“Cosa è cambiato nella mia vita e cosa mi ha portato Fede e Luce?
Oso rispondere così: Fede, Speranza, Carità. E mi spiego: quand’ero bambina, credevo che per essere cristiani bastava essere battezzati, fare la Comunione, la Cresima, andare a Messa la domenica, sapere a memoria il libretto di dottrina, recitare il rosario e la preghiera del mattino e della sera.
Cresciuta, mi sono sposata (in Chiesa naturalmente) e con il desiderio di avere dei figli. Come cristiana ero tranquilla… Ma, per fortuna, il nostro Dio che è un Padre misericordioso, ha voluto farmi capire qualcosa di più tramite Carla. Dico per fortuna, perché quella serenità, quell’amore e comprensione di cui si ha bisogno quando c’è un handicappato in famiglia, l’ho trovata soltanto in FL.
Leggi anche: Un cammino insieme
Perché è cambiata, dal quel primo meraviglioso incontro, la mia vita? Perché, partecipando agli incontri della comunità, ho imparato a sentirmi più cristiana, perché vivendo a contatto con il povero, si possono mettere in pratica gli insegnamenti del vangelo; ho imparato a pregare con la preghiera spontanea e S. Agostino ha detto «Chi impara a pregare, impara a vivere».
È da quel momento che Carla, aveva allora 22 anni, sa di essere accolta da amici che le vogliono bene e quindi è più serena e più tranquilla e i suoi amici sono anche i miei amici. E se gli amici ci regalano molto del loro tempo prezioso, credo che sia più che giusto che anche noi genitori si collabori (nei limiti del possibile, ma anche con tanta buona volontà) al buon andamento della comunità che è tale perché è formata dalle tre componenti.
È con questo spirito che fin dall’inizio mi sono impegnata in FL partecipando attivamente a tutti gli incontri, di gruppo, di animazione, nazionale, dei responsabili ecc. sempre come rappresentante dei genitori, sia a Roma che fuori Roma, offrendo la mia disponibilità. Certo devo ringraziare il Signore per il suo aiuto, ma anche la comprensione di mio marito, che restando a casa da solo, mi dà un suo valido aiuto, consapevole del motivo per cui, mi permette così di rendermi utile e disponibile a quella richiesta di collaborazione che è premiata dalla presenza assidua di amici in casa nostra, invitati a stare con noi fin dai primi incontri, creando un’atmosfera veramente di amicizia.
(Gv. 10,10)
Con gli amici di Fede e Luce ci sono stati anche dei sacerdoti che hanno saputo darmi tanti insegnamenti e coraggio per andare avanti nei momenti difficili; insegnamenti di vita e di morte perché, sia Don Dario come sacerdote, che Francesco, come papà, e amico di tutti, mi hanno insegnato anche a saper morire. Quando parlo di partecipazione attiva, questa non è fatta solo di presenza fisica nel gruppo, perché, per mia esperienza, anche stando a casa (e molti anche in posti di lavoro), si può vivere FL. Ognuno di noi può mettere in pratica il proprio talento e non lasciare che facciano gli altri. L’amicizia è scambio, di notizie, di accoglienza, di gioia e di preoccupazioni. Io faccio del mio meglio per restare in contatto diretto, specie telefonicamente. Ho avuto la fortuna di partecipare a tre campeggi (mi chiamavano scherzosamente la trisavola) ma ho vissuto dei giorni meravigliosi, perché vivere dei giorni insieme agli amici e ai nostri ragazzi, si impara ad essere sempre più disponibile verso gli altri, a perdonare, ad essere semplice, a saper dire grazie e poi… bisogna starci, non sono sensazioni che si possono scrivere.
Quello di cui mi rammarico è che la mia salute non mi permette più di fare tutto ciò che la mia volontà vorrebbe, e non solo la salute, ma anche una discreta età che mi fa stare dalla parte dei genitori anziani che sperano. Perché FL per noi genitori è speranza. Speranza che l’amicizia che ci lega nel presente, resti costante nel futuro. Credo fermamente che questi anni trascorsi con lo spirito di FL abbiano anche formato una buona base affinché in questa speranza ci sia anche un po’ di realtà.
Per chi accetta di venire a FL, o trova la fede, o la ritrova o la rinforza e la luce serve senz’altro a togliere dal buio sia i genitori che i ragazzi. Ma proprio per questa fede e questa luce che ci è stata data con tanto amore, viene fuori la speranza che i nostri figli, quando non avranno più l’amore dei loro genitori, lo ritrovino in un ambiente, con degli amici o persone che abbiano nel cuore e nell’animo FL.
Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza
Gv. 10,10
– Fausta Guglielmi, 1988
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.24, 1988
Sommario
Editoriale
Non solo da leggere di Mariangela Bertolini
Articoli
Paolo e Chiara di Irma Fornari
Dalla scuola con amore di M.T. Mazzarotto
Se ha buone abitudini sarà più accettato
«Casa del Sole», casa della serenità di N. Schulthes e S. Sciascia
Come comportarvi quando incontrate una persona portatrice di handicap
Rubriche
Dialogo aperto
Vita di Fede e Luce - Un cammino insieme di L. Brambilla
Vita di Fede e Luce - Perché è cambiata la mia vita di F. Guglielmi