Emanuele ha trentatre anni. Quando aveva un 1 anno, dopo un coma di sei settimane, diventò epilettico. Oggi è impiegato nellamministrazione di una piccola impresa. La sorella Carole ci racconta l’avvenimento che cambiò la sua vita.
Emanuele non ha molti amici della sua età. Sono piuttosto i bambini che gli vogliono bene e che cercano la sua compagnia. Gli adulti a volte lo ascoltano soltanto con orecchio distratto mentre già cercano con lo sguardo la persona con la quale potranno avere una conversazione ai loro occhi degna di questo nome. Quando non si sente ascoltato e accettato Emanuele decide di tacere. Mi spiega: «sai, non ho niente da dire che interessi gli altri». Vorrebbe sposarsi, avere bambini, gli dispiace di non avere nipotini e spesso parla di questo.
Nel novembre scorso è nato il figlio di una delle nostre cugine e, con sorpresa e gioia di tutti, mio fratello è stato scelto come padrino. Appena lo seppi gli telefonai. Lui mi confessò che non riusciva a crederci… Mi disse: «essere padrino cambierà la mia vita: ora mi sento riconosciuto». Credo che questa sia stata la gioia più grande della sua vita, una gioia tutta proiettata sulYavvenire. La cugina gli mandò ben presto parecchie fotografie del suo figlioccio Antonio e mio fratello le mostrò a tutti con orgoglio. Ora queste fotografie sono incorniciate e messe ben in evidenza in camera sua. Al figlioccio ha spedito un pacco «urgente» con un orsacchiotto di peluche.
Il giorno prima del battesimo siamo partiti in treno, lui ed io. Eravamo felici di viaggiare insieme come due amici che hanno sempre tante cose da dirsi. Era poco dopo Natale. Emanuele, commosso, fece la conoscenza del suo figlioccio. Eravamo in tanti e tutti si felicitavano con mio fratello. A tavola parlò molto, felice di essere ascoltato e rispettato. Raccontò ricordi di infanzia e storie piene di umorismo. Si sentiva sicuro di sè come mai era accaduto prima. Ma alla fine del pasto ebbe una crisi epilettica. I genitori del suo figlioccio stettero con me vicino a lui. Quando ebbe ripreso conoscenza il padre del neonato portò alcuni fogli dove erano scritte le parole dei canti per il battesimo. Provammo a cantarli e a poco a poco anche Emanuele si unì a noi. Quando andammo a dormire nessuno appariva preoccupato per il giorno dopo ed io mi sentii trasportata dalla fiducia di tutta la famiglia e dal loro amore per mio fratello come è. Che pace!
Per proteggere e amare questo bambino
Il giorno dopo durante la cerimonia del battesimo vidi Emanuele profondamente raccolto e chiaramente consapevole di prendere un impegno e una responsabilità. Alla fine del battesimo davanti all’altare la cugina depose il neonato tra le braccia del padrino e si fecero le fotografie. Ora, quando le guardo, sono sempre colpita dal viso di Emanuele, così pieno di pace e di tenerezza per il suo figlioccio. La sua espressione di felicità profonda colpì molte altre persone. Ci fu una merenda per gli amici. Emanuele parlava con tutti, raggiante, rafforzato, rassicurato. Cera un libro doro. Vi scrisse: «Spero di vivere a lungo per proteggere questo bambino, vegliare su di lui e volergli bene. Spero che il mio figlioccio abbia una vita molto felice». Il giorno dopo, prima di ripartire, Emanuele tenne di nuovo a lungo il bambino tra le sue braccia. Parlammo del battesimo durante tutto il viaggio di ritorno.
Sono passati due mesi. Ci sono stati numerosi scambi di fotografie. Qualche giorno fa mio fratello ha ricevuto «un regalo del suo figlioccio», una sciarpa. In genere le sciarpe non gli piacciono, ma per questa ha una predilezione! Anche lui manda al figlioccio tanti piccoli regali e scrive o telefona di frequente ai suoi genitori. Al punto che la sorella del bambino, che ha otto anni, ha detto alla mamma che le dispiace di non aoere mio fratello come padrino. Recentemente altri nostri cugini ai quali raccontavo questo battesimo mi hanno detto: «Ma in fondo, perché non abbiamo pensato mai a lui come padrino?».
Scegliere una persona handicappata o malata che ha una fede vera e il senso delle sue responsabilità come padrino o madrina è fonte di una grazia inimmaginabile per lei stessa, per i genitori, i fratelli e le sorelle, e per ogni membro della famiglia. E’ un soffio spirituale nuovo per aiutarci a continuare il cammino.
– da O. et L. n. 97 C. C.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.39, 1992
Sommario
Articoli
Lasciateli venire a me di M. Bertolini
Perché nessuno sia dimenticato di Henri Bissonier
La prima comunione di Flaminia ci ha fatto crescere di A. Aluffi De Rita
Maria, la mia figlioccia di Anna
Essere padrino ha cambiato la mia vita di Carole
Temevo di non essere accettata come catechista di G. Valmarin
Come rendere viva la Messa di P. N. Simard
Testi e sussidi per la Catechesi alle persone disabili di Redazione
Anche io sono diventata suora di Susanna
La cresima di Marco
Si è aperta una finestra nella nostra vita di P. e M. Coralli
Davvero lo spirito del Signore è su Marco di S. Boccaccio
Rubriche
Dialogo aperto
Vita Fede e Luce
Libri
E la vita esploderà, AA. VV.
Psicopatologia e vita spirituale, H. Bissonier
Persone handicappate mentali. Quale Catechesi?, AA. VV