Pensionata assistente sociale nel ’95, mi sono avvicinata a F. L. qualche anno dopo attraverso un nostro piccolo laboratorio, senza un preciso intento, né con meditata disponibilità.
La funzione di responsabile nel ’99 mi ha colto di sorpresa. Ora, alla fine dei tre anni, tutto mi sembra discutibile, salvo l’apprendimento dell’ascolto. Vedo il viso turbato, contratto e stanco di un padre che si contiene a fatica di fronte a una turbolenza improvvisa del suo ragazzo e poi, nella festa, si accompagna a lui in un mimo; sento il racconto minuzioso di una madre che vigila paziente sul figlio; ascolto l’amica che ha capito anche i miei vuoti… Li sento fratelli, c’è una positività nel mistero della debolezza dell’uomo.

Oggi posso dire che la comunità educa perché noi ne sentiamo il bisogno. L’esperienza di pedagogia reciproca è una necessità, non una scelta volontaristica o etica: il cambiamento, il nuovo si pone di continuo ad ogni incontro e noi siamo tesi a comprederlo.

Nella mia attività lavorativa nelle istituzioni di cura l’esperienza era filtrata, la condivisione non sempre ritenuta elemento rilevante e comunque mediata dall’approccio tecnico.

Nella comuntà F. e L. il legame affettivo è fondante, si respira la libertà del rapporto di amicizia e tutta la persona ne risponde. Ne segue, nella ricerca del reciproco bene e nell’interesse misurato e calibrato verso le nostre debolezze, la necessità di un continuo confronto. È un cammino verso la persona.

Se, attraverso gli anni, è rimasto vivo ed evidente questo connotato essenziale ed è giunto sino a me, ho la convinzione che si tratti di un patrimonio culturale veramente fertile.

Antonella B., 2003

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.81

Sommario

Editoriale

Che cosa è Fede e Luce di M. Bertolini

Genitori di ragazzi con disabilità

Festeggiamo la nascita di un bambino - Genitori di ragazzi con disabilità di Tommaso
Fede e Luce apre le nostre braccia di genitori di T. M
Non siamo stati soli - di B. Sturiese
Una triste esperienza. Quando tutti si allontanano di C. Brundisinì
Il suo valore - di R. Staforte
Come un tesoro, preghiera di una mamma - di Eufemia

Fratelli e sorelle di ragazzi con disabilità

I fratelli e le sorelle di ragazzi con disabilità - Che pensano? Che provano? di Maria Teresa Rendina

"Ragazzi" e "Amici"

Un autobus chiamato Santa Silvia di Filippo Ascenzi
Cercare di starci su questa barca - di Giulia Galeotti
Come risponderti, Alberto? - di G.
Alla fine medaglie per tutti - di V. C.
Mi trovo bene con tutti - di Giovanni Grossi
Abbiamo raccolto le olive - di Cristina Ventura
Vengo dopo la Messa - di Valentina
Fino all'ultimo respiro - di Vanna
Fede e Luce: un cammino verso la persona - di Antonella B.

I Bambini a Fede e Luce

I bambini a Fede e Luce - Un'esperienza che fa crescere - di Francesca R. Poleggi
Porto i miei figli a Fede e Luce perché... - di Alessandra Zezza
Dario, sei anni, ci parla di Fede e Luce - di V. e M. Giannulo
Rimango incantata - di Cristina Tersigni
Una scuola di vita, non sempre facile - di Huberta

I sacerdoti

La mia esperienza di prete a Fede e Luce - di P. E. Cattaneo
La strada che ci sta davanti - di don M. Bove
La missione del sacerdtote nella comunità Fede e Luce di fra C. Vecchiato

Come si fa Fede e Luce

Come si fa Fede e Luce - Il lavoro in équipe - da J. Vanier
Come far nascere una nuova comunità - di P. Klaus Sarbach
Nuove famiglie: istruzioni - di T. R.
“Responsabilità: Sì o No?

L'ecumenismo a fede e Luce

L'ecumenismo in Fede e Luce - Un dono - di Tony Hulten
Insieme verso una terra di unità - di J. Vanier

Segni di Fede e Luce nel Mondo

Segni di fede e Luce nel mondo - 1454 comunità di 77 paesi - di Lucia Casella
Le comunità Fede e Luce nell’Est Europeo - di Olga Gurevitch
Esperienze di Fede e Luce in Africa - di Maria J. Souto Neves

I deboli e la pace di J. Vanier
Incontri

Un cammino verso la persona ultima modifica: 2003-03-13T15:58:25+00:00 da Antonella B.

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