Non dimenticate: il sordo non vi sente e non si sente.
Il sordo si trova facilmente isolato tra gli udenti e troppo spesso ha l’impressione di essere «rifiutato».
Pensateci se lo incontrate e dedicategli un po’ d’attenzione. Fate in modo che prenda parte alla vita informandolo su ciò che avviene e si dice attorno.
In particolare, non dimenticate i seguenti semplici consigli.
1) Molti sordi vi comprendono leggendo sulle vostre labbra.
– In una riunione, una conferenza, ecc. fate che il sordo sia ben piazzato. In classe il bambino sordo, o che non sente bene, deve essere messo nelle prime file.
– Articolate bene le parole, senza esagerare, senza gridare. Parlate più lentamente.
2) Un sordo protesizzato non è come un udente
– La protesi acustica non fa miracoli. La comprensione del linguaggio esige una lunga e difficile rieducazione.
– La protesi aiuta il sordo fornendogli dei buoni «riferimenti», ma la lettura labiale resta sempre un complemento necessario.
3) Seguire una conversazione per il sordo rappresenta sempre un grosso sforzo.
– Inquadrate brevemente l’oggetto del discorso per orientare il vostro interlocutore; per esempio: «domani», «il tuo bambino», «le vacanze», «il lavoro», «lo sport», ecc.
– Un sordo segue difficilmente una conversazione di gruppo senza interprete. Si stanca facilmente.
4) Spesso il sordo manca di vocabolario, non conosce tutti i modi di dire, non riconosce tutte le parole.
– Usate frasi brevi, corrette, semplici e possibilmente in forma diretta.
– Non parlate in modo confuso o in dialetto.
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Prima di parlare, attirate con delicatezza l’attenzione della persona.
Non parlate mai da un’altra stanza.
Se mentre parlate fumate, mangiate, camminate, tenete una mano davanti alla bocca, le vostre parole saranno difficilmente capite.
Quando una persona è stanca o ammalata, ha più difficoltà a capire.
Badate che la luce non abbagli la persona a cui un parlate. Non mettetevi controluce.
Se l’interlocutore mostra difficoltà a capirvi, modificate la frase piuttosto che ripetere a non finire la parola che non capisce, oppure scrivete la frase.
Attenuate i rumori di fondo quando parlate: spegnete radio e televisione.
Mettetevi alla altezza della persona cui parlate. Articolate: parlate a un’andatura regolare, senza fermarvi dopo ogni parola.
Parlate a un tono normale, senza gridare. Quando si grida il volto ha un’espressione aggressiva e sembra che si facciano smorfie.
E ricordate che mani, viso, occhi, possono «parlare» anch’essi. Il vostro interlocutore sarà contento che accompagniate la parola con gesti (ma non troppi!).
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.27, 1989
Sommario
Editoriale
Anche se non ho voce, anche se non sento... di Mariangela Bertolini
Articoli
Come ascoltare veramente di M.H. Mathieu
Storia di Angelica di Maria Monica Rossi
Dal silenzio alla comunicazione di Amneris Bellucci
Da quali segni riconoscere la sordità infantile
A tavola con una persona sorda di Michel e Laure Morice
Come parlare a una persona sorda
Ho un fratello e sorella non udenti di Nicoletta Amato
Cooperativa spazio aperto di L. Brambilla e A. De Rino
Rubriche
Dialogo aperto
Vita di Fede e Luce
Libri
L’altra gente. Convivere con l’handicap di Antonio Guidi
Il bambino con epilessia di Ch. Dravet/P. Jallon