Vi chiederete chi è Flaminia. Flaminia, detta anche Minni, ha ormai 14 anni, ha i capelli biondi e gli occhi azzurri. E’ molto carina e ispira una grande tenerezza. Cammina con un passo tutto suo, e questo sia in senso reale che metaforico. Non parla, non ama essere coccolata più di tanto e soprattutto non da tutti quelli a cui fa tenerezza: ha una su autonomia. Il suo affetto però lo sa dimostrare, e alle persone alle quali vuole bene fa dei grandi sorrisi. Anche se difficilmente mostra interesse per i giocattoli nuovi Flaminia è molto affezionata a quelli vecchi, e con loro è capace di stare a lungo da sola. Flaminia non dà mai fastidio, e, se a volte la sua presenza pud essere di qualche «disturbo», ciò accade veramente solo in quei luoghi, come la Chiesa durante la Messa, che richiedono di stare fermi e zitti molto a lungo. Ad alcuni sembrerà buffo, ma Flaminia è bene educata, e questa fatica supplementare dei suoi genitori le è stata e le è estremamente utile nel quotidiano, e alla fin fine ha rispar miato anche a loro fatiche e dispiaceri inutili.
Flaminia sa farsi voler molto bene. L’accompagnamento di Flaminia all’incontro con il Signore nel giorno della sua prima Comunione è stato un momento forte nel cammino di fede di coloro che vi hanno partecipato direttamente o indirettamente.
Io ho avuto la fortuna di farlo personalmente e sento di voler cercare di estrapolare dalla mia esperienza degli elementi riproponibili ad altri che si dovessero trovare a vivere una esperienza analoga.
Innanzi tutto una breve riflessione sull’oppurtunità della partecipazione della persona con handicap mentale grave alla Mensa del Signore. Una riflessione che vada al di là del «perché no?» che è pur sempre sufficiente in mancanza di meglio.
Che Flaminia facesse la Prima Comunione non è mai stato messo in discussione, credo anche grazie al fatto di avere una sorella gemella. La presenza di questa sorella, che ha anche delle doti non comuni di sensibilità e di affettuosità, ha, credo sempre aiutato i genitori a non dimenticare o sottovalutare l’età di Flaminia, le tappe necessarie, le esigenze che evolvono con la crescita della persona.
Flaminia quindi, anche grazie a Maria Novella ha sempre ottenuto un pari riconoscimento di dignità e di umanità totale che forse altri hanno conquistato con grandi grandi fatiche e sofferenze dei genitori.
Primo punto quindi su cui riflettere è il riconoscimento incondizionato di dignità e di umanità, dell’essere quindi figli di Dio a tutti gli effetti.
L’approfondimento della riflessione è stato tuttavia per noi un’esperienza comunitaria. Flaminia e Maria Novella facevano parte di una comunità di Fede e Luce e la comunità ha voluto darsi dei tempi di riflessione su un avvenimento così denso di mistero.
Incontrare Flaminia, che è un po’ sfuggente, è stato sempre un grande desiderio di tutti quelli che le vogliono bene. Restare tagliati fuori dall’incontro più misterioso, ma allo stesso tempo più vero di Flaminia ci sembrava davvero un peccato: da un incontro di comunicazione per giunta, da un incontro di Comunione.
Così abbiamo scambiato tra di noi le impressioni, i dubbi e le emozioni, e attraverso Flaminia, parlando di lei, abbiamo capito quanto poco noi stessi avessimo coscienza della grandezza del Sacramento, quanto poco noi «intelligenti» potessimo capirlo razionalmente.
Secondo punto quindi, lo scambio comunitario sul mistero nel Mistero è fonte di Grazia per la comunità e può costituire una parte importante del clima che si creerà durante la celebrazione e che crediamo sia stato importante per Flaminia e lo possa essere per tutti coloro che in qualche modo le somigliano.
Ma quali altre attenzioni potevano venire a Flaminia dalla nostra riflessione, dalla nostra crescita grazie a.lei? Due di noi, Giulio ed io, hanno seguito la cosa più da vicino.
Così abbiamo pensato di accompagnarla ogni tanto a conoscere e a farsi conoscere dagli altri catecumeni durante la loro riunione settimanale. Il sacerdote ha dato la massima disponibilità e ha accolto volentieri Flaminia alle riunioni. Mentre gli altri parlavano Flaminia era presente, girava un po’, poi si sedeva e noi le mostravamo alcune cose tra il materiale didattico di una scuola Montessori per la preparazione alla Prima Comunione. In breve si tratta di materiale per raccontare in modo concreto le parabole del Vangelo. Ci sono cioè delle statuine ad esempio del Buon Pastore e delle pecorelle, del mercante di perle ecc. (1).
A Flaminia abbiamo mostrato solo l’ovile con le pecore e il Buon Pastore e poi abbiamo giocato molto con la luce, accendendo la candela dandogliela per brevi momenti in mano. Lei aveva sempre la sua aria assorta e nel complesso sembrava contenta. Seguiva la luce della candela. Intanto gli altri parlavano sulla parabola del Buon Pastore, poi per interrompere Flaminia faceva un’altra passeggiatina, poi una prova di canti e tutti a casa.
Il giorno della Prima Comunione la processione di entrata era adatta a Flaminia. Ogni bambino aveva la sua candela accesa mentre il gruppo di Fede e Luce cantava «Fla mandato una luce per guidarci da Lui» e anche Flaminia aveva la sua candela.
Noi abbiamo voluto quindi «accompagnarla». Non abbiamo certo potuto prepararla in senso tradizionale. Ci siamo preparati noi a farle sentire la nostra vicinanza, a sentirci tutti parte di una solo Corpo e abbiamo cercato con l’aiuto del sacerdote di far capire questo agli altri bambini.
Per regalo le abbiamo comprato un morbido agnello di pelouche e, poco liturgicamente gli abbiamo attaccato al collo un campanellino, ma volevamo un simbolo che fosse noto a noi e richiamasse qualcosa di piacevole per Flaminia: bianco, morbido, sonoro.
E in ultimo un altro piccolo regalo bianco, morbido e gradevole. Una grande coppa di panna che Flaminia adora e che voleva essere un simbolo di festa, perché per ogni bambino la Prima Comunione è una festa, e doveva esserlo anche per Flaminia.
Vorrei che nessuno potesse più rispondere che per le persone con handicap mentale la Grazia non ha bisogno dei Sacramenti. (A noi alcuni professori di teologia hanno risposto così, quando abbiamo chiesto loro consiglio per la preparazione di Minni).
I Sacramenti sono gesti di Dio per l’uomo, per ogni uomo. Se con il tempo i gesti di Dio abbiamo voluto vederli come riservati agli intelligenti, questo non vuol certo dire che «altri» non siano degni del gesto di Dio. Forse Dio ci chiede di rendere visibili i suoi gesti alla Comunità quando egli si rivolge a coloro che sembrano non capire. E quando ci chiede di accompagnare i più deboli a Lui, è importante che noi lo facciamo passando per la Chiesa, con i gesti che la Chiesa ha fatto suoi, davanti agli uomini quindi e non nascostamente.
Per il resto anche noi che abbiamo accompagnato Flaminia siamo convinti come sua mamma ha detto quel giorno in una preghiera che «Gesù avrà certamente trovato le parole per parlare al cuore di Flaminia». Sappiamo che questo sarebbe successo anche se noi non avessimo fatto nulla. Noi però ■ non abbiamo perso l’occasione di essere stati partecipi di questo incontro misterioso. E nutrirsi alla stessa mensa significa essere partecipi gli uni degli altri, diventare in Cristo un solo Corpo.
Proprio quest’anno Flaminia ha fatto anche la Cresima e io sono stata la sua madrina. E’ stata un’emozione grandissima sentirmi chiedere questo e una gioia profonda poterlo fare. Questa volta la preparazione è stata meno pensata perché io sono stata a letto per un lungo periodo quasi fino al giorno della Cresima. Giulio, con cui da quasi tre anni sono sposata, è riuscito una volta ad accompagnare Flaminia al ritiro, e hanno mangiato con gli altri ragazzi. Non è stato molto, ma lo Spirito Santo ha fatto il resto e io ho provato davvero molta gratitudine per aver «accompagnato» Flaminia anche questa volta e in modo così speciale.
(1) Per chi volesse approfondire questa applicazione del metodo Montessori consigliano la lettura di S. Cavalletti “Il potenziale religioso del bambino“, Città Nuova, 1981.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.39, 1992
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