Una mamma, Rita, ci racconta in modo sincero e pieno di sottointesi dolorosi, il distacco del figlio disabile dalla famiglia per andare a vivere in una comunità di accoglienza. Passo importante tanto desiderato quanto temuto per lei, per il marito e per il figlio. Passo che alcuni genitori hanno già vissuto e che altri si devono preparare a compiere.
Ci stava arrivando un aiuto, da sempre sperato, come soluzione a quando non ci saremo stati più”. “…questa notizia mi trovava impreparata. Stava avvenendo un terremoto che sconvolgeva tutte le mie certezze
Uno psicologo, Gian Luigi Visentini, carico di esperienza vissuta con i bambini e con i ragazzi disabili, ci invita ad una profonda riflessione, valida ed utile a tutti coloro (genitori, educatori, insegnanti, medici, amici…) che vogliano imparare “qualcosa” di molto importante e troppo spesso sconosciuto o non attuato, soprattutto con i soggetti più gravemente colpiti.
L’articolo è un po’ lungo — ce ne scusiamo con chi vuole leggere in fretta. Bisognerà leggerlo poco per volta e poi rileggerlo ancora con molta cura per far proprie le “raccomandazioni” che ci offre e che possiamo far nostrese lo vogliamo — per il “ben — essere” di tanti nostri amici.
…dentro di noi abbiamo, vivono, si sviluppano e crescono le identità di altre persone, soprattutto di quelle con le quali condividiamo pezzi di strada e di tempo insieme
Chi ha paura di non farcela o pensa che non sia un testo adatto a sé, provi a leggere per primo il paragrafo
Alcune immagini che la mamma portava dentro di sé erano diventate anche nostre e il Daniele dentro di noi si era fatto più vivo, più vicino, più ricco e vibrante
“Accogliere il pensiero magico e il dolore”. È una pagina commovente proprio perché la dice lunga sui bisogni di attenzione vera che ogni genitore vorrebbe per il proprio figlio, ma soprattutto perché uscita dal cuore di un addetto ai lavori — uno psicoterapeuta — che troppo spesso immaginiamo freddo e chiuso nel suo troppo sapere. Auguriamo a tutti coloro che lo leggeranno di poter esclamare anche loro con convinzione la frase finale: “Ed è questo che ci rende tutti, ma proprio tutti, così pieni di infinito.”
Un’educatrice (che sta seguendo il corso di Arteterapia), Marta de Rino, ci invita a capire come l'”Arteterapia”, se ben condotta da un esperto/a, è in grado di aiutare e sostenere persone rese fragili da un handicap o da una malattia; di aprire al risveglio e alla vita persone chiuse o isolate a seguito di traumi o dolori troppo forti.
Non apparteniamo solo a noi stessi, ma la nostra vita, la nostra stessa identità crescono anche dentro di noi e crescono anche dentro altri. Possiamo dire che siamo fatti di altri
Anche questo articolo richiede uno sforzo di intelligenza e di interesse. È così importante non fermarsi con superficialità su una parola, “Arteterapia”, usarla e parlarne a vanvera senza sapere esattamente di che cosa si tratti. Che questo sforzo possa aiutare i nostri lettori sia per richiederla per i loro cari, sia per chi fra loro, dopo anni di volontariato un po’ “fai da te”, voglia dedicarsi con impegno ad un’Arte —con l’A maiuscola — gratificante per chi la esercita ma ancora di più per persone che spesso si sentono inutili, incapaci, senza scopo…
Chi vi accede trova in essa conforto, occasione di dialogo con un interlocutore, sfogo di rabbie ed altre emozioni forti altrimenti inesprimibili…
Sarà bello per ambedue le categorie poter entrare in un mondo così poco conosciuto ma così efficace sotto tanti profili.
Non continuo l’elenco degli articoli contenuti solo perché, pur importanti e interessanti, saranno letti con maggiore facilità.
Non mi resta che augurarvi una lettura approfondita e chiedervi di vincere la pigrizia inviando le vostre riflessioni o le vostre critiche (per posta o via mail agli indirizzi sul retro di copertina). Solo con i vostri interventi potremmo dire una volta in più che Ombre e Luci può davvero servire a qualcuno.
…un’ottima strada di conoscenza di sé … per affrontare un percorso di terapia psicologica che esca dai consueti canali verbali
Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.
Tutti gli articoli di Mariangela
Questo articolo è tratto da:
Ombre e Luci n.92
Sommario
Editoriale
Da meditare, senza fretta di M. Bertolini
Articoli
Un terremoto a ciel sereno di R. Ozzimo
Parlami di lui di G. Visentini
Il potere dell’arte: dalla magia alla terapia di M. de Rino
Musei davvero per tutti! di C. Marchese
Tutti insieme fedelucissimamente di Redazione
Quanto coraggio! Quanta speranza! di C. Chatain
Dialogo aperto
La Spina Bifida – Scheda informativa
Libri
Il male minore, G. Rigoldi
Liesje, mia figlia, P. Mertens
La figlia del silenzio, K. Edwards