Il counseling rivolto ai genitori
ha come scopo, questo è ormai provato,
di sostenere a casa ed anche fuori,
del terapista lo sforzo e l’operato

È inutile, si dice giustamente,
che al bambino si faccia terapia
se poi in famiglia, inesorabilmente,
di più si aggrava la patologia

Così un manipolo di incauti ed entusiasti
psicologi dalle ottime intenzioni
si dedica a aggiustare tutti i guasti
prodotti a casa in tre generazioni…

Ai genitori attoniti e perplessi
si spiega con dovizia di dettagli
che (affinché il pargolo faccia progressi)
è indispensabile evitare certi sbagli

Servono regole, limiti, fermezza
uniti alla presenza e all’attenzione
non guasta un pizzico di autorevolezza
insieme a tanto affetto e comprensione

Solo così, sentendosi protetto
e, al tempo stesso, amato e contenuto
potrà il bambino apprendere il rispetto
e non provar l’angoscia del rifiuto

E perché esprima al meglio e in modo attivo
le potenzialità e la fantasia
serve un atteggiamento positivo
che favorisca la sua autonomia…

“L’autonomia? Ma lei vuole scherzare?”
trasecola la mamma sconcertata
“Se è dalla nascita che fa quel che gli pare!
Non crede che già l’abbia conquistata?”

“E poi limiti, regole… ma scusi
lei non lo sa che i tempi sono cambiati?”
Sospirano all’unisono delusi
“Questo Istituto ha metodi antiquati”

Che fare se il bambino dodicenne
dorme da sempre in mezzo ai genitori
o se i suoi pomeriggi passa, indenne,
facendo zapping su tre televisori?

“Che male c’è?” ribattono beati
In fin dei conti non ci formalizziamo.
Stiamo un po’ stretti ma ci siamo abituati.
Ci resta male se lo allontaniamo…”

“Per la TV però ci siamo imposti!
Più di sei ore non gliene concediamo
(dodici di sabato) e costi quel che costi
su questo punto proprio non cediamo!”

Un angioletto di soli quattro anni
sfascia ogni cosa a suon di martellate
“Ma a quell’età è normale fare danni
anch’io ne ho fatte tante di bravate…”

dice il papà, commosso e inorgoglito
“E impressionante quanto mi assomiglia!”
“Dottore non dia retta a mio marito
ha preso tutto dalla MIA famiglia!”

C’è poi quella fantastica bambina
che a tutti i suoi parenti dà il tormento
scegliendo per due ore ogni mattina
fra i vari capi del suo abbigliamento…

“Che vuole, ha un gusto innato, un’eleganza!
Queste son doti che vanno coltivate!”
Spiega la mamma con lungimiranza
“E se da grande vuol fare le sfilate?”

C’è chi a sei anni la prima colazione
la fa col biberon da quando è nato
Ma pure al pranzo della Comunione
lo ingozzerete con l’omogeneizzato?

“Certo, altrimenti lui non mangia niente!
Non c’è promessa, premio o punizione
che serva con un figlio inappetente
Vuole che rischi la denutrizione???”

I genitori, seri e corrucciati,
dall’altro lato della scrivania
scrutano lo psicologo allarmati
e si sussurrano “È matto…Andiamo via!”

Lo psicologo, affranto e annichilito,
a malapena riesce a balbettare
“Il counseling non è ancora finito!”
Ma non c’è più nessuno ad ascoltare…

Articolo tratto da “Babele” n. 28 sett. dic. 2004

Questo articolo è tratto da:
Ombre e Luci n.93

Sommario

Editoriale

La forza della tenerezza di M. Bertolini

La forza della tenerezza

L’incanto si è rotto di M. Bertolini
Le mollette di Roberto di Roberto e Valeria M.

La ragazzina nuova di T. Cabras
Dalle un bacio di V. S.
In carcere di J. Vanier
Pizza, supplì e bibita a 7 euro di M. B.
La tenerezza di Dio di L. Nardini

Altri articoli

Questo bambino lo amo! di I. de Mézerac
Counseling in rima di A. Bianchi
La malattia e la fede di F. Bertolini
Scheda: Il Parkinson di V. Levi della Vida
Gli amici che non ti aspetti di Monica
Cartelli letti alle porte delle chiese

Libri

Né giusto né sbagliato, P. Collins
Credere e curare, I. R. Marino
La disabilità non è un limite, AA. VV.
Il Vangelo per tutti i disabili mentali
Dopo di noi, insieme a noi, F. Belletti
Gli oggetti raccontano storie straordinarie di oggetti comuni, S. Tamberi

“Counseling” in rima ultima modifica: 2006-03-30T10:37:03+00:00 da Antonella B.

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