Molti di voi si sono fatti vivi con un segno tangibile: i ritardatari inviando un contributo arretrato, puntuali mandando un contributo più generoso e rinnovando quello già inviato. Grazie. Altri ci hanno fatto giungere per e-mail o per posta lettere affettuose piene di riconoscimento per il nostro lavoro, di osservazioni e consigli che speriamo di utilizzare nel modo migliore per il futuro. Starà a voi giudicare.
Non sono mancate le critiche, anche molto severe, come quelle che potete leggere nella lettera della lettrice Maria Rosa Oneto. Della sua come delle altre abbia mo deciso di pubblicare qualche stralcio perché ci sembra giusto farle conoscere a tutti i lettori.A M.R. Oneto in particolare, vorremmo dire tante cose per farci conoscere e capire meglio perché abbiamo visto dai nostri schedari, che, in realtà, le è stato inviato in diffusione soltanto un numero di Ombre e Luci, quello con le foto di Lourdes. Speriamo che voglia leggere ancora qualche articolo prima di rendere definitivo il suo rifiuto. Per ora preferiamo risponderle attraverso altre lettere dei nostri lettori e speriamo voglia scriverci ancora.Noi faremo del nostro meglio per essere, come sempre, vicini e solidall. Vale a dire: NELLA STESSA BARCA! Un abbraccio a tutti e buona lettura.
Vetrina di esperienza e storie
Ombre e Luci è una rivista tipicamente associativa. Esprime la sensibilità e la cultura di una comunità di accoglienza per persone disabili Ombre e Luci & una rivista vera, genuina, perché esprime il vissuto complesso di una comunità di dimensione internazionale che ha negli anni accumulato un patrimonio di umanità (la Chiesa, è bene ricordarselo soprattutto di questi tempi, è costituita da questo genere di realtà e non dai preti o dalle scuole cattoliche). Ombre e Luci è una vetrina di esperienze di storie, di volti, una carrellata di umanità letta alla luce di una peculiare sensibilità evangelica, di una attenzione al piccoli che si declina in una serie di scelte e di comportamenti. È una rivista fatta prima e soprattutto dalle persone piuttosto che dalle parole. Parla di temi sociali ma non è una rivista di denuncia sociale nè tanto meno politica. Tratta dei diritti delle persone disabili ma non pretende di essere uno strumento dei diritti. È una rivista che non fa sentire soli, che fa compagnia e, oltre a dare informazioni utili, diffonde una cultura con la “c” maiuscola ed il senso di una solidarietà vera perché frutto di esperienze di vita e non di proclami buonisti.
Perché non immaginare che Oel possa riflettere mondi vitali e costituire uno strumento di collegamento e di comunicazione tra loro?
Daniele e Chiara Gatti – Roma
Voltate pagina
Purtroppo, tra che pagine del vostro giornalino appare una visione della disabilità, dell’handicap marcatamente catechistica e parrocchiale. Questo, in un periodo in cui, la maggiorana di noi ha o aspira a un dignitoso posto di lavoro, a un’integrazione sociale egualitaria e partecipativa; a una dimensione di vita che, superando limiti fisici, costrizioni architettoniche burocratiche, diventi la spinta necessaria per edificare un presente ed un futuro migliorere. Tra i paragrafi della vostra rivista nonostante i superamenti sui concetti di diversità, di anormalità, di pari o residue capacita, si tende trattare l’handicap, sempre e soltanto, come una risorsa di fede. Di “cammino sofferto” verso la Provvidenza; di carità e pietismo nei confronti dell'”altro” che da tempo sono stati aboliti o giacciono dimenticati nella scatola del “brutti ricordi”
Qundi, quale mio consiglio disinteressato, non le dispiaccia se le dico francamente che sarebbe ora di voltare pagina e di investire la redazione di aria fresca.
Maria Jose Oneto-Rapallo (Ge)
Ci fa sentire in famiglia
Fate bene a fare il punto sulla situazione, a volte é anche necessario per riparti re con più convinzione ma per mo, la rivista è come amico che so di incontrare ogni tre mesi e e non posso pensare di non ritrovarlo più.
La conoscenza di iniziative Coraggiose, di persone, di gruppi che lottano con coraggio par dare piena dignità alle persone più deboli e meno dotate dà a chi sa comprendere, una carica di speranza e di energia.
Io posso solo dire lo che ha rappresentato e rapresenta per la rivista e penso che lo sia molte anche altre persone. Certa mente non è la sola che si propone di essere al servizio dell’uomo e dell’uomo più indifeso, ma per me servizio nella sua veste modesta, ha una di menisione preziosa, una dimensione familiare. Ci fa sentire in famiglia: la possibilita di parlare con voi direttamente per telefono negli orari di ufficio e di scrivere sapendo di avere una risposta di incoraggiamento, per me personalmente è stata di aiuto grandissimo in certi periodi difficili.
Dalla mia esperienza posso suggerirvi di sottolineare questa possibilità, forse di eastenderla se troverete collaborazione.
È certamente utile informare le persone che ne fanno richiesta, di tutte le realtà e i servizi che si trovano nella loro zona, perché certi pesi insieme si portano meglio.
Sarebbe anche bello il formarsi di vari gruppi di Ombre e Luci al quali la rivista sarebbe di collegamento e sostegno.
Quali sono i vostri rapporti con l’associazione Fede e Luce? Forse interesserebbe anche un numero di notizie di questa associazione nel mondo.
Avete trovato accoglienza nelle diocesi?
Riguardo al contenuto forse oltre al brevi flash su vari argomenti, sarebbe utile di volta in volta, approfondire un tema, un’esperienza.
Trovo incisiva la rubrica sulle nuove terapie e gli aggiornamenti medici e psicologici. Utili le recensioni di libri e di Film.
La vostra rivista è diversa perché aperta a tutti e non autoreferenziale. Non disperdete il patrimonio di competenze ed esperienze raccolte in tanti anni di lavoro
Maria R. Schaffner Clampi, Firenze
Cambiare per mantenere
Naturalmente ci sara bisogno pian piano di persone che si impegnino a dare il cambio a chi si è prodigato per tanti anni e così bene, ma si deve mantenere questa rivista per la ricchezza e l’umanità delle testimonianze e per il servizio di informazione circa i libri, comunità, laboratori, iniziative di viaggi e vacanze che non sono facilimente reperibili altrove.
S. Simonato, Cinisello Balsmo
Più temi spirituali
Ho conosciuto la rivista attraverso un moncao francese il quale, sapendo che ho una bambina down, mi dette un numero della rivista francese “ombres et Lumière”. Le confesso che se lei non avesse fatto il punto della situazione “per vedere più chiaro”, non so se avrei rinnovato il contrivuto perché secondo me manca qualcosa all’edizione italiana.
Bene la rubrica Dialogo Aperto, le varie testimonianze, le recensioni di film, ecc.
Ma non ho trovato ancora nella rivista ciò che cercavo e che nel numero francese del 1992 avevo trovato: l’approfondimento spirituale, il leggere sia l’esperienza personale di handicap sia l’esperienza di condivisione e di servizio alla luce del Vangelo di Gesù…
La ringrazio per la “provocazione” – vogliamo andare avanti o dobbiamo chiudere? – NO: non chiudiamo. Approfondiamo”
Se vuole, potrei contribuire con qualche articolo saltuario.
Daniela Fedi, Pistoia
Legata agli amici
L’arrivo del giornalino in casa mi tiene legata tramite riflessioni, esperienze e notizie a tutti gli amici di Fede e Luce e al mondo dell’handicap…
Penso che sia arrivato il momento che tutti noi contrivuiamo al buon andamento sia della comunità sia in Ombre e Luci. Il giornalino è un servizio per tutti, spesso a noi ci è stato chiesto poco. Sarebbe bello che ognuno si prendesse carico di contribuire, oltre a ricordarsi di pagare, ma anche con notizie, esperienze che a volte sembrano scontate…
Rita Ozzimo, Roma
Un grosso servizio
…A mio modesto parere, penso che facciate un grosso servizio alla cultura dell’integrazione che è più che mai necessaria e attuale.
Marco Piolanti
Racconta anche di me
…Vi garantico, per quanto mi riguarda, che continuerò a divulgare la rivista fra i miei amici e conoscenti perché in fondo racconta anche di me (i miei amici e parenti sentono spesso parlare di Fede e Luce da me, e si chiedono che cosa faccia veramente da essere sempre così impegnata nel week-end), poi personalmente adoro leggere le storie dei ragazzi che ho incontrato nelle varie comunità di Roma e d’Italia, che magari da tanto tempo non ho più avuto occasione di incontrare e leggere le loro storie mi fa sentire a loro più vicina…
Annick, Roma
Mi ridà entusiasmo
Sono il responsabile di un Centro Educativo Occupazionale Diurno che accoglie disabili adulte. Ospitiamo 20 utenti con varie tipologie di handicap e vari livelli di gravità e offriamo loro servizi educativi e assistenziali che comprendono attività manuali, riabilitative e di integrazione sociale.
Il sottoscritto purtroppo svolge un ruolo di tipo amministrativo-burocratico e di “controllo gestionale” di tutta la vita del Centro. Il mio rapporto con i ragazzi (che in più di 10 anni di lavoro con l’handicap mi hanno dato moltssimo) rimandono perciò un po’ ai margini del mio lavoro, che invece è alle prese soprattutto con telofono, computer e scartoffie varie.
Per questo leggo sempre molto volentieri il vostro giornale, le cui pagine sono dense di umanità, di sensibilità, di vita vissuta, di solidarietà.
Dopo tanti discorsi burocratici, tecnici, politici, il poter ritrovare uno spazio di serena riflessione e di gioia di vivere, è per me una grande ricchezza, che mi fa ritrovare l’entusiamsmo necessario per svolgere al meglio il mio lavoro con la consapevolezza che la reale condivisione della sofferenza è motivo di crescita per tutti.
Andrea Segato, Responsabile di un centro per disabili Abano Terme (PD)
Ci fa sentire uniti
…Da parte mia ti posso assicurare che la rivista è importante, perché ci fa sentire uniti, ci fa rivivere momenti significativi che Fede E Luce organizza e vive, ci informa su iniziative e servizi che altrimenti rimarrebbero noti a pochi e soprattutto, sa far trasparire che è scritta anche con il “cuore” di chi ha vissuto o vive queste “esperienze particolari”.
Elisa Sturlese, Milano
Nei miei pensieri
Cara Mariangela, ho letto sul giornalino “Ombre e Luci” il tuo dubbio se continuare o no la pubblicazione. Ma ti pare? C’è gente che lo legge da quasi vent’anni e poi è l’unico modo di sentire che siamo uniti e che esistiamo ancora. Da quando R. è al Melograno ho intrapreso un cammino di preghiera e voi siete sempre nei miei pensieri…
Lina Cusimano – Roma
Lo vorrei così
Carissimi redattori di Ombre e Luci, leggo sempre il giornale, che fate però non riesco a capire le vostre parole e vorrei che fosse scritto in modo più semplice, e non deve essere incentrato soltanto su di un argomento, ma deve esserci spazio per altre cose, che interessino noi giovani, e anche come migliorare la propria vita, vorrei che si scrivessero articoli sui viaggi, le esperienze vissute e come andare d’accordo con gli altri, e non deve far pesare il fatto della diversità e questo non mi va, le persone si amano e si considerano per quello che sono senza che ci siano distinzioni. Vorrei che fosse scritto in modo più vivace, e non deve essere una cosa fatta solo per quel tipo di persone.
Giovanni Grossi
Calore, amore, valori
È l’una di notte, non riesco a dormire, allora sono venuta in sala e, ascoltando un bellissimo CD di concerti di Natale, sto leggendo l’ultimo “Ombre e Luci” che mi è arrivato!
Ho appena letto la testimonianza della Comunità “Il Roveto” e sono rimasta commossa: ma come potremmo fare a meno di “Ombre e Luci”?
Ogni volta ci trovo calore, amore, richiamo ai valori più veri che nel tran tran del quotidiano, nelle prove riguardanti la mia salute e nelle pieghe meno “belle” del mio carattere rischio di dimenticare!
Grazie: voi siete la sentinella che ogni volta mi richiama e mi dà nuovo slancio!…
Trixi Pezzoli – Milano
Dà voce a chi non ne ha
Qualche sera fa Marta, che aveva appena aperto la posta, ci ha informato, dispiaciuta, che Ombre e Luci potrebbe chiudere. Ne abbiamo parlato a cena e abbiamo scoperto che tutti e quattro leggiamo la rivista o almeno qualche articolo.
Per tanti motivi. Perché ci fa sentire vicino a molti amici, perché ci informa sulle attività di Fede e Luce, perché propone nuove forme di solidarietà e di partecipazione, recensisce libri, etc…
Se interrompeste la pubblicazione, ci sembrerebbe di perdere degli amici e soprattutto, pensiamo che verrebbe a mancare una spazio per dar voce a chi, da solo, non ha voce…
Famiglia Atzeni – Roma
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.77
Editoriale
Andiamo avanti di M. Bertolini
Articoli
Un libro interessante sull’adolescenza dei ragazzi disabili di M.T. Mazzarotto
Accettare che mi lasci di M.H.Mathieu
Come preparare il distacco di N. Schulthes
Conoscere l'handicap: la sindrome Williams di Redazione
Scuole di lavoro di Jean Vanier
Storie di rapporti umani di Redazione
Rubriche
Libri
Piccoli messaggeri d’amore: genitori di bambini con la sindrome di down,
Nella stessa barca, AAVV