Lourdes – Domenica di Pasqua
Nel piazzale antistante la basilica c’era un po’ di confusione, come in ogni grande festa. Eravamo lì, sedicimila persone, di ogni età, di ogni razza, cristiani di professioni diverse. Di settantacinque paesi, di cinque continenti.
Ci distinguevano gli stendardi che sventolavano al vento i loro dipinti o ricami colorati. Dicevano il nome della comunità e del paese d’origine: Svezia, Canada, Brasile, Martinica, Giappone, Costa d’Avorio… ma anche le città: Praga, Bari, Mosca, Roma, Oslo… e i paesi: Abano, Monopoli…
E poi seggioline pieghevoli, carrozzine e carrozzelle di ogni tipo; macchine fotografiche e cineprese; foulards colorati e poncho azzurri per tutti, come il cielo che ci copriva con il suo manto mariano e con un sole più estivo che primaverile.
Accanto ad ogni stendardo, volti dal sorriso e dagli occhi sorpresi dalla gioia; visi neri o bianchi, scuri o pallidi, segnati dalla vecchiaia o freschi di gioventù. Le mani tese a salutare e abbracciare, porgere doni, ricordi, dolcetti pasquali.
Molti agitavano strumenti musicali di ogni tipo e di fattura artigianale, ritmando la musica che invitava tutti alla danza e al canto.
– Vedi la galleria fotografica: I più piccoli a Lourdes
Un po’ di confusione, certo; ma chi ci badava? Guardavo attonita, osservavo stupita. Piccola di statura come sono, vedevo poco al di sopra della cintola di chi mi stava attorno: questo però, mi ha dato modo di godere l’inedita presenza dei piccoli: bambini di pochi mesi nei marsupi; i più grandini sulle spalle dei papà o degli amici; i più che scorrazzavano attorno alle carrozzine dei loro coetanei disabili.
Non parlavano la stessa lingua, ma questo non impediva loro di comunicare con sguardi, saluti e gesti significativi: scambio di caramelle e di giochini, pupazzetti e bandierine. Qualcuno offriva un ovetto, nascondendo dietro la schiena un uovo più grande. Altri dormivano beati nei loro passeggini, incuranti del chiasso e della folla.
Mai, in occasioni come queste, si erano visti tanti bambini, alcuni disabili con i loro genitori: più numerosi i figli di genitori divenuti tali nel corso del loro impegno come amici del movimento Fede e Luce. Di questi, alcuni erano venuti a Lourdes nell’81, adolescenti. Dopo ventanni di fedeltà, avevano voluto portare la loro famiglia per testimoniare che, con il matrimonio, quel loro impegno era ancora vivo, anche se un po’ diverso.
Questa loro presenza, così significativa, allargava il cuore a una speranza insperata anni addietro. Si diceva: “Vedrai, quando si sposeranno e avranno la loro famiglia, ci perderanno di vista”. E si scuoteva la testa con un po’ di fatalismo.
Invece no, erano lì, più gioiosi che mai, per assicurare ai tanti genitori di bimbi e adulti disabili, che l’amicizia nata dalla condivisione negli anni passati, rimaneva salda, accanto a loro come prima.
La spesa del viaggio non era poca cosa da affrontare per dei giovani sposi e so di molti di loro che, con tristezza, hanno dovuto rinunciare solo per questa ragione.
Non so se mi sbaglio: credo, che questa presenza dei bambini a Lourdes, disabili o meno, abbia ridato coraggio e speranza a molte famiglie, a molti nonni presenti, che guardavano indietro ai tanti passi compiuti con fatica e con dolore. Ora non scuotevano più la testa presagendo abbandoni futuri. Ora potevano e potranno — spero — guardare ancora una volta verso Maria, che ci ha chiamati attorno a sé nel ’71, nell”81, nel ’91, nel 2001, — la mamma di quel Gesù che indica i bambini come esempio da imitare, per ringraziarla di aver compiuto un miracolo inaspettato, come avviene sempre a Lourdes.
– Mariangela Bertolini, 2001
Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.
Tutti gli articoli di Mariangela
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.
Sommario
La presenza dei piccoli di Mariangela Bertolini
Il lavoro
Cooperativa sociale di A. Mazzarotto
Una cooperativa sul mare Produzione di alta qualità a cura della redazione
Spazio aperto di V. Paoli
Il mio amico Carlo di Beatrice (Trixi) Pezzoli
Quella terza preziosa età
Quella preziosa terza età di V. P.
Zio Giorgio di Nicole Schulthes
Mantenere viva la giovinezza del cuore di Marie Baptiste
«Sto invecchiando» Preghiera antica
Altri articoli
Rubriche
Dialogo aperto
Libri
Non c’è persona più ricca di me, Carla Porrati
Il piano educativo riabilitativo individualizzato per il disabile mentale adulto, Vittore Mariani
La forza dei carattere, James Hillman