Anche se non numerose come speravamo, le vostre risposte alla nostra domanda – a parole e in contributo economico – hanno diradato dubbi e incertezze. “Andate avanti, non mollate!” Grazie per l’incoraggiamento. Ne avevamo bisogno. Quando, circa venti anni fa, abbiamo cominciato a dialogare con voi su queste pagine, lo abbiamo fatto spinti dalla consapevolezza che molti genitori di figli disabili erano soli, smarriti, pieni di difficoltà e di amarezze. Volevamo creare una reta di solidarietà almeno a parole – con quanti desideravano sentirsi meno soli e meno abbandonati.
Poco alla volta e insieme, ci siamo confrontati, abbiamo espresso desideri e bisogni, dato sfogo, a volte, alle difficoltà che ci sembravano insormontabili. Ci siamo aiutati spesso, andando a cercare notizie, luoghi, persone, centri, medici, servizi che potevano essere di aiuto all’uno o all’altro. Forse pochi hanno ricevuto questo aiuto concretamente, ma alcuni pare proprio di si. Abbiamo raccontato le esperienze positive vissute da alcuni per incoraggiare e stimolare quelli che si scontravano con momenti e crisi di segno negativo. Abbiamo dato spazio a riflessioni e ad esperienze di alcune persone che per tutta la vita si sono dedicate, in concreto, all’accompa gnamento e all’educazione delle persone disabili e dei loro genitori. Non so quanti dei nostri lettori giovani si sono ritrovati nel leggere Ombre e Luci. Da parte nostra li abbiamo tenuti presenti per rispondere alle loro richieste, ai consigli che ogni tanto ci chiedeva no. Nei limiti del poco spazio a disposizione, abbiamo accolto i loro racconti sulle scoperte inaspettate che facevano vivendo momenti di tempo libero di servizio, di vacanza con i loro coetanei disabili.
Mentre stendo questo bilancio approssimativo, rivedo nel ricordo volti e figure di persone divenute care e vicine. Alcune mai incontrate di persona, solo sentite al telefono. Altre, seguite più da vicino ospitate e ascoltate nella nostra austera e un po’ umida redazione, Ricordo una giovane mamma con il suo bambino irrequieto di 9 anni, entrare dicendo: “Sono ebrea, sono divorziata, sono atea. Posso entrare lo stesso?” Certamente si era fatta di noi un’immagine impietosa. Ci eravamo proposti di non catalogare mai nessuno nella nostra accoglienza e di aprire le nostre braccia e il nostro cuore a chiunque avesse bussato in cerca di aiuto.
Non ricordo di aver mai vissuto un incontro sgradito. In tutti, sempre, abbiamo trovato affabilità e calore nel dialogo, attenzione e docilità nell’ascolto, un desiderio vero di cercare insieme le soluzioni possibili, anche se spesso non facili e non evidenti. Nei casi più drammatici, dove non c’erano risposte o ricette pronte, ci siamo sempre lasciati con l’impressione di aver passato un momento buono insieme, reciprocamente contenti di esserci almeno interrogati sul come “tirare avanti”
I pochi mezzi a disposizione, la poca competenza specifica, le poche conoscenze scientifiche, non ci hanno mai fermati. Siamo andati avanti con l’impegno di non tirarci indietro, di sorridere dei nostri errori. Se guardo indietro, penso a certe frasi che amiche sagge mi lanciavano ogni tanto: “Ma con quale autorità scrivete ai genitori di…?” “Ma che cosa dite a chi vi chiede…?” Ripensandoci, confesso che spesso ci siamo sentiti inadeguati. Questo però non ci ha mai fermato: ci ha fatto dubitare e ci siamo dette: “Ho le braccia che mi cadono fin sotto terra!”, ma ogni volta ci siamo rifatti animo pensando che i nostri piccoli sconforti erano stupidaggini di fronte alle sofferenze, alle stanchezze e alle solitudini di cui eravamo testimoni.
Cosi abbiamo proseguito per la strada che voi lettori e amici ci indicavate di volta in volta, armati di buona volontà e di un po’ di umorismo. Abbiamo soprattutto affidato il nostro lavoro” all’aiuto e alla protezione di quel Signore Gesù che si è fatto prossimo dei più poveri e dei più malandati.
– Mariangela Bertolini, 2002
Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.
Tutti gli articoli di Mariangela
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.77
Editoriale
Andiamo avanti di M. Bertolini
Articoli
Un libro interessante sull’adolescenza dei ragazzi disabili di M.T. Mazzarotto
Accettare che mi lasci di M.H.Mathieu
Come preparare il distacco di N. Schulthes
Conoscere l'handicap: la sindrome Williams di Redazione
Scuole di lavoro di Jean Vanier
Storie di rapporti umani di Redazione
Rubriche
Libri
Piccoli messaggeri d’amore: genitori di bambini con la sindrome di down,
Nella stessa barca, AAVV