La nostra comunità si è ispirata a Nicodemo, personaggio poco conosciuto del Vangelo di Giovanni.
Nicodemo sta bene, ma non completamente. È in ricerca, pronto a lasciarsi coinvolgere. Rischiando la propria reputazione, di notte si alza e va a cercare Gesù per «interrogarlo». Per un po’ non si sbilancia… ma quando Gesù è deposto dalla croce, Nicodemo porta personalmente l’olio profumato per ungerne il corpo. Un vaso molto costoso e molto, molto pesante… E così che esce allo scoperto, giocandosi in prima persona…
«Spendere» tutto, «giocarsi in prima persona»… è il progetto di noi famiglie che scegliamo la comunità.
La comunità Nicodemo è attualmente composta da quattro famiglie che si sono incontrate per la prima volta nel febbraio del ‘96 e hanno iniziato un cammino insieme, costituendosi in «associazione Nicodemo» nel maggio del ’97.
Nel giugno ’99 le prime due famiglie hanno iniziato la convivenza: Beatrice e Ugo con Guido, Laura e Pietro (attualmente 7 anni, 4 anni e mezzo, 2 anni) e Angela con Bianca (10 anni) e Leonardo (5 anni e mezzo). Nel settembre ’99 è arrivata la terza famiglia: La casa che ospita la Comunità Nicodemo 22 Chiara e Dario con Davide (16 anni), Lorenzo (13) e Maurizio (11); e infine nel novembre 2000 è arrivata la quarta famiglia: Laura e Luca con Paolo (quasi 2 anni). Attualmente insieme con Beatrice e Ugo vivono anche una ragazza di 28 anni e Paola (una vecchia amicizia di Fede e Luce); con Angela vive una ragazza di 23 anni, e con Chiara e Dario vivono una ragazza di 19 anni e una bimba di 8 anni (in affido nelle ore pomeridiane). Ma ciò che ci interessa non sono i numeri: il desiderio è quello di essere, più che una comunità di accoglienza, una comunità accogliente, capace di dare, attraverso le famiglie che la compongono, una «casa- a coloro che cercano un luogo dove attingere affetto, serenità ed equilibrio.
Viviamo a Cesano Maderno (a 20 km da Milano), in una grande casa ristrutturata (per il momento solo in parte), in cui ogni famiglia ha un proprio appartamento, ma condividiamo vari spazi comuni: un salone e una saletta, la corte, il giardino e l’orto e in futuro una cappellina.
La scelta di «stare insieme» tra noi famiglie è nata dalla convinzione che la comunità possa permettere:
- di superare il frequente ripiegamento della famiglia su se stessa;
- di creare spazi fisici e temporali per mettere le proprie risorse
- le stesse che vengono impiegate nella propria famiglia a disposizione di altri;
- di condividere con altri nuclei familiari scelte educative, pratiche ed economiche;
- di creare un contesto più allargato, nel quale ci si senta più sostenuti nella trasmissione dei valori fonda- mentali per la crescita della famiglia ed in particolare dei figli;
- di aiutarsi reciprocamente a «vigilare» sui grandi ideali di partenza che caratterizzano e rendono originale ogni famiglia, vivificandoli nel confronto e nella comunicazione con gli altri.
Più concretamente lo stile di vita che vogliamo vivere è:
- nei rapporti interpersonali, quello della fiducia reciproca, del dialogo franco e della disponibilità verso l’altro;
- nella gestione dei beni personali e comuni, quello dell’essenzialità e della condivisione;
- nei rapporti «esterni», quello dell’apertura e dell’attenzione al territorio (inteso come contesto sociale in cui siamo inseriti);
- nel cammino di fede, un rapporto personale con Cristo alimentato da momenti di preghiera individuale e comunitaria, dalla frequenza ai sacramenti e dalla revisione del nostro cammino spirituale.
«Ufficialmente» come comunità ci incontriamo una sera alla settimana per pregare o per fare verifica tra di noi. In alcuni periodi forti dell’anno alle 18 «chi c’è» dice vespri oppure propone una preghiera particolare da fare con i bambini. Una volta al mese passiamo una domenica insieme, pranzando e poi riflettendo su qualche tematica che caratterizza la nostra vita comune.
Ma la vita di comunità vera è quella che sperimentiamo nella quotidianità dell’essere «gomito a gomito», in cui adulti e bambini vivono stretta- mente a contatto.
Le mamme trascorrono i pomeriggi spesso insieme, dando un occhio comune ai vari bambini e sbrigando insieme alcuni lavori di casa (famoso è il nostro «stiro party» che ci permette di stirare montagne di biancheria chiacchierando e confrontandoci sulle ultime «novità»), I papà spesso condividono il lavoro nel giardino e nell’orto o i lavori che man mano la ristrutturazione richiede (imbiancature, sabbiature, montaggio di porte, ecc.). Si condividono scelte di fondo, ma ogni famiglia mantiene ben definita la propria identità, le proprie peculiarità. È dal confronto di tutti i giorni (più ragionato per gli adulti, più istintivo per i bambini) che nasce la ricchezza di accettare le diversità dell’altro e di mettersi spesso in discussione, per riappropriarsi delle proprie scelte o per decidere di cambiare.
Guadagni in comune
Paola è venuta ad abitare da noi ormai da due anni. E stata inserita in una cooperativa, simile a quella in cui era a Milano, che frequenta dalle 9 alle 16. Il trasferimento a Cesano Ma- derno non le ha impedito di continuare a vedere gli amici di Fede e Luce e 24 altri amici di vecchia data, visto che in mezz’ora di auto o di treno è possibile raggiungere Milano. Dopo un primo periodo (peraltro molto sereno) di adattamento, si è perfettamente ambientata nella vita della comunità. Beatrice e Ugo sono il suo punto di riferimento, ma sa che, se vuole farsi «un giretto», può andare a trovare qualcun altro con cui scambiare due parole e un sorriso. In comunità c’è sempre qualcosa di interessante da vedere ed è sempre possibile offrirsi di dare una mano in qualche lavoretto. Tante sono le persone che ci vengono a trovare, e Paola è diventata esperta nel passare l’aspirapolvere per preparare per un nuovo gruppo o nel riordinare dopo un incontro. La realtà così ricca della comunità la fa sentire parte di una vita che ha sempre qualcosa da offrire a chi vuole accoglierla.
Attualmente dei tre papà della comunità, due lavorano esternamente (Dario è geologo e Ugo è ingegnere), mentre Luca (falegname) lavora part-time fuori dalla comunità e part-time «dentro». Delle quattro mamme. Angela e Beatrice lavorano «fuori» (sono insegnanti), Chiara è a casa (e lavora più di tutti gli altri), e Laura è a casa ma è impegnata part-time perché sta finendo gli studi per diventare educatrice.
Versiamo tutti i nostri guadagni nella cassa comune e ogni mese ogni famiglia riceve un assegno in bianco, che riempie liberamente a seconda delle proprie esigenze. Questo «sistema» è molto importante perché rende visibile quella grande fiducia reciproca che rende possibile il nostro vivere insieme, che si gioca molto di più sul condividere le scelte di vita che non sul mettere insieme i soldi.
Vari sono i contatti che abbiamo con la società esterna e il territorio in cui viviamo.
Oltre ai rapporti che, come ogni normale famiglia, abbiamo con il mondo del lavoro, la scuola e la parrocchia, in particolare ci siamo aperti in tre direzioni: quella spirituale, quella pastorale e quella sociale. Così una volta al mese la comunità «apre» la propria serata di preghiera a chiunque voglia partecipare; ci siamo resi disponibili per fare testimonianze su un modo diverso e possibile di vivere la famiglia, soprattutto a gruppi di giovani, di fidanzati, di giovani coppie e di famiglie. Infine ci siamo messi in contatto con i Servizi Sociali del Comune e le ASL locali per coordinare le iniziative e i gruppi che si occupano di affido familiare.
Questa nostra vita, che così descritta potrebbe sembrare qualcosa di adatto solo per quei pochi «che fanno le scelte diverse», in realtà è la vita semplice di ogni famiglia che si arrabatta a cercare la propria strada ogni giorno, ma che in questa ricerca decide di aprirsi al confronto con altre famiglie, scoprendo che dalla condivisione e dalla vicinanza nascono nuove energie e potenzialità per ciascuno, grande o piccolo che sia.
– Beatrice Ghislandi e Ugo Di Carpegna, 2002
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.75
Sommario
Editoriale
Vogliamo andare avanti? di M. Bertolini
Autismo e comunicazione facilitata
Come Michele è uscito dalla sua fortezza di T. Rendina
Intervista Francesca Benassi di T. Cabras
Altri articoli
Fotoconcorso: I più piccoli a Lourdes
I miei "Piccoli Principi" di C. Cornacchione
I Condomini Solidali di Tea Cabras
Paola è venuta ad abitare con noi - Comunità Nicodemo di B. Ghislandi e U. Di Carpegna
Sottovento, Un film da vedere di F. Ascenzi
Grazie Ingrid di Paolo Salvini
Handy Cup di Redazione
Rubriche
Libri
La ragazza porcospino, Katja Rohde