Daniele
Sono Stefano, il papà di Daniele, un ragazzo dolcissimo che non comunica. Noi lo capiamo con una cosa che chiamiamo empatia cioè lo capiamo in base a una conoscenza quotidiana fatta di piccoli segnali e abitudini.
Ci sono tante cose che ci comunica: ad esempio, quando ci guarda e stringe gli occhi forti sorridendoci mentre gli parliamo dolcemente e con amore, oppure quando ci dà delle pacchette sulle spalle o ci arruffa i capelli o quando ci fissa o ci abbraccia quando meno ce lo aspettiamo, trasmettendoci sempre coraggio e serenità. Ecco questi sono i momenti in cui ci piace di più.
Tutto questo e molto altro è Daniele che non finisce mai di stupirci per la sua dolcezza e delicatezza anche verso i fratellini.
Stefano Manfucci , 2004
Vincenzo
Quante volte ho pianto in silenzio e con grande risentimento verso Dio per la sorte del mio bambino.
Ora che ha 32 anni mi accorgo del differenze e delle difficoltà che in grande dono che ho avuto. Ho avuto il messaggero del Dio vivente accanto a me.
Certo la visione della vita dal punto di vista terreno non poteva portare alla disperazione per via delle tante differenze e delle difficoltà che in Vincenzo sono troppo evidenti.
Gli sguardi, i compatimenti, i compiacimenti della gente per l’opera che io svolgevo, non facevano che aggravare la mia già precaria condizione psicologica.
Non mi è mai bastato fare tutto, dico tutto il possibile per rendere agibile la vita di Vincenzo, non per la mia gratificazione ma solo per ottenere un risultato che desse a Vincenzo il beneficio dell’autonomia.
Devo confessare che il progetto non mi è riuscito però non demordo.
In compenso, la sensibilità di Vincenzo mi ha gratificato di tutti i sacrifici fatti per riuscire.
Vincenzo ha compreso la mia disperazione e si è assunto la responsabilità di quanto gli accade. Infatti, molte volte, quando mi vede arrabbiato (per qualsiasi motivo) lui si scusa dicendomi “papà non ti arrabbiare“. In queste poche parole ho sempre letto la sua volontà di ritenersi unico responsabile dei miei stati d’animo. Ed io questo lo capivo e cercavo sempre di dissuaderlo da questo suo pensiero.
E allora Vincenzo ha cambiato tecnica. Ha cominciato a parlare positivamente chiedendo addirittura pareri su di lui del tipo:”Sono bravo io?“
Al che ho capito che se io avessi avuto almeno un decimo della sua sensibilità sarei stato cento volte più felice.
Ora che me lo ha fatto capire posso anche cominciare a vivere. Ho un angelo che si preoccupa per me: VINCENZO
Egidio
Silvia
Quando era adolescente pensavo come sarebbe stata la mia vita futura. Nei sogni dell’adolescenza c’è sempre la figura del”principe azzurro”, del matrimonio, dei figli. Ora che ho raggiunto la terza età ogni tanto giro la testa per fare il bilancio della mia vita. Ho avuto la fortuna di incontrare il “principe azzurro”, ho avuto la fortuna di avere tra figli, ma la seconda, Silvia, è portatrice di handicap psico-fisico.
Cercando (non so se ci sono riuscita) di non togliere niente agli altri figli, Silvia ha assorbito tutte le forze mie e di mio marito ed è stata la fonte di tante preoccupazioni, ma anche di soddisfazioni e di gioie. Dopo tante peripezie, comuni a molti genitori che vivono il nostro stesso problema, siamo riusciti con altri genitori, che ho conosciuto nel gruppo di Fede e Luce, a formare una casa-famiglia dove Silvia vive con i suoi compagni serena e felice di ciò che riesce a fare (laboratorio, dolci, terapie, e quello che più le piace come le vacanze).
Ora il suo visetto, segnato spesso da tensioni e da ribellioni, è più disteso; sorride facilmente, nel suo sguardo si legge richiesta di protezione, ma anche gioia e voglia di vivere. Quello che più ci piace è quando il sabato, tornando a casa, felice ci abbraccia e in questo gesto sia io che il papà leggiamo la felicità di essere tornata a casa tra gli affetti che le hanno dato sicurezza e la forza di dire:”Ci sono anch’io, eccomi qui!“. Tutto ciò, dopo 36 anni di battaglia, ci dona la serenità e la soddisfazione di aver trovato la strada per Silvia che credevamo di non poter mai raggiungere.
Gemma Magnanelli
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 88
Sommario
Il Natale di...
..di Massimo di M. Bertolini
... di Carlo di L. Colombaro
... del Ricco Epulone di T. Cabras
Vorrei fare qualcosa per gli altri. Ma cosa? Qualche suggerimento
Che succede a Natale nelle comunità di Fede e Luce?
Parola di genitore
Le testimonianze dei genitori: «Quando mio figlio disabile mi piace di più» di Redazione
Alberto di M. G. Romanini
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Una bambina da incontrare di L. Nardini
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Essere vicini a chi è in fin di vita di
Libri
Anche Dio ha un sogno, D. Tutu
La casa in cima all'albero, H. Kennedy
Trovare la pace - Recensione, J. Vanier