Francesca ha ventiquattro anni. È nata sorda e quasi cieca in seguito a una rosolia contratta dalla madre durante la gravidanza. Non parla, ma comunica con noi attraverso un linguaggio molto limitato, tutto fatto di gesti: per dire «mamma» per esempio, si incrociano le braccia e si fa il gesto di cullare. Per dire «bere» si fa finta di vuotare un bicchiere. L’interesse principale di Francesca è rappresentato dai gesti che hanno qualche rapporto con il nutrimento.

Come una porcellana

Fino a sette anni Francesca è stata esile e molto fragile. Le sue dita erano così sottili che si temeva di spezzarle. Per nutrirla, cucchiaio dopo cucchiaio, erano necessari sforzi infiniti; nulla sembrava potere aiutarla a superare la sua avversione per il cibo.

Dall’anoressia alla bulimia

A sette anni il cambiamento fu rapido e inatteso: probabilmente alcuni suoi problemi cardiaci si erano risolti da sé. Francesca riprese rapidamente un peso normale. Ora è diventata una «forza della natura» e il suo appetito non conosce limiti.
I pasti con lei tuttavia non hanno nulla a che vedere con l’immagine tradizionale della riunione familiare, quella riunione tranquilla, conviviale, dove ognuno può dimenticare le sue preoccupazioni e che assume spesso le dimensioni di una festa.
Francesca è sempre molto impaziente di mettersi a tavola e vorrebbe imporre le sue scelte del menù. Va al frigorifero oppure agli scaffali della dispensa per procurarsi i piatti che preferisce. Se noi, per variare il pasto, rifiutiamo le sue scelte, può accadere che si arrabbi violentemente tanto da arrivare a rompere un vetro o a minacciare di farlo. Bisogna allora farla ragionare con molta pazienza, e capita anche di dover lottare per imporle un atteggiamento ragionevole.
Poi Francesca va a cercare gli altri, compresi gli invitati. A volte chiude d’autorità il libro che stanno leggendo e prende loro la mano per accompagnarli, ed è impossibile impedirglielo.

Autoritarismo e partecipazione

A tavola Francesca sorveglia tutti. Da bambina era egocentrica e spesso si appropriava di ciò che spettava agli altri. Ora che è adulta, sa che ognuno deve avere la sua parte e deve mangiare di tutto: per questo è molto difficile farle capire che un invitato può invece rifiutare qualcosa o seguire una dieta. E guai a chi a suo modo di vedere mangerà troppo lentamente.
Se qualcosa non le piace versa in modo rapidissimo quello che ha sul piatto in quello della madre. È già un progresso: anni fa, con la stessa rapidità, il piatto finiva per terra in un baleno. Questo però non dura a lungo, perché il cibo rifiutato viene subito riportato davanti a lei.
Alla fine d’un pasto c’è poi tutta una serie di riti. Francesca sa chi prende il caffè, se desidera lo zucchero oppure no, e non sopporta cambiamenti di abitudine.

Invitati scelti con cura

Quando Francesca passa con noi le vacanze oppure il week-end, non è facile allargare il cerchio della famiglia.
Come molti altri genitori di bambini psicotici, avremmo la tendenza a «rinchiuderci in noi stessi». Bisogna però che Francesca impari a poco a poco a vedere gli amici dei suoi genitori e quelli dei fratelli e delle sorelle; questo vuol dire che la persona invitata deve accettare, da una parte i gesti maldestri e le eventuali violenze di Francesca, e dall’altra la nostra tensione nervosa che non sempre riusciamo a controllare.

Francesca è molto sensibile agli atteggiamenti degli altri verso lei e accetta facilmente chi dimostra di considerarla una persona

Francesca è molto sensibile all’atteggiamento degli altri verso di lei e accetta facilmente chi, arrivando, dimostra di considerarla una persona. Allora lo saluta e l’abbraccia. Agli altri dice subito «arrivederci» e stringe loro energicamente la mano. Lentamente impara — e non senza qualche regressione — a rispettare gli altri; con la stessa intensità aspetta affetto e amicizia da parte loro.

Jacques La Brousse, 1989 – (o. et L. n. 85)

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.28, 1989

Sommario

Editoriale

Buon Natale anche a te di M. Bertolini

Articoli

Mangiare insieme di Nicole Schulthes
Il bambino che non vuole mangiare di Paul Lemoine
I pasti di Francesca: un’avventura di Jacques La Brousse
Dove, se non in chiesa? di Joseph Bernardin, cardinale
Un grande progetto a piccoli passi di Maurice e Michèle Antoine
Le case della carità di Sergio Sciascia

Rubriche

Dialogo aperto
Vita di Fede e Luce

Libri

Per insegnare bisogna saper osservare a cura della Redazione

I pasti di Francesca: un rito e una avventura ultima modifica: 1989-12-26T11:08:37+00:00 da Redazione

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