ottimismo: essere speciale è possibile, basta superare la paura e avere fiducia e speranza nelle potenzialità dei propri figli e in quelle proprie, dare libero sfogo alla propria creatività, perché i ragazzi, dal canto loro, ci mettono sempre impegno, tanto impegno e dimostrano sempre di avere energia e “voglia di farcela”!
Marco Martelli Calvelli, 2009
Presidente della Cooperativa
Associazione di Promozione Sociale «SIPARIO»
Via A. Garbasso n.24 50131 Firenze Tel.055.55.35.687-info@associazionesipario.it www.associazionesipario.it Cooperativa Sociale «I ragazzi di Sipario»
Via de’ Serragli n.104 — 50129 Firenze Tel.055.22.80.924-info@iragazzidisipario.it www.iragazzidisipario.it.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.101
Sommario
Editoriale
Avvicinare i genitori di M. Bertolini
Dossier: Un percorso di catechesi speciale
La loro e nostra Cresima di Pietro Vetro
L’uomo guarda il volto, Dio il cuore di V. Mastroiacovo
Ho camminato vicino a Marco di R. Tarantino
Abbiamo tutti bisogno dei sacramenti di P. Luciano Larivera
Articoli
I ragazzi di Sipario
Tra il dire e il fare non c’è più il mare di M. Bartesaghi
Concorso fotografico “Legami” di A. Panegrossi
Sbagliando s’inventa di L. Nardini
Invasioni rumene, non barbariche di H. Pott
Immaginate... di M.C.V.
Testimone oculare di M.T.Mazzarotto