Brava, namma!

È stata una grande emozione …Andrea, che temevo si offendesse per ciò che avevo detto anche con brutale franchezza si è complimentato dicendomi le testuali parole: “Sei vera, sincera, brava mamma!”…Luca, il figlio “sano”, ha esitato a leggerla e poi ha nascosto l’emozione dietro una battuta, ma ha fatto la fotocopia, e con il mio permesso, l’ha fatta leggere alla sua (spero per sempre) ragazza! Grazie, carissime, per questo momento di forte unione tra noi quattro che ci sentiamo e siamo sempre coinvolti da difficoltà di ogni genere!
Ora con grande dolore penso ai miei genitori, a Roma, ben accuditi da una brava ragazza ucraina, ma pur sempre “poveri”: mio padre da tre anni trasformato dall’Alzheimer in una creatura bisognosa di tutto, fragile più di un neonato, perché ogni giorno peggiora anche la comunicazione e, se fino all’anno scorso, mi diceva “bella di papà” ora è inerte, apparentemente lontano da tutto, ma non dai baci e dalle carezze che gli vengono donate da Ada, sua moglie da 60 anni e da chi lo va a trovare. Nella sua umanità fatta appunto di Ombre e Luci, eravamo abituati a vedere, ingiustamente, in lui più i difetti che i suoi pregi e questo periodo di silenzio ci ha fatto capire la nostra durezza nel giudicarlo e la difficoltà di comunicare e di dirsi le cose belle e brutte in modo sereno. Anch’io ho capito di averlo sempre giudicato, e poco amato, quasi mi spettasse sempre dall’altro la comprensione perché il “mio grande dolore” era diventato il centro, il paravento per non accorgermi del dolore altrui cominciando dai limiti dei | miei genitori! È un gran mistero sia la sofferenza, sia l’Amore di Dio così infinito da perdercisi… Vi benedico perché attraverso il giornale mi aiutate a ricordare che la vita è fatta del quotidiano piccolo e ripetitivo, ma avvolto dalle braccia amorose di Dio Padre e Madre!…

Silvana

Mamma autrice della lettera «Carissimi di O.L.» nel numero di Natale 2003.


Andiamo a Venezia

Il 27 giugno 2004 alle 8, sette delle persone che hanno iniziato da poco il cammino di Fede e Luce sono nella stazione di Feltre in attesa del treno per Venezia, dove si tiene l’incontro regionale delle comunità FL. Siamo sereni e allegri anche se può sembrare un azzardo metterci in viaggio tre disabili, due amici e due parenti. Ma sappiamo che meno sicurezze ci sono, più si manifesta la certezza di Dio. Alla stazione di Venezia, si avvicina una signora: siete quelli di Feltre? È fatta: ora abbiamo una guida attenta e partecipe, che ci conduce al passo del più lento e incerto, fino alla magnifica chiesa dei Frari. Qui incontriamo gli altri, provenienti da Conselve, Vicenza, Venezia, Abano e dal Garda. Tra le offerte della messa, c’è la candela di Fede e Luce, che brillerà accanto alle due sull’altare.
Sono benedette delle sciarpine che ognuno si porterà a casa e le lettere che Jean Vanier ha scritto per noi. Il silenzio partecipe, qualche occhio lucido, i volti sereni dimostrano quanto reale sia la presenza di Gesù per i nostri fratelli, che spesso a torto consideriamo solo degli sfortunati. Le Mamme, i papà, gli amici vedono questa presenza.
Poi il pranzo nel patronato dei Frari, la festa, le canzoni, il gelato, una piccola cerimonia, i saluti.
Sciamano le carrozzine per raggiungere il vaporetto, chi riesce va a piedi: si risponde con un sorriso sicuro agli sguardi curiosi dei passanti. Non c’è niente da nascondere, anzi “Imparate da noi che siamo miti e umili di cuore”.

Maria Teresa Sasso


Mi date coraggio

… Mi sono di nuovo commossa in maniera profonda per le parole della madre polacca (v. O.L. n 86 pag. 4) che ha riassunto così bene il tumulto di emozioni che vivo da 27 anni. Grazie per avere ripetuto che solo Dio può donarci ogni giorno la pazienza, il coraggio e la salute, per non “vedere” nel nostro figlio solo una disgrazia da subire, ma arrivare a vederlo con occhi nuovi come un’occasione speciale di crescita e solidarietà per tutti noi.

Silvana Zamperoni

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.87

Sommario

Editoriale

L'iniezione di Uscobupt di M. Bertolini

Parliamo di lavoro

Il collocamento mirato di T. Cabras
Storia di Giorgio e del suo lavoro di P. Tardonato

Articoli

Benedetta mi ha convertito di Giampaolo
Il film «Le chiavi di casa» di T. Cabras
La barca bianca di J. Larsen di Silvia Gusmano
Associazione “Invitati alla festa” di Cyril Donille
Una Casa-famiglia dove la maternità ritorna gioia di Giulia Galeotti
Come guardano i bambini di una mamma
Sguardo come?

Rubriche

Dialogo aperto

Libri

Sempre Capricci!, R. Giudetti, M. Lecci
Bianco su nero, R. Gallego
Mio padre è un chicco di grano, L. De Vita
Francesca Cabrini, L. Scaraffia

Dialogo aperto n.87 ultima modifica: 2004-09-13T18:11:23+00:00 da Redazione

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