Il 31 Ottobre scorso, dopo aver assistito ad un concerto, noi giovani amici ci eravamo ritrovati attorno a un tavolo di una birreria e facevamo progetti per il Capodanno di Fede e Luce 2.000, con Chiara e Giovanni naturalmente. Poco meno di 20 ore dopo la sera del 1 Novembre, Giovanni veniva ucciso e Chiara gravemente ferita; erano sulla macchina di Giovanni quell’auto che tanto ci era tornata utile al campeggio per le gite e per trasportare il grande quantitativo di materiale per l’animazione che aveva preparato Chiara. Sono stati colpiti a bruciapelo da un “non so chi” sbucato dalle tenebre, e tuttora pare un incubo terribile da cui ci si vorrebbe risvegliare.
Giovanni e Chiara erano proprio una bella coppia che irradiava una luce di gioia e di amore alle persone che condividevano la loro amicizia.
Il loro amore è sbocciato fresco e dolce al Campeggio di Fede e Luce da Padre Klaus in Valle d’Aosta e proprio in quel contesto di comunione in cui la vita comunitaria intesse legami di profonda condivisione ed amicizia, Chiara e Giovanni si sono ritrovati a percorrere insieme il cammino di fede e di servizio.
Abbiamo assistito sotto i nostri occhi, in questi pochi mesi, che ora sembrano una vita intera, allo stupore con cui Giovanni si è accostato ai ragazzi, ai bambini, ai genitori, come un fiore che si apre alla luce del sole e con la sua bellezza restituisce splendore al creato. Era venuto al Campeggio su invito di Chiara e al nostro rientro a Cuneo era entrato subito a far parte della vita delle comunità.
Chiara, in questi giorni di disperazione ci ha stupefatti con il suo sguardo limpido che guarda oltre e non si stanca di richiamare tutti noi a fare tesoro dei momenti di vera amicizia con Giovanni, a sentire il calore del suo amore, la forza della sua speranza e a farci depositari dei suoi progetti.
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Uno dei miracoli che si stanno compiendo sotto gli occhi di noi poveri fratelli di Fede e Luce che null’altro sappiamo fare se non unirci in preghiera, si è verificato proprio in quei giorni quando la mamma di Giovanni, dopo un colloquio con Chiara in Ospedale, ha telefonato per conoscere i nuovi amici di Fede e Luce di suo figlio. Ha parlato a lungo, ha chiesto del pellegrinaggio a Lourdes a cui si era iscritto Giovanni ed ha deciso senza indugio di devolvere la sua quota di iscrizione per le comunità più povere della zona gemella, ha espresso il desiderio di conoscerci e ci ha invitato ad andare a trovare la sua famiglia per parlare di Giovanni e poter essere partecipe della sua esperienza in Fede e Luce.
Quale segno indelebile ha lasciato in noi e quale forza consolante continua ad irradiare sui suoi familiari, su Chiara, sugli amici!
– Caterina Bordon
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.72
Sommario
Editoriale
Un Natale speciale di M. Bertolini
Medici e disabilità
Medici o stregoni? di C. F. Klieman
Perché non ci capiamo? di Adriana Duci
Nati due volte di Giuseppe Pontiggia
Blessings di Mary Craig
Altri articoli
Nessuno escluso: il natale del laboratorio l'Alveare di Penna Blu
Oggi, la famiglia...?! di André Roberti
Casa Blu di Huberta Pott e Natalia Livi
Nessuna Pietà di Vito Giannulo
La tragedia di Giovanni e Chiara di Caterina Bórdon
Tutto è possibile di Chiara