- stabilire chiaramente qual è il comportamento richiesto con tono pacato, fermo ma fondamentalmente gentile (mai, sdolcinato, in latenza aggressivo, supplichevole, rassegnato);
- elencare in anticipo quali sono le attività da svolgere, ad esempio con una breve lista dei diversi lavoretti da fare, consegnata al mattino. Mettere comunque in conto che il bambino opponga resistenza: pazienza!
- il malumore deve essere affrontato fin dall’inizio (ad es:“Lo so che ti dà sui nervi se ti dico di riordinare la stanza. Ma eravamo rimasti d’accordo che entro le otto di venerdì sera doveva essere fatto”);
- in una critica o nella discussione di un problema restare assolutamente aderenti a quella situazione, non prenderla alla larga, non deviare;
- non lamentarsi delle piccole cose, ma esigere solo ciò che è essenziale;
- la disponibilità ad impegnarsi deve essere rinforzata e non solo il risultato dell’azione;
- non lodare esageratamente e neanche punire esageratamente, ciò porta di nuovo a reazioni estreme;
- mai discutere o cercare un accordo nella fase acuta di un conflitto;
- ricorrere spesso a correzioni non verbali o molto concise, magari con un contatto fisico, toccando ad esempio le spalle;
- quando è necessario, alzare la voce senza esprimere etichettature;
- si devono evitare avverbi estremi come continuamen te, sempre, mai;
- in caso di scoppio d’ira è indispensabile un intervento rapido e risolutore. Se accade tra fratelli, separarli, non permettere di fare la spia, imporre un time out;
- subito dopo un’impennata della tensione e una calo del nervosismo non deve seguire alcuna rielaborazione: meglio riprendere il normale svolgimento della giornata e tornare chiaramente in seguito sull’argomento, altrimenti risale subito l’agitazione;
- in una conversazione seria si deve sempre dire qualcosa di positivo prima del negativo. Se si dovesse usare il ma meglio dire, ad es., “Mi sembra che negli ultimi tempi ci intendiamo di più e vorrei che ci trovassimo d’accordo anche…”;
- il comportamento del bambino non va preso come una questione personale, in gioco c’è sempre il ruolo che si ricopre nei suoi confronti;
- quanto più humor si riesce a tirare fuori per tutto ciò che è tipico della sindrome, tanto meglio è. Un intervento paradossalmente spiritoso può compiere miracoli.
di Cordula Neuhaus, 2007
su Associazione Aidai
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.92
Sommario
Editoriale
Campane a festa di M. Bertolini
Iperattività
Un bambino complicato di Daniele e Luigina
Cos'è l’iperattività cura di P. Stacconi
Come in trappola di Laura
Incontrarsi sul Dojo di M. Palermo e M. Di Luigi
Come far comportare bene mio figlio? di Cordula Neuhaus
Altri articoli
Questi bambini sono intoccabili di I. Casullo
Dialogo aperto
Sul tetto del mondo senza muovere un passo di M. Bartesaghi
Un «atto» di gioia... in prosa e altro di M. Martelli
Il dono più sincero è il dono di sé di N. R. Cortez
Libri
Elogio alla bruttezza, L. Freseura
Brutta!, C. Briscoe
L'amico speciale
La scoperta dell’alba, W. Veltroni
La stanza dell’orso e dell’ape, M. F. Celani e P. Miotto
Giochi per ridere - Recensione