È questo un libro bello e drammatico che racconta in prima persona la storia di una vita vissuta all’insegna della diversità e della sofferenza fino all’approdo, conseguito nell’età adulta, ad una situazione di consapevolezza e di pace.
Gunilla è una bambina molto intelligente che vive in un clima di inquietudine e di sofferenza. Inquietudine e sofferenza nascono da particolari sintomi che Gunilla percepisce e patisce acutamente e che il mondo esterno sembra ignorare: una persistente dolorosa sensibilità ai denti, alla nuca, alla colonna vertebrale, sulla pelle una enorme fatica a formulare le parole che limita il suo linguaggio al concreto e all’essenziale; la difficoltà a governare i movimenti del suo corpo; una sensibilità acuta per i rumori che affollano senza possibilità di discernimento i suoi timpani; l’avversione profonda a mescolarsi con gli altri bambini e con la gente in genere.
Queste ed altre sono le difficoltà che la bambina patisce mentre avverte la sua diversità nel paragone con gli altri: mentre sperimenta l’intolleranza che «gli altri» dimostrano di fronte ai suoi tentativi di alleviare la sua sofferenza fisica ed esistenziale perché sfociano in stereotipie giudicate insopportabili, in attacchi di violenza: Gunilla li vive come «panico» e gli altri come «rabbia».
Viene giudicata così come una bambina capricciosa. testarda e provocatrice con cui non c’è nulla da fare.
Diviene così una adolescente e poi una giovane sempre più infelice, angosciata dalla necessità di trovare accoglienza vedendo riconosciuta la propria diversità: dal desiderio di essere rispettata e accettata come componente a pieno titolo della comunità umana.
Immersa in un ambiente familiare disastroso e tra adulti sempre incompetenti; divisa tra la tentazione dell’imitazione forzata degli altri e la fuga verso le «non-comunità» di coetanei tossicodipendenti, dopo molti tentativi di alleviare e risolvere la propria angoscia, Gunilla si mette sulla strada della ricerca per capire se stessa e il proprio enigma.
Prima attraverso un fallito rapporto di psicoterapia e quindi attraverso lo studio caparbio di testi di psicologia, arriva finalmente a intravedere le ragioni della sua diversità. Con l’aiuto determinante di un professore di psicologia cui si è rivolta, Gunilla viene confermata nel riconoscere nei suoi sintomi la sindrome di Asperger, forma lieve di autismo che non lede l’intelligenza né la capacità di comunicare: un handicap quindi, presente in lei dalla nascita.
Questa la sintesi del libro, difficile da confinare in poche righe e da rendere nella sua complessità. Ma forse è ancora più difficile rispondere alle domande che solleva. Il libro è, come vuole essere, un grande aiuto a comprendere, a prendersi cura, a sanare… e questo è indubbiamente il suo pregio maggiore. Nello stesso tempo però, insinua in noi degli interrogativi, come si dice oggi, intriganti. Anzitutto per l’insistenza, che il titolo mette in risalto, con cui l’autrice aspira ad essere «una persona vera». «Voglio essere una persona vera». Gli altri vogliono che Gunilla diventi «normale». Lei vuole soprattutto diventare «vera».
Viene da domandarsi quindi se questa differenza valga anche per noi e, se si, con quali criteri di discernimento giudichiamo questa verità.
E ancora il tema della diversità che qui ci interpella in modo del tutto particolare. Ci orientiamo a fatica li dove possiamo pian piano e a fatica comprendere la diversità. Ma quando la diversità è irriducibile e ci rimane straniera e suscita inquietudini profonde? Mi domando quanto coraggio e quanta fede abbiamo da lasciarci provocare e condurre su passi nuovi, anche malsicuri, anche compromettenti… e quanto invece cerchiamo sempre e solo di salvare noi stessi.
– Lucia Bertolini, 1999
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.67, 1999
Sommario
Editoriale
C’è qualcosa di nuovo di M. Bertolini
Se papà o mamma è disabile
Perché mio papà non può giocare con me? di Monica
Per aiutarlo di R. Massi
Un pò alla volta intervista di Huberta Pott
Hanno avuto un grave incidente
Papà è cieco di M. Caterina
Altri articoli
I nostri grandi amici: Charles del Focauld Disegni: M. Pichard - Testo: R. Olphe - Galliard (0. et L. 122)
Verso la maturità di J. Vanier
Laboratorio “La Stelletta” di T. Cabras
Libri
Una persona vera, Gunilla Garland
Vivere con u nfiglio down, D.e G. Carbonetti
L'abbraccio benedicente H.J.M. Nouwen
Messaggi - Tutte le abilità della comunicazione, AA.VV.