«La città di Leonia rifa se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo modello di apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi socchi di plastica, i resti della Leonia di ieri aspettano il carro dello spazzaturaio (…)
Il risultato è questo: che più Leonia espelle roba , più ne accumula».
È la “città invisibile”, inventata da Italo Calvino, quella sopra descritta: ma come non vedervi invece le nostre città odierne, reali, dove l’usa e getta è diventato il principale modo di consumare?
Ma in natura nulla si crea e nulla si distrugge, bensì tutto si trasforma: e così gli oggetti che compriamo, una volta gettati perché considerati inutili, non spariscono magicamente. Finiscono in discariche che degradano il territorio, ammorbano l’aria, inquinano le falde acquifere; oppure finiscono negli inceneritori, divenendo fumi tossici e cancerogeni.
Altro inquinamento provochiamo per produrre nuovi oggetti che sostituiscano quelli che abbiamo gettato via.
È proprio illogico il modo di produrre e di consumare della civiltà dello spreco; ma non per tutti, beninteso, infatti c’è chi ne trae grossi vantaggi. Le aziende, innanzitutto, che possono continuare a non preoccuparsi di dove va a finire quello che esce dai propri stabilimenti, i gestori di discariche e di inceneritori che fanno grandi affari tanti più rifiuti noi produciamo. Ci rimette l’ambiente, sempre più degradato e ci rimettiamo noi, tanto in salute quanto in denaro (la raccolta dei rifiuti occupa un quinto dei bilanci di spesa comunali).
Eppure l’alternativa c’è, basta voler guardare il problema da un altro punto di vista: quello che nei rifiuti non vede oggetti da buttare, ma materia che può essere in gran parte riutilizzata. Solo così potremo rimettere sul giusto binario un modello di sviluppo che oggi corre a folle velocità nella direzione sbagliata. Solo così potremo costruire una società capace di futuro, per noi e per le generazioni che verranno.
– Marco Bersani, 2000
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.70, 1999
Sommario
Editoriale
Quando la natura fa rivivere di M. Bertolini
Articoli
La ASL va in montagna a cura di H. Pott e N. Livi
Pronto soccorso in una bottiglietta di M. Bartesaghi
Cascina Rossago a cura della Redazione
Il Testardo di R. Leonardi
Dal prato alla parete di T. Cabras e B. Dinale
Il profumo della menta (giardino-terapia) di Nicole e Tea
La città di Leonia di Marco Bersani
Per avere ancora la natura - la nostra parte di H. Pott
Visto con il cuore tratto da "Alleluia-Arche"
Rubriche
Libri
Stramonio, U.Riccarelli
Un angelo canta blu – La vera storia di Cecilia – Recensione, Bianca Maria Bruscagli
Pappagalli verdi – Cronache di un chirurgo di guerra – Recensione, Gino Strada
Itinerari – Guida-annuario dell’accoglienza cattolica in Italia – Recensione
Due videocassette utili per incontri di riflessione e di preghiera
La logica dell'utopia - Quando nacque la Comunità di Capodarco - Recensione, Angelo Maria Fanucci
Cosicomesei - Diario di bordo di un neuropsichiatra infantile - Recensione, Antonella Sapio