Caro Andrea,
ero entrata nel negozio della tua nonna per comperare dei chiodi e delle viti e ne sono uscita con il tuo diario «Pezzi di vita» che la tua nonna, molto orgogliosa del tuo lavoro, mostra ai vecchi clienti affezionati.
Abbiamo pensato, noi della redazione, di pubblicarne qualche brano perché la tua storia è vera, i tuoi sentimenti sono sinceri e perché sei stato bravissimo ad imparare a usare il computer così bene.
Ti ringraziamo quindi, per la tua testimonianza, ti abbracciamo e ti facciamo tanti auguri perché tu diventi un grande scrittore!
Mi chiamo Andrea
Mi chiamo Andrea Bonini ho 31 anni e mezzo e ho sofferto tanto. Quando sono nato, il medico non era in ospedale, ci sono state delle complicazioni durante il parto, così, sia mia madre che io abbiamo rischiato di morire.
Ho sempre vissuto a Mondano, un piccolo paese della Maremma Toscana, con la mia famiglia, i miei genitori, mia sorella e mia nonna.
La famiglia
Mia madre era un tipo allegro e aperto, mi coccolava molto.
Mia sorella si chiama Francesca e ha 22 anni, tra noi c’è sempre stato un legame stretto, anche se quando eravamo piccoli mi faceva qualche dispetto. Per esempio, quando era piccolina, per gioco ha messo la mia mano sul calorifero caldo e mi sono bruciato. Di solito ridevo quando succedevano queste cose, perché il suo era un modo di giocare con me.
Anche mio padre è una persona gioviale… Una cosa che mi ha sempre colpito in lui è la sua capacità di comprendere quanto fosse importante per me stare con le persone ed essere così facilitato a esprimere e comunicare con gli altri.
La scuola
Si chiama Vera e mi ha seguito durante la terza e la quarta elementare. Mi aveva costruito un cerchio tipo il quadrante di un orologio sul quale erano scritte le lettere dell’alfabeto che io potevo selezionare movendo le frecce nella direzione giusta per formare le parole.
Il dolore
In tutta la mia vita quel che mi è pesato di più è il fatto di non poter camminare.
Il centro
A 26 anni ho cominciato a frequentare il centro di riabilitazione di Orbetello. Là svolgevo molte attività: dal mattino alle 9 fino alle 16.
Due volte alla settimana facevo ippoterapia. Non è stato così semplice imparare ad andare a cavallo, ma gli animali mi sono sempre piaciuti molto, così, lentamente ho imparato a cavalcare la mia cavalla Melinda.
Al centro ho imparato anche a scrivere con il computer. Piergiorgio Pierfederici, il mio insegnante, mi ha costruito una pedana speciale con cui posso selezionare le lettere usando i piedi, perché è l’unica parte del corpo che riesco a controllare bene.
Il pomeriggio
Il pomeriggio stavo nel negozio di alimentari dei miei genitori. Lì stavo a contatto con i clienti e gli amici con cui chiacchieravo e scherzavo.
A Roma!
L’anno scorso, dopo cinque anni che avevo presentato una domanda mi sono stabilito a vivere al DON GUANELLA…
Sono stato io a chiedere di trovarmi un posto giusto per me dopo la morte della mamma.
Entrando qui, la più grossa difficoltà è stata abituarmi ad un tipo di vita diverso da quello che conducevo in famiglia. A prendersi cura di me è stata Donatella Armati.
Il campanello
Giuliano è entrato in questa casa quasi nello stesso periodo. Colgo questa occasione per ringraziarlo per tutte le volte che suona il campanello per me che non posso farlo da solo.
Donatella
Donatella è stata molto accogliente. cercando di facilitarmi in tutti i modi in un momento di grosso cambiamento, e con lei tutte le altre persone che vorrei nominare… ma per evitare dimenticanze nomino tutto il terzo piano del reparto S. Giuseppe.
Il teatro
La cosa più bella è stata partecipare allo spettacolo per la «Festa dell’incontro», anzi mi è stato concesso dai compagni di interpretare il ruolo del principe!
Durante le prove di «Biancaneve e i sette nani» ho conosciuto meglio Fiorenza che interpreteva Biancaneve: anche per lei era il primo anno qui.
Di nuovo: IL COMPUTER!
Finalmente, a ottobre ho potuto riprendere a usare il computer che papà mi ha ricomprato proprio uguale a quello che avevo a Orbetello. Piergiorgio mi aveva già mandato la pedana e il programma di videoscrittura, così ho ricominciato a scrivere «con i piedi» (la licenza poetica è di Giulia) e, visto che questo è un modo per comunicare quello che penso e provo, è bello sapere che i miei pensieri possono arrivare al cuore di chi legge proprio così come nascono!
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.59, 1997
Sommario
Editoriale
La loro vita nei film di M. Bertolini
Articoli
«Figli di un dio minore»
«L’ottavo giorno»
«Rain man»
«Il mio piede sinistro»
Catalogo ragionato di film dedicati al tema della disabilità
Il compleanno di Chiara
Premio «Paolo VI» a Jean Vanier
La nostra casa di M. Bartesaghi
Libri
Venite e vedete – Un ritiro con Jean Vanier
E dopo parliamo d’amore