Sono la primogenita. La più piccola delle mie sorelle è disabile. Avevo sette anni quando ho intuito lo sconvolgimento dei miei genitori, espresso troppo poco a parole. Stavamo entrando nel mondo del senso di colpa. La sofferenza dei fratelli e delle sorelle esiste ed è profonda. Una volta ho visto la copertina di una rivista dal titolo «Quando l’amore è mancato» ho pensato che anche per me l’amore era mancato. Sento che i miei genitori, troppo preoccupati dal pensiero per la mia sorellina, non sono stati disponibili, e che non abbiamo mai avuto momenti felici. Vorrei dire a tutti i genitori: «Vogliate bene al vostro figlio disabile, ma non di più che agli altri figli. Loro sentono la vostra angoscia e le vostre sofferenze. Anche loro hanno bisogno di essere amati. Non vivono per compensare le mancanze che vi fanno male in colui che vi sembra il più fragile. Anche loro sono fragili, anche se si vede di meno. Scusatemi se vi dico tutto questo, è veramente un grido del cuore.
– Silvia, 1996
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.56, 1996
Sommario
Editoriale
Care sorelle, cari fratelli di M. Bertolini
Esperienze di fratelli e sorelle:
Dondolando tra l’amore e l’odio
Lo sguardo degli altri
Quando l’amore è mancato
Solitudine nella sofferenza
Finalmente sei arrivata!
Perché non mi capisci
Mi ha insegnato ad amare
Genitori: non fateci arrabbiare
Una sorella agli amici
Fratelli nella notte
Altri articoli
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Il nostro cammino di Tommaso Bertolini
Essere padrino di Mario di Stefano Artero
Recensioni
Bambino con handicap, J. Levine
Ogni uomo è una storia sacra, J. Vanier
La morte amica M. de Hennezel
Recensione del film "L’ottavo giorno"