Dall’ingresso, in giardino, un’impressione positiva è data dall’apparenza dei locali, una casa a forma di L, bassa, più una casetta, in un giardino semplice e ben tenuto; i fabbricati color terra di Siena, danno un’impressione calorosa. Qui e là dei ragazzi a passeggio o seduti, ci vengono incontro, con grande calma, quella stessa che incontriamo entrando in casa.
Eppure qui dentro ci sono 22 giovani con gravi disturbi del comportamento, ragazzi e ragazze autistici, dei quali conosciamo un po’ le grosse difficoltà, le tensioni che si manifestano spesso con gridi, salti, aggressività, auto-aggressività…

Questa tranquillità, questo silenzio del posto è la prima cosa che ci colpisce.

Nel corridoio, vediamo subito degli armadi personali e personalizzati.
Ogni ragazzo ha il suo per gli effetti personali. Sulle ante esterne di ogni armadio ci sono parole staccabili (bagno, pranzo, giardino…), oppure altrettante etichette con figure che rappresentano le stesse parole: spazzolino da denti, un rotolo di carta igienica, un piatto… Questa è una delle vie del linguaggio non-verbale attraverso il quale i ragazzi imparano la comunicazione con i loro educatori, l’orientamento nel loro programma giornaliero e la loro autonomia. Lo verifichiamo subito: un ragazzo viene a riattaccare un’etichetta-bagno e ne prende un’altra e se ne va verso una stanza. Lui fa da solo, l’educatore lo segue più o meno distante.
La visita dei diversi locali dove lavorano i ragazzi ci fa ammirare un bel lavoro di concentrazione e di assimilazione di nozioni di base: c’è chi avvita e svita tappi da alcune bottiglie, chi sceglie pezzi di diverso colore, chi scrive in un quaderno…
Tutto questo potrebbe sembrare semplice e lo è, in un certo senso, ma è anche carico di molti aspetti educativi e di segni di progresso per chi ha visto questi ragazzi lasciati a se stessi, sommersi di stereotipie, auto-aggressioni, angoscia visibile espressa in maniere diverse.

Qui, devo dire, c’è una grande pace nell’insieme e l’impressione che ognuno sa dove va e che cosa deve fare. Naturalmente, nulla di questo accade per caso. L’atteggiamento degli educatori, sempre vicini e quasi silenziosi: questo è infatti, uno degli elementi del metodo usato: poche parole, parole chiare e significative per i ragazzi; al posto delle parole, spesso, gesti e dimostrazioni. Il materiale è dappertutto e abbondante; non un materiale di lusso, ma oggetti inventati e fabbricati dagli stessi educatori, secondo le necessità di un programma che, ci spiega la psicologa, è ben studiato, applicato su ogni ospite e valutato e controllato di continuo.
La dottoressa che ci ha ricevute, spiega la storia di questo programma nel quale — lo si vede — ha investito e investe ancora insieme ad un’équipe e a tutto il personale, un’enorme competenza, interesse e dedizione. I risultati che intravediamo nella nostra breve visita, non sono frutto di un miracolo, ma di sforzi pensati, coordinati e continui, seguendo un metodo ben definito già applicato da anni in altri luoghi.

Lasciamo il posto con un grande conforto di aver visto questi ragazzi, che spesso incontriamo agitati, tesi, ansiosi, finalmente tranquilli perché interpellati e orientati con un linguaggio e ad un livello che possono cogliere.

Nicole Schulthes , 1996

 

Centro Sperimentale per L’autismo

Associazione Anni Verdi
Via Portuense. 1418 – 00050 – Ponte Galeria (Roma)

È nato nel 1992 con l’obiettivo di cercare una risposta alle problematiche legate all’intervento e alla ricerca sull’autismo. Le attività del Centro, rivolte a persone autistiche, alle loro famiglie e a coloro che vivono e lavorano a contatto con la realtà dell’autismo, comprendono:

Servizio diagnostico
Un servizio di valutazione diagnostica, funzionale e normativa, per bambini, adolescenti e adulti con sintomatologia di tipo autistico.

Servizio ambulatoriale
Rivolto a bambini e ragazzi tra i 3 e i 12 anni; vengono proposti trattamenti ad indirizzo cognitivo e comportamentale che, attraverso una strutturazione dello spazio ed una chiarificazione delle richieste, mirano allo sviluppo di abilità di base, comunicative, cognitive e psicomotorie, prerequisiti essenziali al cammino verso l’autonomia personale.
h. 16-19 Lun., Mere., Ven.

Servizio diurno
Accoglie adolescenti e adulti con una diagnosi prevalentemente di disturbo generalizzato dello sviluppo di tipo autistico, che seguono programmi volti all’incremento delle capacità comunicative e di vita indipendente

Soggiorni terapeutici
Sono effettuati in località marine, comprendono tutti i momenti della vita quotidiana e di comunità, in un contesto che offre spiaggia, piscina, escursioni. La presenza di personale specializzato consente di unire la vacanza agli obiettivi terapeutici. Periodo Giugno-Settembre.

Week-end terapeutici
Per bambini, adolescenti e adulti autistici, effettuati con cadenza quindicinale, mirano alla realizzazione di una esperienza di valutazione e di intervento, in un contesto alternativo a quello quotidiano, attraverso escursioni in montagna, libere esplorazioni, attività di gruppo, attività di autonomia ed integranti.

Formazione
L’équipe di Ponte Galeria organizza attività formative teoriche rivolte a scuole e organizzazioni specialistiche, per diffondere conoscenze sull’autismo, e stages pratici in cui si possono apprendere le modalità di relazione adottate nel Centro con le persone autistiche. Il Centro accoglie anche tirocinanti, ed effettua un’attività interna di aggiornamento.

Ricerca
Il progetto di ricerca e di intervento per l’autismo mira a valutare l’efficacia degli interventi effettuati, ad identificare eventuali patologie associate ai sintomi, e prevede un inquadramento normativo, funzionale e diagnostico, indagini neurobiologiche, esami di laboratorio. neurofisiologici, neuroradiologici e tecniche di immagine.
Ricordiamo che l’AUTISMO è un disturbo caratterizzato da difficoltà comunicative, sensoriali e cognitive.
Comporta problemi legati al linguaggio, alla vita sociale, al gioco, all’indipendenza personale. Richiede un ambiente fisico e relazionale adeguato e protetto.

Nicole Marie Therese Tirard Schultes
Ha studiato Ergoterapia in Francia e negli Stati Uniti, co-fondando nel 1961 l'Association Nationale Francaise des Ergotherapeutes, (ANFE).
Trasferitasi a Roma, incontra Mariangela Bertolini e insieme avviano nel 1971, su invito di Marie-Hélène Mathieu, le attività di Fede e Luce e partecipano all'organizzazione del pellegrinaggio dell'Anno Santo del 1975. Dal 1983 al 2004 cura con Mariangela la rivista Ombre e Luci. Per anni ha organizzato il campo estivo per bambini e famiglie sul campus della scuola Mary Mount a Roma.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.52, 1995

Sommario

Editoriale

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Riconciliarsi di S. Murray
Come preparare al sacramento di F. P. Gilbert
Vita cristiana e handicap (articoli di Ombre e Luci 1984-1995)
Centro sperimentale per l’autismo di N. Schulthes
Dopo di noi - Ora so perché pianto dei fiori

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce

Vedi anche: Speciale Disabili e Catechesi

Centro sperimentale per l’autismo ultima modifica: 1995-12-30T11:46:37+00:00 da Nicole Schulthes

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