La Fattoria di Alice è nata cinque anni fa dal risultato della collaborazione tra la Cooperativa Sociale Alice e l’Associazione familiari e sostenitori psichici della Tuscia (A.fe.SO .psi.t.).
La fattoria è gestita dalla Cooperativa Alice ed è composta da: 5 soci svantaggiati (assunti regolarmente con contratto), 1 psicologa, 1 operaio agricolo, 1 operatore, 5 volontari del servizio civile.
Oltre ai cinque assunti, la cooperativa Alice nella fattoria, si occupa di numerosi tirocini protetti di persone in età scolare (scuole medie e professionali) e post-scolare che non sono facilmente collocabili nel normale mondo del lavoro.
La fattoria di 4 ettari è composta da un centro aziendale nei quali sono presenti diversi fabbricati e costruzioni: un casale: dove c’è il punto vendita, un ufficio e due locali per laboratori. Una cantina dove viene conservato il vino prodotto e una serra nella quale sono coltivate erbe aromatiche e piantine orticole biologiche per l’orto dell’azienda. Ampio spazio è destinato all’orto che è coltivato in regime biologico. Ci sono circa 150 piante di olivo. Parte della superficie è occupata da strutture destinate alla conduzione di un allevamento, sempre rigorosamente biologico, di polli da carne e dallo svolgimento dell’attività equestre. Infine c’è anche un piccolo allevamento di capre, maiali, asini, e una varietà di volatili da cortile (pavone, anatre ecc.).
L’educatore della Cooperativa mi spiega che la scelta di avere un ordinamento produttivo così diversificato è stata attuata per aumentare la possibilità di inclusione di persone con bisogni diversificati, per ampliare il ventaglio di mansioni necessarie alla conduzione delle attività produttive e di conseguenza per accrescere la possibilità di includere persone con diverso grado di autonomia.
La giornata tipo in azienda inizia con il ritrovarsi tutti davanti ad un cartellone dove sono illustrati i compiti da svolgere nella giornata. Ci sono quelli giornalieri, come il governo e l’accudimento degli animali (alimentazione e ripristino dell’acqua, pulizia delle casette), e compiti straordinari come potatura, diserbo ecc. Per quanto è possibile, si cerca di assegnare le diverse attività in base alle abilità e responsabilità di ciascuno.
I cinque ragazzi assunti regolarmente sono autonomi nel lavoro perché hanno svolto un tirocinio iniziale di alcuni mesi. Durante le ore di lavoro l’operaio agricolo coordina le operazioni più delicate e i volontari del servizio civile sono “braccia” di supporto.
L’impiego quasi esclusivo del lavoro manuale e la conduzione in regime biologico è stata una scelta che, oltre ad essere rispettosa dell’ambiente, offre un vantaggio importante per questo tipo di azienda. Infatti da un punto di vista strettamente pratico non espone chi lavora a situazioni di pericolo dovute all’utilizzo di diserbanti e sostanze tossiche che vengono usate (purtroppo) nelle coltivazioni tradizionali. La scelta dei processi produttivi è basata sia sull’esigenza di poter vendere bene i prodotti sul mercato, sia di poter coinvolgere e impiegare concretamente i lavoratori svantaggiati che hanno limitazioni di carattere psichico e mentale. Per fare degli esempi concreti nel caso dell’attività riguardante l’uliveto, la lavorazione di fresatura del terreno viene eseguita da un conto-terzista per l’assenza di macchinari in’ azienda; nel caso della potatura si occupa l’operaio che viene assistito dai ragazzi che raccolgono e accatastano i residui. La concimazione viene eseguita dai soli ragazzi, (con una supervisione di un assistente) che spargono il concime con pala e carriola attorno al fusto delle piante. Il diserbo viene eseguito a mano dai soli ragazzi disabili. Per la raccolta sono impiegati tutti perché più braccia ci sono e meglio è…
Le attività dell’orto si prestano molto bene al coinvolgimento totale del lavoratore disabile che può seguire attivamente ogni fase, dalla preparazione del terreno alla vendita diretta nel negozio aziendale e punto di incontro con l’esterno. In questa maniera chiunque può percepire il valore del proprio operato.
Il negozio non è l’unico punto di incontro con l’esterno. Anzi la Fattoria Alice è anche inserita nel circuito delle Fattorie Didattiche. Scolaresche di ogni ordine e grado possono visitare la fattoria e fruire
Cos’è una Cooperativa Sociale
La cooperativa sociale è un’impresa finalizzata al perseguimento degli interessi generali della comunità alla promozione umana e all’integrazione dei cittadini… (art. 1 Legge 381/91) Questo scopo è perseguito in due modi; attraverso le cooperative di tipo A, che gestiscono servizi socio-sanitari ed educativi, e attraverso le cooperative di tipo B, che hanno lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità e l’integrazione sociale dei cittadini attraverso lo svolgimento di attività produttive che contribuiscano all’inserimento lavorativo di soggetti socialmente svantaggiati (ex-tossicodipendenti, ex alcoolisti, ex detenuti, malati psichici, portatori di handicap, minori a rischio di devianza, ecc)
Come è nata?
L’A.fe.SO.psi.t., dopo varie richieste alla ASL, nel 1997 riesce ad organizzare un corso di qualificazione professionale per tecnici di produzione floro-vivaistica e impianto e manutenzione di giardini rivolto a persone con problemi di salute mentale. Il corso si tenne presso la stessa Cooperativa Sociale Alice. Per dare continuità all’esperienza formativa la cooperativa avviò iniziative per trovare sbocchi lavorativi, ottenendo la collaborazione di alcuni comuni limitrofi e prendendo contatti con responsabili delle unità sanitarie locali. Dopo vari risultati positivi grazie alla disponibilità di alcune persone che hanno ceduto un terreno di loro proprietà ad un canone simbolico, la cooperativa Alice in collaborazione con l’associazione dei genitori dei malati psichici della Tuscia, ha dato vita all’azienda agricola la “Fattoria di Alice”.
La Cooperativa Sociale Alice opera con diversi centri operativi nei quali vengono svolte numerose attività che coinvolgono persone con problemi psichici di varia origine. Scopo della cooperativa è lo svolgimento di attività agricole, industriali, commerciali o di servizi finalizzate all’insi serin ento di persone svantaggiate. Opera in 5 diversi settori: agricoltura, ristorazione, grafica, servizi alla persona.
Dipartimento di Economia Agroforestale e dell’Ambiente Rurale
Questo articolo è tratto da:
Ombre e Luci n.98
Sommario
Editoriale
Mamme coraggio e oltre di M. Bertolini
Articoli
Salvatore, medico pediatra, acondroplasico di S. Anastasi
Scheda informativa: Acondroplasia
La fattoria delle meraviglie di L. Nardini
La mia pazienza ha dei limiti di J. M. Peticlerc
Santa Pazienza di T. Cabras
Perché il dolore? Pensieri di F. R. Poleggi
L’abbraccio di Lorella di I. Perri
Dialogo aperto
Libri
1500 grammi di cenere, M. Aramini
Occhi d’oro, M.G. Marchesin
Nell'intimo delle madri, S. Marinopoulos
La luce e la letizia, C. Anedda
Il figlio terminale, G. Noia
Ho 12 anni faccio la cubista, M. L. Pijola
Lettera alla tua famiglia, V.Andreoli