Quando 13 anni fa Angelica, al suo secondo giorno di vita, fu colpita da setticemia neonatale cytomegalovirus, i dottori del reparto pensavano che non avrebbe potuto superare la notte. La calma con cui abbiamo affrontato quei momenti fu dovuta proprio alla grazia di Dio e alla solidarietà di tutti i fratelli del nostro gruppo di preghiera che pregarono per una notte intera per la salvezza della bimba. Decidemmo di farla battezzare subito. Il sacramento le venne somministrato dall’infermiera dentro l’incubatrice del reparto neonatale di terapia intensiva.
Il giorno dopo, con grande gioia di tutti noi, la crisi acuta era superata e la bimba continuò a migliorare fino ad essere dimessa dopo venti giorni. Oggi è una ragazzina intelligente, simpatica, felice di vivere, anche se è rimasta sorda. Conduce una vita familiare normale e completa, ha stabilito con i fratelli maggiori (Veronica di 18 e Leonardo di 21 anni) un rapporto pieno di amore e di fiducia. I nostri figli infatti sono stati i primi e più importanti collaboratori, pazienti e soprattutto stimolanti nella lunga faticosa e a volte estenuante opera di rieducazione della parola fin dai primissimi anni di vita. Essi sono i suoi amici più cari, i suoi confidenti e compagni di gioco di sempre.
Di tutto questo ringraziamo il Signore che ci ha consentito di affrontare volta per volta le varie difficoltà con serenità, e che ci conduce per mano in un cammino con momenti di buio e di luce, prendendo con calma decisioni importanti per la sua vita.
Una delle più importanti è stata senz’altro la scelta della scuola. Dopo vari tentativi tramite logopediste e centri specializzati di rieducazione, costosi e non sufficientemente efficaci, l’abbiamo iscritta (aveva 6 anni ormai) all’Istituto Gualandi, fondato apposta per i sordi, che le ha reso possibile un corso di studi regolare, altamente specializzato. Angelica ha frequentato la scuola con orario scolastico normale che le ha consentito di avere il tempo di svolgere una vita familiare e sociale come gli altri bambini. Mi sembra molto importante che i genitori siano ampiamente informati sulle possibilità scolastiche che esistono per ‘i propri figli sordi per poi, in piena libertà, fare le scelte che ritengono migliori.
Frequentando questa scuola Angelica è diventata più tranquilla, si è sentita compresa, ha imparato a parlare, a comporre le prime frasi, a esprimere i suoi sentimenti e i suoi desideri, ha incominciato ad avere le prime amicizie al di là dell’ambito familiare. Dove la famiglia non poteva arrivare, la scuola ha provveduto a colmare le lacune anche dal punto di vista dell’educazione religiosa con un adeguato catechismo, cosicché la bimba ha potuto sviluppare un suo rapporto personale con il Signore veramente profondo e sentito. Ella ha ricevuto con piena consapevolezza sia l’Eucarestia a nove anni, sia, nello scorso maggio, la Cresima.
Successivamente, per migliorare l’inserimento tra i normoudenti, è stata accettata in parrocchia tra le coccinelle e insieme a loro ha partecipato ai giochi, alle attività varie e ai campeggi estivi. Tutto il gruppo si è arricchito ed è stato felice di questa esperienza, anche se passando di grado, Angelica ha deciso, con grande dispiacere di tutti, di interrompere le attività per un dislivello della comunicazione verbale che si era creato tra lei e le sue coetanee e che non era ancora in grado di superare.
Anche le attività sportive (nuoto, sci) hanno avuto la loro parte nell’armonico sviluppo psicofisico di Angelica, rendendola sempre più sicura delle sue capacità. In particolare il nuoto è la sua passione, non c’è cosa che la renda più felice quanto un bel tuffo nell’acqua dove si trova veramente a suo agio.
Quando, in questi ultimi tempi anche in vista della fine della scuola dell’obbligo, cominciavano ad annunciarsi le prime apprensioni per il suo futuro nella scuola e nel lavoro, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere una realtà molto stimolante ed impensata. Abbiamo partecipato al Congresso Internazionale dei Sordi «The Deaf Way» che si è tenuto a Washington dal 9 al 14 luglio scorso. Abbiamo potuto constatare quale sia il mondo dei sordi fuori dell’Italia, quante opportunità vi siano per essi, quale cambiamento di mentalità si è sviluppato negli Stati Uniti circa il rapporto udente-non udente, quale ricchezza di espressione artistica e culturale dei sordi si sia acquisita in varie parti del mondo.
Se interessa, si potrebbe organizzare un momento di approfondimento e di comunicazione di quanto abbiamo appreso, su queste pagine o in altra sede.
Ritengo che sia molto importante cambiare idea sull’ «handicap» del sordo rispetto al mondo dei «normali». Infatti i sordi americani proclamano una loro identità culturale con una loro lingua (l’ASL) con una loro storia che li rende assimilabili a un vero e proprio popolo di minoranza linguistica. Abbiamo potuto vedere in nostra figlia la gioia di identificarsi in una ricca moltitudine di persone del suo stesso stato (circa 7000 partecipanti di 76 paesi) la gioia di sentirsi completamente a suo agio e libera da quelle frustrazioni che sorgono inevitabilmente col mondo degli udenti.
Abbiamo riconosciuto che, come si leggeva sulle magliette in vendita al Congresso, «I sordi sono in grado di fare qualunque cosa, tranne… sentire».
– Maria Monica Rossi, 1989
Dopo il viaggio di Boston, siamo partiti per Washington dove ci sono tanti sordi dell’Università a Gallaudet.
Una signora negra sorda ha parlato con mio padre perché forse quando avrò 18 anni andrò a Washington all’Università «Gallaudet».
Mio padre ha comprato il libro dei gesti. Io un po’ ho imparato e copiato i gesti del libro…
Tutti i giorni i miei genitori sono andati alla riunione dei sordi, invece io e la mia sorella abbiamo giocato tra di noi. Un sordo arabo ha parlato con me e mia sorella e siamo diventati amici. Io ho imparato l’alfabeto dei sordi. Anche i genitori e mia sorella hanno imparato l’alfabeto dei sordi e un po’ di gesti. Mi è piaciuto molto conoscere tanti sordi, perché sono simpatici.
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.27, 1989
Sommario
Editoriale
Anche se non ho voce, anche se non sento... di Mariangela Bertolini
Articoli
Come ascoltare veramente di M.H. Mathieu
Storia di Angelica di Maria Monica Rossi
Dal silenzio alla comunicazione di Amneris Bellucci
Da quali segni riconoscere la sordità infantile
A tavola con una persona sorda di Michel e Laure Morice
Come parlare a una persona sorda
Ho un fratello e sorella non udenti di Nicoletta Amato
Cooperativa spazio aperto di L. Brambilla e A. De Rino
Rubriche
Dialogo aperto
Vita di Fede e Luce
Libri
L’altra gente. Convivere con l’handicap di Antonio Guidi
Il bambino con epilessia di Ch. Dravet/P. Jallon