Può capitare a tutti nell’esecuzione di un lavoro o nel corso di una esperienza difficile, durante la fatica indirizzata al raggiungimento di uno scopo, di dire «basta!». Basta, ci rinuncio, è impossibile; oppure: «ho ottenuto abbastanza, non è proprio quello che volevo ma bisogna accontentarsi»… E cosi ci accontentiamo del poco che abbiamo ottenuto o ci rassegnarne all’insuccesso totale.
Questa specie di stanchezza o di rinuncia al «tentare ancora» nasce spesso e comprensibilmente anche quando si seguono, come genitori, educatori o amici, ragazzi con problemi diversi. Tante volte diciamo: «Le ho tentate tutte, ho faticato tanto, ho seguito i consigli di tanta gente ma… ma non riesco a farlo stare tranquillo… non vuole stare con gli altri… non si applica a niente… non perde quel vizio…» Oppure ci consoliamo così: «Prima era ancora peggio, ora qualche progresso lo ha fatto, più di così non può fare».

Tutto ciò può essere vero. A volte, «non si può proprio fare di più» e ognuno di noi sa quanto è necessario e difficile accettare serenamente quello che non si può cambiare. Altre volte, invece, a un ennesimo tentativo, o per un caso fortuito, o in una situazione diversa, accade una cosa, bellissima: il nostro ragazzo, il nostro amico, il nostro alunno, insomma «lui» che aveva rifiutato mille volte il nostro invito, supera l’ostacolo, va oltre quel confine che pensavamo ormai insuperabile: acquista una nuova abilità, pronuncia una parola, non urla più, accetta un compagno… cammina senza aiuto…
Sì, dobbiamo riconoscere che anche queste cose accadono; che, a volte, proprio quando non ci speravamo più, un situazione si modifica, una grossa difficoltà si risolve ed allora viene voglia di continure a combattere e sperare.
Ecco perché questa nuova rubrica si chiama «Proviamo ancora, proviamo un’altra strada». Vuol essere infatti un invito a non stancarci, a cercare soluzioni sempre nuove per ottenere anche piccoli progressi, a non pensare davanti ad un primo miglioramento che «niente di più si può ottenere».
Sotto questo titolo vorremmo pubblicare storie diverse vissute e raccontate da molti di noi, che testimoniano proprio queste piccole e grandi vittorie, che insegnino la speranza- la forza, di non arrendersi, la fantasia per tentare sempre nuove strade, pur di consentire a tutti i ragazzi che ci sono affidati di percorrere la loro strada, dando tutto ciò che è loro concesso di dare, conoscendo e godendo di tutto quanto è loro permesso di conoscere e godere.

Questa pagina aspetta la tua storia per diventare una nuova rubrica.
Scrivici a ombreeluci@gmail.com

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.43, 1993

Sommario

Editoriale

Si fa sera di Mariangela Bertolini

Se la notte è agitata

Prima di andare a letto intervista a M.Réthoré
Se dorme male di D. Laplane
Di notte bagna... di P. Lemoine
Io grido verso te

Altri Articoli

Imparando a vivere bene con Jimmy di M.S. Tomaro
Viviamo da soli intervista a Romolo e Remo
Quando i genitori si rimboccano le maniche di Antonio e Milena
Ce l'abbiamo fatta di Milena

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce
Proviamo un'altra volta

Libri

Cammino di preghiera, M. Quoist
Esploderà la vita, AA.VV.
La cinquataseiesima colonna, M.Gillini e M.Tonni
La forza del debole, E. Robertson

Proviamo un’altra volta ultima modifica: 1993-09-09T10:14:48+00:00 da Redazione

Ogni mese inviamo una newsletter

Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.

Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Ti sei iscritto. Grazie e a presto... anzi alla prossima newsletter ;) Se ti va, quando la ricevi, facci sapere che ne pensi. Ci farebbe molto piacere.