Stiamo parlando di come è sbagliato mangiare troppo e con voracità, ma adesso diciamo anche che è belìo e importante mangiare in famiglia o con gli amici buone pietanze intorno ad una tavola preparata con cura ed eleganza. Molti nostri amici disabili sanno riempire il momento del pranzo insieme di tanta allegria e di tanta festa: il loro piacere è evidente e si comunica anche agli altri, ma siamo convinti che possono fare anche tanto di più. Possono cucinare pietanze e dolci semplici e squisiti, possono preparare e rendere bella la tavola con tanti piccoli accorgimenti.
Hanno bisogno soltanto, e con loro ne abbiamo bisogno tutti noi, amici e genitori, di qualche piccolo suggerimento, di ricordare come si fa, di un po’ di tempo a disposizione e, poi a lavoro compiuto, di tanto apprezzamento e di giusti riconoscimenti.
Si avvicina l’estate e con l’estate i campeggi, le gite, i pranzi all’aperto. Invece di abbuffarsi ciascuno nel suo angolo, è molto piacevole stendere una bella tovaglia grande e colorata sul prato o sulla sabbia. La tavola è così pronta per tutti. Ognuno poserà lì sopra le sue provviste ben disposte, e tanto meglio se si sarà provveduto ad un gran piatto di pasta per tutti. L’acqua e le bibite e il pane saranno poste al centro e tutti potranno servirsene. Così sono sconfitte le formiche, la sabbia (quasi) e la voglia di mangiare e bere troppo e troppo in fretta!
Se invece in campeggio o a casa in giardino, si ha a disposizione un vero tavolo si può fare molto di più. Tutti i nostri amici possono da soli o guidati, disporre piatti, bicchieri e posate. Per i ragazzi più in difficoltà si può pensare a piccole tovagliette singole (il cosiddetto servizio all’americana) con disegnate al posto giusto piatto, bicchiere e posate: si tratta così solo di sovrapporvi i vari pezzi. In mezzo al tavolo non mancheranno i fiori (meglio raccolti che comprati, anche se si tratta solo di qualche ramo con foglie) disposti con cura in un vaso vero o recuperato da un barattolo di vetro.
Conosciamo degli amici che sanno fare da soli ingegnosi segnaposti; comunque basta, per esempio, cercare tanti sassi piatti, lavarli e scrivervi con il pennarello l’iniziale di ognuno dei commensali, o avvolgere al gambo di un fiore un biglietto con il nome. Per non parlare di tutto quello che si può fare con plastilina, pasta di sale o altro, nel corso della mattina passata insieme.
E utilizzare bene i segnaposti… non è cosa da poco. Ad esempio, mettere la persona timida vicino a chi può rassicurarla, o sistemare il ragazzo «superprotetto» dal lato opposto della tavola rispetto ai suoi genitori che dovranno invece vigilare sul ragazzo più solo, fare in modo che abbia libertà di movimento chi deve provvedere al servizio: non sembra…ma sono scelte che richiedono attenzione!
Se poi si tratta di una cena all’aperto sarà molto bello illuminare la tavola con le candele. Basterà averne un paio, di lunghezza normale, da infilare in due vasi o boccali di vetro per proteggerle dai colpi di vento: per tenerle diritte oltre che con le gocce di cera si provvede riempiendo la base del contenitore per qualche centimetro di altezza con la sabbia, ghiaia o altro.
Prima di cominciare a mangiare, sarà bello, prendersi per mano, presentare i nuovi amici e fare un canto o una preghiera.
Non dimentichiamoci di un piccolo brindisi a fine pranzo. Con il bicchiere alzato uno dei commensali può fare un piccolissimo discorso, esprimere un pensiero anche solo per dire come è bello stare così insieme. Questo incarico potrebbe benissimo assolverlo uno dei nostri amici: a qualcuno di loro piace molto parlare in pubblico, qualcun altro va molto incoraggiato.
Terminato il pranzo ci saranno sempre un amico e un ragazzo incaricati di raccogliere rigorosamente tutti gli avanzi, le cartacce e il resto, in una gigantesca busta di plastica portata da casa per questo scopo e che, in mancanza di un cassonetto dei rifiuti nelle vicinanze, sarà caricata in macchina e trasportata fin dove è necessario.
Ecco, queste sono poche semplici indicazioni per rendere più piacevole e importante lo stare insieme ai nostri amici. Sono cose che conosciamo già, che qualche volta abbiamo messo in pratica, altre volte le abbiamo trascurate. Ora è importante riprenderle e metterle in atto con i nostri amici, affidando a loro tanti piccoli compiti che dovranno ripetere di frequente.
Per quanto riguarda ricette particolari di facile esecuzione e di sicuro risultato, non ci azzarderemo certo proprio noi ad insegnare la «matriciana» alle mamme romane o «il risotto» ai ragazzi di Milano: naturalmente lo sanno fare meglio di noi. Però, però… se qualcuno dei nostri lettori conosce una ricetta che risponda alle caratteristiche sopraddette ce la invii, la pubblicheremo.
Tea Cabras, 1999
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.66, 1999
Sommario
Le pagnottelle di S. Giuseppe di M. Bertolini
In casa nostra la cucina è chiusa a chiave di M.Cannavò
La Sindrome di Prader-Willi
La preghiera con Maria Teresa di P. A. Roberti
Dedicato ai bambini: Francesco
Quando mangiare è un problema Intervista con M.O. Rhétoré
A tavolaaa! di T. Cabras
Rubriche
Dialogo aperto
Vita Fede e Luce
Libri
Io sono una donna, A. Münch
È Francesca e basta, M. Portolani, L.V. Berliri
Sempre io - Christopher Reeve, C. Reeve
Con Clara siamo in sei, P.Härtling