“La figlia del silenzio” è una neonata affetta da sindrome di Down la cui nascita, seguita a quella del fratello gemello, viene nascosta alla madre dal padre medico che la assiste al parto. La bambina è immediatamente affidata all’infermiera presente che però, invece di portarla nell’istituto indicato dal padre, la prende con sé e la cresce come fosse sua figlia. La sostanza del romanzo è soprattutto nella potenza di questo segreto che incombe sul destino della famiglia. La trama risulta particolare; il fatto che la bambina sia down è probabilmente secondario; la scrittura è certamente avvincente.

Chi l’ha scelto per Garzanti, Stefano Mauri (vd. Vita 1/6/07), è papà di un ragazzo down e dice di aver trovato in questo libro un romanzo “importante”, nel senso di “letto da molti”, perché ciò può rappresentare un passo in più verso l’integrazione e anche Anna Contardi(responsabile dell’AIPD-Ass. Ital. Pers. Down) trova comunque positivo che una persona down sia protagonista di un romanzo. Pur essendo abbastanza realistico nelle descrizioni relative alla sindrome, il romanzo lascia non del tutto convinti per la sensazione della non realtà del fatto narrato e per la facilità di parlare di cose non direttamente vissute.

Cristina Tersigni, 2007

La figlia del silenzio | Recensione ultima modifica: 2007-09-09T15:09:04+00:00 da Cristina Tersigni

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