Associazione steineriana a Roma
La mamma di Oliviero, protagonista dell’articolo «Perceval» pubblicato su Ombre e Luci scorso ci chiede di pubblicare questa descrizione di una iniziativa alla quale partecipa con un gruppo di educatori e genitori.
Molte persone ignorano quale destino attenda un ragazzo portatore di handicap quando, terminata la Scuola dell’obbligo, si trovi di fronte alla vita.
Dopo l’esperienza dell’integrazione scolastica resta comunque il problema per i giovani di poter conseguire un ulteriore sviluppo personale con delle prospettive per il futuro.
In questi ultimi anni presso la Scuola Waldorf di Roma, alcuni ragazzi portatori di handicap hanno vissuto l’esperienza scolastica alla luce della pedagogia curativa fondata da Rudolf Steiner e, con l’ultimo anno scolastico, hanno completato il ciclo della Scuola dell’obbligo.
I risultati preziosi raggiunti nella loro crescita e nella loro formazione hanno spinto i genitori e quanti sono stati vicini all’esperienza stessa a dar vita ad un’iniziativa che garantisca ai ragazzi il proseguimento del lavoro nei modi e negli aspetti adatti alla loro età e che si rivolga anche ad altri ragazzi e ad altre famiglie con gli stessi problemi.
È nata così l’Associazione Loïc Francis-Lee per la Pedagogia Curativa e la Socioterapia Steineriana con lo scopo di permettere ai ragazzi adolescenti portatori di handicap il proseguimento della loro formazione umana e professionale secondo i principi educativi e terapeutici antroposofici.
A tal fine, nel prossimo autunno, nei pressi di Capena (Roma) comincerà ad operare una prima Casa-laboratorio (Casa Loïc) che accoglierà in orario diurno i ragazzi interessati, offrendo loro la possibilità di realizzare un lavoro di formazione artigianale e culturale.
Questa prima casa baserà la propria attività artigianale sulla lavorazione della lana in ogni sua fase: lavaggio e tintura con colori vegetali, filatura a mano e tessitura, piantagione, raccolta e cura delle piante per la tintura e comprenderà inoltre tutte le altre attività (agricoltura biodinamica, preparazione dei pasti, ecc.) utili alla vita della Comunità e alla gestione della casa. L’insegnamento di materie culturali ed artistiche costituirà parte integrante delle attività formative e terapeutiche. Tali corsi saranno aperti anche a ragazzi non necessariamente portatori di handicap.
Questa iniziativa, così utile per la fascia di età dei ragazzi a cui si rivolge e così preziosa per il valore dei principi pedagogici e terapeutici su cui si fonda, ha bisogno per consolidarsi e per svilupparsi dell’apporto concreto e fattivo di un numero crescente di persone. Ciò anche in considerazione del fatto che, mentre in tutti i paesi europei i Centri che lavorano ormai da decenni con il metodo Rudolf Steiner sono largamente diffusi, riconosciuti e sovvenzionati dai rispettivi Stati, in Italia ancora non sono stati realizzati Centri che lavorino con tale indirizzo e, in questa fase, l’onere economico grava esclusivamente su iniziative private.
L’Associazione Loïc Francis-Lee
Spero e prego di non perdermi per strada
Ho consegnato alla Caritas Diocesana il questionario inserito nella rivista di Ombre e Luci, quale strumento per una rilevazione sistematica in tutta la Diocesi.
Molti sono purtroppo i pregiudizi sui disabili in genere, anche a livello ecclesiale. Ho spesso l’impressione che l’impegno profuso dalle varie associazioni di volontariato sia piuttosto un’esigenza delle singole persone alla ricerca di tacitare la propria coscienza, invece che di un cammino di solidarietà verso l’altro.
Come mi riesce difficile condividere la non ricerca della giustizia, quale primo corretto passo verso un’educazione alla carità, cui si sopperisce con azioni ininfluenti sul tessuto sociale.
Difficilmente si riesce a comprendere che in una famiglia al cui interno vive un handicappato, l’intervento deve comprendere tutto il nucleo familiare e non solo l’handicappato. Che l’handicappato non è un malato da curare tutta la vita, e che invece vuole giocare con gli altri, stare con gli altri, lavorare con gli altri.
Non è un cammino breve da percorrere quello della lotta ai pregiudizi. È senz’altro un cammino culturale, che richiede tempo, pazienza e perseveranza, e soprattutto fede.
Spero e prego di non perdermi per la strada, consapevole che oggi nessun altro, sul nostro territorio, sta percorrendo questo cammino.
Ho letto attentamente la rivista Ombre e Luci e la trovo molto interessante perché sa dare molti consigli utili alle famiglie, e indirettamente potrebbe sgombrare il campo da tanti pregiudizi. Mi impegno quindi fin d’ora a farne diffusione anche al di fuori del campo ecclesiale, perché credo, che il seme vada gettato non solo verso coloro che dicono di credere, ma anche verso coloro che pensano di non credere. Le allego un articoletto che scrissi oltre due anni fa per il settimanale diocesano. È in linea con lo spirito della vs. rivista.
Allego qui di seguito un elenco di famiglie con handicappati, che penso possano gradire la rivista.
Giancarlo Pertici
Il giorno della Cresima di Luca
Sono Marcella, della Comunità di Maria Madre della Chiesa di Milano. Desidero raccontare la mia esperienza con Luca e la sua famiglia. Luca fa parte della nostra comunità e i suoi genitori desideravano che ricevesse la S. Cresima.
Ne abbiamo parlato nel gruppo e si è deciso di affidare a me la sua preparazione al Sacramento.
Ho così iniziato ad incontrarmi con lui regolarmente e mi sono accorta che Luca era cosciente che, se lo andavo a prendere, non era per una passeggiata o un gioco, ma per un cammino di catechesi; l’ho visto impegnato a colorare le immagini ingrandite dell’album di Jean Vanier. Ho imparato inoltre a conoscerlo, a comprendere i suoi tempi ed i suoi ritmi e siamo andati sino alla fine.
Il giorno della S. Cresima, Luca è stato tranquillo e sereno per tutta la cerimonia e tutti gli altri ragazzi cresimandi insieme a lui hanno partecipato con affetto a questo momento.
Il papà e la mamma di Luca erano molto commossi e felici perché finalmente anche al loro figlio era stato possibile ricevere il dono di un sacramento e perché lo Spirito Santo è sceso non solo su Luca, ma su tutta la sua famiglia, che gli si è stretta vicino per festeggiarlo.
Per me è stata una grande gioia, e questa esperienza mi ha arricchita molto.
Marcella
Una rivista sensata e utile
Ho ricevuto la vostra lettera di presentazione della rivista e vi ringrazio. Attendo con ansia di ricevere qualche numero di Ombre e Luci. Ho già avuto modo, in passato, di sfogliare la vostra rivista grazie a un’amica e già allora l’avevo trovata interessante. Sono comunque interessata all’argomento handicap in quanto sto studiando per diventare insegnante di sostegno nelle scuole elementari e per la mia collaborazione con un gruppo parrocchiale di amici degli handicappati.
Ringrazio anticipatamente per avermi dato la possibilità di leggere una rivista sensata e utile!
Anna Borgio (Milano)
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.27, 1989
Sommario
Editoriale
Anche se non ho voce, anche se non sento... di Mariangela Bertolini
Articoli
Come ascoltare veramente di M.H. Mathieu
Storia di Angelica di Maria Monica Rossi
Dal silenzio alla comunicazione di Amneris Bellucci
Da quali segni riconoscere la sordità infantile
A tavola con una persona sorda di Michel e Laure Morice
Come parlare a una persona sorda
Ho un fratello e sorella non udenti di Nicoletta Amato
Cooperativa spazio aperto di L. Brambilla e A. De Rino
Rubriche
Dialogo aperto
Vita di Fede e Luce
Libri
L’altra gente. Convivere con l’handicap di Antonio Guidi
Il bambino con epilessia di Ch. Dravet/P. Jallon