Si dice sia una malattia delle persone anziane: essa si manifesta invece con maggiore frequenza tra i 55 e i 70 anni, mentre non è infrequente (circa 20%) al di sotto dei 50 anni, e sporadicamente anche in età più giovane; nelle persone con età superiore ai 75 anni (circa 20%) la malattia si manifesta con un decorso generalmente lento e benigno.
I sintomi principali sono il rallentamento di tutti i movimenti (bradicinesia) e la perdita della capacità di eseguire tutti gli atti della vita che richiedono coordinazione motoria, equilibrio, postura. Guardando un bimbo dai sei mesi ai 2-3 anni, ogni genitore vede che i movimenti che un adulto esegue in modo “automatico” vengono appresi poco a poco, e necessitano di costanti esercitazioni per diventare sempre più automatici. Il parkinson influenza esattamente queste capacità apprese inconsapevolmente dal bambino.
Il tremore, sintomo più evidente e molto fastidioso, oltre che fonte di disagio per il paziente e per chi gli sta accanto, è invece presente soltanto in circa la metà delle persone.
Con il progredire della malattia, la cui origine è tuttora sconosciuta, si possono manifestare altri disturbi non motori (apparato urinario, intestinale, ipotensione, difficoltà di coordinazione di varie attività della vita quotidiana, diminuzione della voce, rallentamento della parola).
Il meccanismo biologico che provoca una sintomatologia molto vasta, ed estremamente variabile da persona a persona, è dovuto alla degenerazione (e successivamente morte) di alcune cellule del sistema nervoso che producono un mediatore chimico di impulsi chiamato “dopamina”. Nel cervello vi è una piccola zona in cui queste cellule sono particolarmente abbondanti. La malattia si manifesta clinicamente quando alla persona sono rimaste meno del 20% di cellule dopaminergiche.
Fortunatamente negli anni ’60 del secolo scorso è stata scoperta la sostanza carente, e dopo breve tempo sono stati trovati farmaci adatti a rifornire l’organismo della preziosa “dopamina”. La terapia farmacologica ha così modificato profondamente la qualità della vita dei pazienti, i quali al giorno d’oggi possono condurre una vita vicina alla normalità per molti anni dalla prima notizia di essere malati di Parkinson.
Ma “Mister Parki”, come viene chiamato spesso da molti pazienti, è un “compagno di vita” obbligato, che non abbandonerà mai più la persona: tra le sensazioni che più mi colpiscono quando se ne parla con un malato, vi è quella di un continuo passaggio dalla morte alla vita e viceversa; oppure la difficoltà, quando le medicine hanno terminato il loro effetto, a compiere movimenti banali come alzarsi da un divano, girarsi nel letto, o mangiare correttamente.
Oltre alle cure farmacologiche sono necessarie terapie riabilitative (fisioterapia, logopedia, terapia occupazionale ….) affinché la persona con Parkinson — e non soltanto il “malato” — possa superare le difficoltà e sentirsi persona autonoma il più a lungo possibile.
Importante inoltre è il coinvolgimento dei familiari, soprattutto del coniuge, sia per dare una mano nei momenti di difficoltà, sia per aiutare la persona ad uscire da un isolamento dovuto non solo ai problemi motori, ma anche alla solitudine, frustrazione, rabbia, o al sentimento di inadeguatezza. Così insieme, malati e familiari, potranno sentirsi ancora attivi e utili nella società e nella vita.
Dott.ssa Valeria Levi della Vida, 2006
Vicepresidente dell’Associazione Azione Parkinson
Questo articolo è tratto da:
Ombre e Luci n.93
Sommario
Editoriale
La forza della tenerezza di M. Bertolini
La forza della tenerezza
L’incanto si è rotto di M. Bertolini
Le mollette di Roberto di Roberto e Valeria M.
La ragazzina nuova di T. Cabras
Dalle un bacio di V. S.
In carcere di J. Vanier
Pizza, supplì e bibita a 7 euro di M. B.
La tenerezza di Dio di L. Nardini
Altri articoli
Questo bambino lo amo! di I. de Mézerac
Counseling in rima di A. Bianchi
La malattia e la fede di F. Bertolini
Scheda: Il Parkinson di V. Levi della Vida
Gli amici che non ti aspetti di Monica
Cartelli letti alle porte delle chiese
Libri
Né giusto né sbagliato, P. Collins
Credere e curare, I. R. Marino
La disabilità non è un limite, AA. VV.
Il Vangelo per tutti i disabili mentali
Dopo di noi, insieme a noi, F. Belletti
Gli oggetti raccontano storie straordinarie di oggetti comuni, S. Tamberi