La prima causa di tensione sono i conflitti di ogni genere. J.V. li analizza passando da quelli a più largo raggio di influenza (culturali, politici, sociali) fino ai più intimi: quelli all’interno della famiglia e quelli dentro ciascuno di noi. Ecco il primo nodo da sciogliere per ritrovare libertà e pace.
Ma questo richiede un grande cambiamento personale. Dobbiamo conquistare la capacità di vedere e affrontare i conflitti e per primi quelli nati dentro di noi, rielaborandoli con sincera coscienza.
Bisogna dunque”superare le barriere” che abbiamo eretto tra noi e gli altri uomini, popoli e nazioni, cercando con tutti il confronto e la collaborazione senza timore che questo significhi rinnegare la nostra fede e la nostra cultura ma piuttosto pensando che questo confronto le completi e le arricchisca.
Nei rapporti con gli altri non basta una cortese accettazione, ci vogliono veri legami di amicizia. Non basta dire”ciao” dobbiamo rivelarci all’altro e accettare di conoscerlo. Non basta costruire una famiglia, un gruppo anche allargato e starci bene dentro: la comunione vera nel gruppo esiste solo quando ci si impegna insieme a lavorare per la pace e la giustizia, aprendoci sempre di più a chiunque si incontri.
In quanto esseri umani, abbiamo bisogni fondamentali (cibo, vestiti, alloggio) che ci permettono di vivere e bisogni che ci fanno crescere (rispetto, attenzione a come siamo, tenerezza): i primi sono regolati per legge, i secondi solo dall’amore.
Dovremo garantirli a tutti quelli che ancora ne sono privi.
Soli così, per naturale germinazione, può nascere la pace nel mondo.
Crescere in questa direzione costa fatica, c’è il rischio di perdersi e di rinunciare; possono nascere incomprensioni e privazioni anche rispetto ai parenti e agli amici di sempre che potrebbero non capirci.
Per questo dobbiamo attrezzarci: avremo bisogno di purificarci, di liberarci dalle scorie, dai falsi bisogni”non accumuliamo oggetti materiali, accumuliamo relazioni” ci suggerisce J.V. Avremo bisogno di capire i nostri sbagli, quelli del passato e quelli che continueremo a compiere, di perdonarceli e di saper chiedere perdono.
Solo quando avremo raggiunta questa libertà interiore sapremo essere costruttori di pace. E quale sarà la ricompensa?
Ancora la pace, quella del nostro cuore, che ci renderà capaci di accettare ogni cosa, compresa”sorella morte” che vivremo come la méta naturale all’avventura della vita. Garantisce Jean Vanier.
Tea Cabras, 2004
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 88
Sommario
Il Natale di...
..di Massimo di M. Bertolini
... di Carlo di L. Colombaro
... del Ricco Epulone di T. Cabras
Vorrei fare qualcosa per gli altri. Ma cosa? Qualche suggerimento
Che succede a Natale nelle comunità di Fede e Luce?
Parola di genitore
Le testimonianze dei genitori: «Quando mio figlio disabile mi piace di più» di Redazione
Alberto di M. G. Romanini
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Essere vicini a chi è in fin di vita di
Libri
Anche Dio ha un sogno, D. Tutu
La casa in cima all'albero, H. Kennedy
Trovare la pace - Recensione, J. Vanier