I nostri figli sono esclusi dalla corsa all’efficienza, alla ricchezza, alla bellezza. Qualcuno di loro ha limitata coscienza di essere meno abile dei suoi coetanei eppure esprime in maniera insistente il bisogno di essere accettato ed amato.
Ogni volta mi sento un po’ sconvolta dentro… è difficile dire un sì di cuore. L’accettazione della loro presenza, senza tristezza, senza vergogna di fronte agli altri, senza angoscia per il loro futuro, questo è Dono di Dio senza il quale non c’è pace per noi. Dacci, o Gesù, pazienza, coraggio, salute perché possiamo amare nostro figlio veramente, ogni giorno. Dài alla società, cui pur riconosciamo meriti di impegno nei confronti dei disabili, una cultura di non esclusione, perché le persone abbiano occhi nuovi per chi è in difficoltà, non occhi di meraviglia o di commiserazione ma occhi disinvolti, di simpatia.
Forse un giorno anche noi genitori avremo occhi nuovi tanto che potremo pregarti: “Grazie, Gesù, per questo figlio imperfetto perché è l’occasione di crescita e solidarietà per tutti noi”.
Da una mamma polacca
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.86
Sommario
Editoriale
Un'Italia nascosta di M. Bertolini
Concorso
La chiesa è per tutti?
Non cercare il sale nella minestra di Tea Cabras
L’umana resistenza di Silvia Gusmano
La domenica con i disabili di V. Rossani
Articoli
Perché esiste la disabilità? di J. Vanier
Lo sguardo sulle persone diverse da noi di Redazione
Amministratore di Sostegno di S. Artero
Parla il Giudice Tutelare Intervista di Cristina Tersigni
Lavorare? Sì, grazie! di L. Nardini
Un orribile meraviglioso campeggio di O. Gurevich
Il dente del giudizio e il servizio civile di S. Gusmano
Nuovo istituto di riabilitazione nel Sud di V. Giannulo
Rubriche
Libri
Il ragazzo che amava Shakespeare, B. Smith
In autobus con mia sorella, R. Simon
Storia dell’aborto, G. Galeotti