Questo tirocinio non può essere imposto, ma solo proposto e con misure diverse. In ogni caso è un tirocinio più difficile per chi non parla e non può mostrare ciò che ha capito. Il dott. Paul Lemoine è un pediatra padre di undici figli e autore di un bellissimo libro «Trasmettere Vamore, un’educazione all ascolto de! bambino». Qui egli ci insegna quali atteggiamenti bisogna avere di fronte a questo problema. Per gli adulti il problema è diverso e probabilmente ne riparleremo.
È molto difficile analizzare in due pagine un problema così complesso salvo riassumerlo in una sola parola: «sdrammatizzare». E poprio così: non bisogna sminuire il bambino per una menomazione benigna e passeggera. A parte qualche caso di malattia dove si rende necessario un trattamento medico, la «pipì a letto» (quando persiste dopo l’età di quattro anni) è frequente, ed è legata a leggeri disturbi psico-affettivi che non avranno gravi conseguenze se li si tratterà con buon senso.
Le cause principali sono tre: immaturità, opposizione, ansietà.
L’immaturità è di quei bambini mogi e rassegnati davanti al medico. Non sanno difendersi e monopolizzano la mamma invece di prendere iniziative. Durante la giornata la loro pulizia non è totale. Le mutandine sono spesso umide perché la vescica è rimasta allo stadio in cui si vuota in maniera riflessa, cioè quando è piena: di conseguenza è solo qualche goccia nelle mutandine che spinge questi bambini ad andare a fare pipì e la fanno in modo passivo, senza sforzo.
Due eccessi possono esserne la causa: certi bambini hanno portato per troppo tempo i pannolini assorbenti e chiusi ermeticamente, che sono così esaltati dalla televisione! Purtroppo fanno comodo a mamma e bambino. Ma che peccato aver lasciato passare quel momento previlegiato dell’evoluzione affettiva in cui, verso i diciotto mesi, si presenta quel dono del bambino alla madre, quello di una «bella popò» o pipì che viene proprio da lui per riceverne in cambio un piccolo segno d’amore.
Inversamente altri bambini troppo coccolati da madri ansiose e iperprotettrici conservano un’incapacità di iniziativa, di coraggio, di fiducia in se stessi. Ogni trauma affettivo può provocare una regressione temporanea (un trasloco, l’inizio della scuola, la nascita di un altro figlio…).
La seconda causa sta nell’opporsi del bambino a una costrizione come il tentativo troppo precoce di farlo imparare a non bagnarsi, o la severità eccessiva del padre…
Spesso l’ansietà si associa alle altre due cause, oppure agisce da sola. Il bambino subisce l’ansia dei genitori, ma la rende propria. Se si addormenta nel timore di far pipì a letto, la farà certamente. Alcuni si adattano troppo facilmente a recitare la parte del neonato, tuttavia ne soffrono enormemente: hanno timore delle canzonature, che i compagni lo vengano a sapere, e hanno paura di andare a dormire fuori casa.
Che fare?
Molte prescrizioni mediche sono inefficaci o nocive:
- Diminuire i liquidi la sera? È un’idea seducente, ma inutile. D’estate è faticosa, pone troppo l’accento sull’enuresi e aumenta l’ansietà.
- Somministrare la sera uno stimolante per evitare un sonno troppo profondo? A volte è efficace, ma io mi rifiuto di compromettere il sonno di un bambino, così benefico per lui.
- Un calmante quando il sonno è troppo leggero? Soltanto nei casi di grande agitazione, quando è innocuo e quando viene ordinato dal medico!
Alcuni metodi aggressivi (minacce di iniezioni o altro) possono, attraverso la paura, dimostrarsi efficaci in breve tempo. Ma se sopprimono un sintomo aggravano il turbamento affettivo, che si manifesterà con un altro disturbo nevrotico forse meno fastidioso, ma più grave per il bambino.
La rieducazione degli sfinteri è utile quando il bambino è disposto a collaborare. Ma non bisogna farla svegliandolo di notte: questo lo infastidisce e lo spinge a urinare quando dorme. La rieducazione deve essere fatta durante il giorno: bisogna insegnargli a controllarsi quando ne è cosciente; bisogna domandargli di urinare ad ora fissa, volontariamente, in maniera energica «come se si trattasse di spengere un incendio» e non passivamente quando ne ha grande bisogno. Se si vuole si può domandargli di tanto in tanto di interrompere una minzione (all’inizio non ci riesce).
- È semplice annullare un atteggiamento di opposizione sostituendo un’educazione troppo severa con un’atmosfera affettuosa e piena di gioia e di fiducia.
- Richiede più tempo aiutare un bambino a raggiungere la maturità. Bisogna agire a tutti i livelli, ma si tratta soprattutto di fargli acquistare una maturità mentale e affettiva. Bisogna eliminare tutto ciò che mantiene un atteggiamento infantile (pannolini, paragoni sgarbati, eccesso di protezione). Al contrario bisogna dargli il gusto dell’indipendenza, proporgli di partecipare alla lavatura delle lenzuola, favorirne le iniziative. E anche necessaria una maturità fisica e muscolare: questa sarà favorita da sport ed esercizi che gli daranno coraggio e fiducia in se stesso.
- Bisogna eliminare l’ansietà, rassicurare il bambino che questo suo guaio è benigno e passeggero; poi bisogna parlarne il meno possibile. Le sole parole «pipì a letto» ad alcuni ricordano la soddisfazione di essere ancora il «piccolo di casa», in altri risvegliano il desiderio di opporsi e all’improvviso fanno ricomparire l’angoscia.
Bisogna che egli si assuma rischi leggeri, ragionevoli e necessari allo sbocciare delle sue capacità. Se ci saranno cadute non precipitiamoci a cercare con angoscia un’eventuale ferita. Se il bambino piangerà un poco attaccato alle sottane della mamma, diciamogli con ammirazione: «Bravo! Ci siamo quasi». Egli si rialzerà con un sorriso raggiante. Forse mi allontano dal tema? No, questo è molto più importante delle medicine.
La regola principale si può dire con una sola parola: sdrammatizzare.
– Paul Lemoine, 1994 – 0. et L. n° 99
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.43, 1993
Sommario
Editoriale
Si fa sera di Mariangela Bertolini
Se la notte è agitata
Prima di andare a letto intervista a M.Réthoré
Se dorme male di D. Laplane
Di notte bagna... di P. Lemoine
Io grido verso te
Altri Articoli
Imparando a vivere bene con Jimmy di M.S. Tomaro
Viviamo da soli intervista a Romolo e Remo
Quando i genitori si rimboccano le maniche di Antonio e Milena
Ce l'abbiamo fatta di Milena
Rubriche
Dialogo aperto
Vita Fede e Luce
Proviamo un'altra volta
Libri
Cammino di preghiera, M. Quoist
Esploderà la vita, AA.VV.
La cinquataseiesima colonna, M.Gillini e M.Tonni
La forza del debole, E. Robertson