Nel pellegrinaggio di Assisi ci sono stati momenti che meritano di essere evidenziati, perché il loro valore rimarrà nel nostro cuore per sempre…
…Credo che l’aspetto della gioia sia da sottolineare in particolare, perché di aiuto, disponibilità, impegno si parla frequentemente, ma il sentimento gioia sembra che
Il più delle volte sia precluso alle famiglie in queste situazioni. Si vedono le difficoltà, che sono reali, e quindi i sentimenti legati al negativo, come ansia, sofferenza, isolamento; riuscire ad uscire da questa condizione interiore e accorgersi che si può anche essere sereni, gioiosi, che si può far festa insieme, perché insieme ognuno di noi che è piccolo piccolo, come la formica può fare grandi cose per vivere il senso della vita, nell’umiltà e nell’amore, è acquisire forza d’animo, serenità, fiducia e speranza, è scoprire o vivere la fede dell’amore di Dio.
Ad Assisi ho vissuto questi momenti con il cuore e nel cuore sono rimasti, così come sono vive le immagini della festa: lo sventolio di tanti foulards colorati, il sorriso di tanti ragazzi, tutti partecipi, con le loro difficoltà, la musica, i giochi, l’impegno, la tenerezza e la disponibilità degli amici a sostegno dei più deboli. Ho vissuto il mondo delle emozioni e dei sentimenti migliori. Raffaella (mamma di Langhirano)
Da quando sono tornata ogni mattina ho in mente una canzone che ho imparato ad Assisi e che ricanto volentieri. Belle le chiese di San Francesco e di Santa Chiara. Sono rimasta particolarmente colpita dalla mamma che chiedeva al Card. Martini del «dopo di noi», forse perché mi riguarda.
Santina Bizziato (una mamma di Conselve)
«Sono stati giorni allegri, con le danze e gli strumenti. Abbiamo incontrato Jean Vanier che ci ha parlato dei problemi che hanno i ragazzi più gravi. Abbiamo festeggiato con un bel dolce il compleanno di Maria Elena: 18 anni. L’ultimo giorno siamo andati nella chiesa S. Francesco dove c’erano i suoi vestiti e la sua tomba».
(Massimo)
«Domenica sera sono andato alla veglia nella basilica di S. Francesco. Francesco ha detto a Chiara: Và in pace! Poi si è spogliato. Poi si sono spente le luci nelle basilica. Lo spettacolo: Và in pace!
Lunedì mattina sono andato alla tomba di S. Francesco e ho portato una candela. Poi ho comprato il libro di Assisi. Poi ho salutato i russi. Il Cardinal Martini è venuto al palazzo dello sport, nell’omelia ha detto: saluti a Fede e Luce. Titti, Angelo, Cristina e Valentina sono andate a salutare Jean Vanier. È stato organizzato abbastanza bene. Proprio bene».
(Stefano)
«Assisi, ho visto S. Francesco e S. Chiara. Ho visto festa: Corno lungo (il corno delle Alpi suonato da P. Klaus, svizzero). Michela, prima buona, poi tirato i capelli a Alessandra».
(Giacomo)
…Ritornando all’esperienza di Assisi, nonostante le pochissime conoscenze extragruppo e le circa 1200 persone presenti, per la prima volta mi sono sentita amica di tutti, in armonia non solo con me stessa, ma con chiunque mi stesse intorno; sentivo il legame che ci univa, la presenza di qualcosa di grande che ci accomunava, che ci ha fatto incontrare lì, guidando, nonostante gli intoppi e le imperfezioni tecniche, ogni momento passato insieme.
Un particolare mi ha particolarmente colpito: il sabato pomeriggio, mentre stavo apprestandomi all’entrata del palazzetto, un po’ titubante per la novità della cosa e al contempo frastornata dalla confusione, un signore alto, magro, dai capelli bianchi, con l’aria di chi aveva grande esperienza di queste cose, mi passò accanto, in direzione opposta alla mia; lo spazio per il passaggio era stretto e lui, per evitare di dovermi strattonare, afferrò con la mano il mio braccio, con una presa forte e calorosa, come se mi conoscesse da sempre e volesse incoraggiarmi ad entrare. Il gesto di per sè può apparire banale, ma è stata la sensazione che ho sentito in quel momento che mi ha colpito; è stato come se mi volesse dire: «Forza, coraggio, tu sei giovane, buttati, entra, mettiti in gioco, NON AVER PAURA!»…
Monica (Fidenza)
Una bella esperienza, anche se è stato un sacrificio rimanere ferma per me che sono sempre in movimento. Le messe, le celebrazioni mi hanno riempita di gioia e di emozioni. Jean Vanier ha avuto parole di conforto per tutti, ci ha dato speranza, ci ha dato serenità per vivere in pace ogni giorno.
Giancarla Fortin (una mamma di Conselve)
È stata una buona esperienza nel percepire che non ci siamo solo noi di Conselve, abbiamo respirato un senso di mondialità. Importanti i messaggi, i momenti di festa, i canti semplici che donavano pace e gioia: ci hanno confermato la presenza di coloro che sono piccoli. Noi di Conselve abbiamo sentito che è mancata la condivisione con gli altri gruppi che già fanno questo cammino.
un’amica di Conselve.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.45, 1995
Sommario
Editoriale
Per dire grazie di M. Bertolini
Speciale pellegrinaggio ad Assisi
Un pellegrinaggio di ringraziamento di L. Bertolini
Portare fraternità e gioia del Cardinal Martini
Dialogo con il Card. Martini
Tu ci liberi dal male di M.De Rino
Dalla tenebra alla luce - Veglia di preghiera di Redazione
Mi ama come sono di Jean Vanier
Io ad Assisi - Commenti a caldo
Articoli
«La mamma di Davide» - Un film per aiutarsi e aiutare di di
Comunità-alloggio La Torre
Rubriche
Recensioni
Carlo Gnocchi – Gli scritti (1934-1956), Angelo Bazzari
Francesco portatore di handicap sorride alla vita, Redentore Ordan
C’era una volta… Un pescolino rosso e Paperottino, Alessandro Savelli
Tra il cuore e la mente, Daniele La Barbera