La Conferenza è stata un grande successo, perché per la prima volta in Italia il problema dell’Handicap è apparso nella sua drammatica globalità.
Fino a ieri governo e istituzioni erano ben lontani dall’avere preso coscienza e quindi dal rispondere ai bisogni reali, così diversificati, dei cittadini disabili.
Osserva giustamente Edoardo Cernuschi, presidente della LEDHA – Lega per i diritti degli handicappati : “Si dice handicap e si pensa sempre all’handicap fisico, allo spastico, al paralitico in carrozzella. Invece ci sono tanti handicap oltre a quello fisico, e tanti gradi diversi: quello mentale, quello sensoriale, quello fatto di un leggero ritardo. E ogni tipo di disabilità ha problemi diversi da affrontare…)

Chi scrive, con la sua piccola combattiva Associazione trentennale (Unione Famiglie Handicappati) da decenni sosteneva che in realtà il peso vero dell’handicap italiano gravava, caso unico in Europa, totalmente sulle famiglie, inascoltate e non prese in considerazione non si sa perché da nessuno. E che erano le famiglie italiane, dal Nord al Sud le uniche vere esperte dei vari handicap che dovevano organizzarsi e far sentire la propria voce, altrimenti la realtà del Paese non sarebbe mai emersa. Noi eravamo convinti che tutte le centomila Associazioni non rappresentavano altro che piccole parti di un tutto che sfuggiva nella sua interezza al legislatore.

Ed è stato questo il “miracolo” inaspettato della Prima Conferenza Nazionale sulle Politiche dell’Handicap.

Si dice handicap e si pensa sempre all’handicap fisico. Invece ci sono tanti handicap… e ogni tipo di disabilità ha problemi diversi da affrontare.

L’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) per la prima volta davanti ad un pubblico enorme e attentissimo ha pubblicizzato cifre sconvolgenti: i disabili italiani sono 2.650.000 (duemilioni seicentocinquantamila) e, salvo 300.000 quasi tutti anziani, relegati in residenzialità protette (istituti, case famiglia, comunità grandi e piccole, ecc. ecc.) tutti gli altri duemilionitrecentocinquantamila, vecchi e giovani, fisici e mentali, psicofisici più o meno gravi, ricchi e poveri, stanno a casa propria, in famiglia, con mamme, mogli, sorelle, figlie e nipoti che dedicano la propria vita e i propri beni alla loro esistenza.

Si è anche ricordato che la famiglia italiana è la meno protetta in tutta Europa: la spesa sociale destinata dallo Stato italiano ai nuclei familiari risulta tra le più basse d’Europa e negli ultimi anni è ancora diminuita. (Cfr. VI Rapporto sulla famiglia del CIS, Centro Internazionale Studi Famiglia, presentato il 5 novembre 1999 al Presidente del Senato, Nicola Mancino).

Nel corso della Conferenza Nazionale sulle Politiche dell’Handicap proprio dai genitori anziani, accorsi in numero grandissimo da tutta Italia, è emerso chiaramente il “grido di dolore” fino ad oggi inascoltato: la disperazione del presente (solitudine, mancanza di aiuti, di servizi, di denari, burocrazia ottusa e insopportabile) e soprattutto del “Dopo di noi” (Che sarà di mio figlio alla mia morte). Il nostro Stato non prevede niente, né servizi, né assistenza, taglia le pensioni reversibili, enuncia vacuamente “possibilità” e “diritti”… Parole; parole, parole.

“Anche noi familiari vogliamo essere liberi di vivere come tutti, insieme ai nostri figli disabili, liberi quindi dall’angoscia e dalla fatica quotidiana, dalla paura del dopo, dal bisogno economico”.

Se il titolo dei tre giorni di raduno “Liberi di vivere come tutti” è valido ed ha un senso, da ora in poi il governo attuale e quelli futuri non hanno più scuse. Le politiche necessarie in Italia sulla disabilità sono emerse drammatiche e chiarissime: aiutare i disabili e le famiglie che li assistono a casa propria nel loro territorio, con servizi, assistenza, denari e soprattutto occuparsi della “presa in carico” dei disabili più gravi, adulti, quei mentali, quei cerebrolesi psicofisici inabili al lavoro, bisognosi di assistenza 24 ore su 24, vergognosamente abbandonati in fondo a tutti gli scarsissimi programmi assistenziali nazionali proprio perché “troppo onerosi e troppo costosi”.

Quella frase “Liberi di vivere come tutti” che all’inizio del Convegno ci aveva irritato alla fine ci è sembrato che suonasse in altro modo: “anche noi familiari vogliamo essere liberi di vivere come tutti, insieme ai nostri figli disabili, liberi quindi dall’angoscia e dalla fatica quotidiana, dalla paura del dopo, dal bisogno economico”.

Quella frase è diventata veramente la sintesi del Convegno: un monito alle istituzioni, l’indicazione politica richiesta per il futuro, l’augurio valido e sensato per tutti noi per il 2000.

– Cecilia Cattaneo Barbieri, Presidente dell’U.F.Ha – Unione Famiglie Handicappati, 2000

La Conferenza

“Liberi di vivere come tutti” – Prima Conferenza Nazionale sulle Politiche dell’Handicap organizzato dal Ministero degli Affari Sociali nei giorni 16, 17 e 18 dicembre 1999 presso la Fiera di Roma, via dei Georgofili, 7.

Sono intervenuti: Guido Bolaffi (FUNZIONARIO), Mirella Boncompagni (FUNZIONARIO), Walter Tocci (ASSESSORE), Silvano Moffa (AN), Piero Badaloni (CON BADALONI), Livia Turco (DS), Luca Pancalli (UIL), Rosa Iervolino Russo (PPI), Gianni Secceri (ANIEP), Giampiero Gamaleri (RAI), Russo, Fiorenza Scotti, Giovanni Cipri, Valentina Paoli, Sanzio Antononi, Angela Pimpinella, Mirella Boncompagni, Alberto Zuliani (ISTAT), Enzo Bianco (I DEMOCRATICI), Alvido Lambrilli (ANMIC), Pietro Barbieri (FAIP), Matteo Amati (ASSESSORE), Manganaro (professore), Luigi Vecchi (professore), Gianni Billie (INAIL), Tommaso Daniele (UIC), Nina Daita (CGIL), Pietro Mercatelli, Flavio Coganart (CISL), Loredana Ligabue (ENEA), Gianni Bellis, Ida Collu (AIS), Nunzia Coppedè (FISH), Antonio Guidi (FI), Valentina Valenti, Alfonso D’amato (AIAS).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Assistenza, Associazioni, Comuni, Cultura, Diritti Civili, Diritti Sociali, Disabili, Economia, Famiglia, Lavoro, Mezzogiorno, Occupazione, Politica, Qualità Della Vita, Sanità, Scuola, Servizi Sociali, Sicurezza, Solidarietà Sociale, Sport, Sud, Trasporti, Università, Volontariato.

Gli atti del congresso si possono consultare presso la Biblioteca dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Qui la scheda bibliografica  del documento. 
Per chi volesse su Radio Radicale, a questo indirizzo, è possibile ascoltare la registrazione completa del congresso .

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.69, 2000

Sommario

Editoriale

Rosamaria di M. Bertolini

Speciale: La sua vita nelle loro mani

Gli siamo grati per questo di T. Cabras
La sete e l’acqua della speranza di don Marco Bove
“Coraggio Immacolata!” di Pennablù

Articoli

Mettersi in gioco di Silvia Tamberi
A proposito di sentimenti: la recensione a cura di T. Cabras e N. Livi
Villaggio senza barriere di M. Lenzi
Conferenza nazionale sull’handicap di C. C. Barbieri
La sofferenza di J. Vanier

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce

Libri

Il libro di Johann “Io vi ho amati tutti”, Johann Heuchei
Clara va al mare - Recensione, Guido Quarzo

Liberi di vivere come tutti: Prima Conferenza Nazionale delle politiche sull’handicap ultima modifica: 2000-03-28T11:07:51+00:00 da Cecilia Cattaneo Barbieri

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