Qualche tempo fa, parlavo con un mio amico psicologo della mia ormai lunga esperienza a Fede a Luce.

Alla fine mi dice:
— Sai, nella vita di una persona sono due o tre le cose veramente importanti che capitano. Secondo me per te F&L è una di queste.
— Come!?! — dico — F&L è tutto sommato marginale nella mia vita. Come puoi affermare che è una delle cose più importanti?
— Marginale come quantità di tempo, non come qualità!
— Vuoi dire che F&L è più importante del tempo che passo sui libri, a studiare, a scrivere e a insegnare teologia? Vuoi dire che F&L è più importante del lavoro fatto in Seminario?
— Senti, io sono un laico, non me ne intendo molto delle vostre cose. Però penso che se il Padre Eterno si interessa a qualcosa, non è certo ai tuoi libri o alle tue lezioni…
— Mi lasci stupito! Ma in effetti anch’io a volte mi chiedo il perché di questa lunga fedeltà a F&L: che cos’è che mi ha attirato e mi attira?
— F&L è certamente uno di quei luoghi dove ciascuno di voi tira fuori la sua umanità, senza orpelli, senza maschere; dove i rapporti sono più immediati, semplici; dove ciascuno è importante non per quello che fa, ma per quello che è, anzi, semplicemente perché c’è, perché esiste. E questo riconoscimento è una delle esigenze fondamentali della nostra vita di relazione. Per questo voi vi divertite lì più che altrove!
— Tu dici che mi diverto a F&L? Trovo curioso questo tuo modo di parlare, però devo riconoscere che è vero! Ma, come prete, quale deve essere il mio ruolo in un gruppo di questo tipo?
— Come prete, non lo so. Forse farai la messa qualche volta, farai qualche predica, ma non è questa la cosa più importante. Tu come prete, in un gruppo così, devi imparare anzitutto a essere umano, devi imparare ad amare.
— Voi psicologi siete tutti uguali, non capite niente delle cose spirituali!
— Stammi a sentire. Amare non è dire: «Se non ho niente da fare, vengo a trovarti, ti do una mano». Amare non è dare una briciola del proprio pane, ma condividerlo con l’altro. Amare è entrare nel mondo dell’altro e prenderlo come misura del proprio agire. Se un bambino piange perché ha fame, la mamma non dice: «Appena sono libera, ti darò da mangiare». E il bambino, con le sue reali esigenze, che detta i tempi e i modi dei genitori. Tu non ti sei mai preso cura di qualcuno? Intendo dire di una persona concreta, cercando di entrare nel suo mondo, nella sua sofferenza, camminando al suo passo?
— Non credo che, come prete, io possa fare questo!
— Mio caro, allora finora hai perso tempo! Il vangelo non l’ho scritto io. Eppure mi ricordo di aver letto: «Tutto quello che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me». Questa è la strada. Vuoi vedere che siamo noi psicologi che crediamo veramente al vangelo? Per noi il povero è quella persona che ci sta davanti con la sua fragilità, con il suo bisogno…».
— Ora non cambiare le carte in tavola! Secondo te allora noi preti non facciamo niente!
— Non è che non fate niente, dico solo che se vuoi essere veramente spirituale devi essere veramente umano. Per questo ti ho detto che l’aver incontrato F&L è stata una delle poche cose veramente importanti della tua vita.

P. Enrico Cattaneo (già assistente nazionale di Fede e Luce), 2003

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.81

Sommario

Editoriale

Che cosa è Fede e Luce di M. Bertolini

Genitori di ragazzi con disabilità

Festeggiamo la nascita di un bambino - Genitori di ragazzi con disabilità di Tommaso
Fede e Luce apre le nostre braccia di genitori di T. M
Non siamo stati soli - di B. Sturiese
Una triste esperienza. Quando tutti si allontanano di C. Brundisinì
Il suo valore - di R. Staforte
Come un tesoro, preghiera di una mamma - di Eufemia

Fratelli e sorelle di ragazzi con disabilità

I fratelli e le sorelle di ragazzi con disabilità - Che pensano? Che provano? di Maria Teresa Rendina

"Ragazzi" e "Amici"

Un autobus chiamato Santa Silvia di Filippo Ascenzi
Cercare di starci su questa barca - di Giulia Galeotti
Come risponderti, Alberto? - di G.
Alla fine medaglie per tutti - di V. C.
Mi trovo bene con tutti - di Giovanni Grossi
Abbiamo raccolto le olive - di Cristina Ventura
Vengo dopo la Messa - di Valentina
Fino all'ultimo respiro - di Vanna
Fede e Luce: un cammino verso la persona - di Antonella B.

I Bambini a Fede e Luce

I bambini a Fede e Luce - Un'esperienza che fa crescere - di Francesca R. Poleggi
Porto i miei figli a Fede e Luce perché... - di Alessandra Zezza
Dario, sei anni, ci parla di Fede e Luce - di V. e M. Giannulo
Rimango incantata - di Cristina Tersigni
Una scuola di vita, non sempre facile - di Huberta

I sacerdoti

La mia esperienza di prete a Fede e Luce - di P. E. Cattaneo
La strada che ci sta davanti - di don M. Bove
La missione del sacerdtote nella comunità Fede e Luce di fra C. Vecchiato

Come si fa Fede e Luce

Come si fa Fede e Luce - Il lavoro in équipe - da J. Vanier
Come far nascere una nuova comunità - di P. Klaus Sarbach
Nuove famiglie: istruzioni - di T. R.
“Responsabilità: Sì o No?

L'ecumenismo a fede e Luce

L'ecumenismo in Fede e Luce - Un dono - di Tony Hulten
Insieme verso una terra di unità - di J. Vanier

Segni di Fede e Luce nel Mondo

Segni di fede e Luce nel mondo - 1454 comunità di 77 paesi - di Lucia Casella
Le comunità Fede e Luce nell’Est Europeo - di Olga Gurevitch
Esperienze di Fede e Luce in Africa - di Maria J. Souto Neves

I deboli e la pace di J. Vanier
Incontri

La mia esperienza di prete a Fede e Luce ultima modifica: 2003-03-13T15:22:33+00:00 da Enrico Cattaneo

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