In questo articolo non si indicano regole per preparare una festa, ma si descrive la nascita dell’idea e quindi l’attuazione di una particolare festa abbastanza complessa.
Crediamo che questa descrizione possa suggerire un modo di concepire e attuare una festa.
Naturalmente questa è stata fatta in una comunità dotata di particolari abilità manuali. La festa può anche essere più semplice e riuscire benissimo. Quel che conta — e qui se ne dà un esempio — è il metodo di lavoro.
«Si avvicina il giorno dell’incontro: ci riuniamo per decidere che cosa faremo, ma come altre volte, ci troviamo senza idee. Ormai è parecchio che facciamo feste, e i canti, i giochi, la merenda, la preghiera o la Messa si assomigliano sempre di più. Cominciano a venire proposte, ma poco convincenti. Qualcuno, un po’ stufo, comincia a dondolarsi sulla sedia, uno giocherella con un foglietto, un altro fa scorrere al suo vicino di sedia, delle fotografie di una vacanza, un altro sta aprendo un pacchetto di dolcetti portato per l’occasione. Due osservano la scena e la commentano:
— Guarda Marcello che si dondola sulla sedia, che aria da gran signore!
— E guarda Luigi, con che concentrazione tiene il vassoio dei dolci, sembra un maggiordomo alla tavola di un nobile…
— E quelle due che guardano le foto, parlottando, potrebbero essere una dama che si confida con l’ancella.
— E se fosse un’idea per la festa?
— Che idea?
— Si potrebbe costruirla intorno a un cavaliere del Medioevo, una dama, un’ancella, una cameriera; io e te potremmo essere scudiero e giullare… Attenzione, un attimo, per favore, fate attenzione, ci sta venendo un’idea per una festa, alla quale potranno partecipare tutti…
— Ma i giochi non li possono fare tutti; abbiamo persone che non parlano e altre che non camminano, bisogna che qualcuno stia vicino a loro…
— Troveremo il modo di far partecipare tutti!
— Ambientiamo tutto nel Medioevo… alcuni casati in guerra decidono di por fine alle ostilità organizzando un torneo tra i cavalieri e gare per tutti: insomma una festa per la pace raggiunta.
— Dividiamo i partecipanti in gruppi di sette persone: i vari casati.
— E ora i vestiti: cominciamo dal cavaliere: ci vorrà l’elmo, lo scudo, la spada… magari anche la corazza, gli stivali…
— Per la dama un vestito lungo, un velo… una collana… un cappello.
— Anche per l’ancella un vestito, un velo, un cappello…
— E allo scudiero un cappello, lo stemma del casato, una cintura.
— Per il giullare: un cappello, casacca, pantaloni, uno strumento musicale.
— Il vivandiere avrà mestolo, grembiule, uno strofinaccio.
— Il contadino ha bisogno di un sacco, un attrezzo, un cappello, un fazzoletto al collo.
— Che cosa faranno questi personaggi?
Una festa deve mirare soprattutto a far divertire quelli che vi partecipano, nessuno escluso, e a che ognuno possa esprimersi secondo le sue capacità. Per farla riuscire meglio si deve fare attenzione che i vari elementi non stonino con l’ambiente che si vuol creare. Allora se si parla di festa medievale, importante sarà la musica di sottofondo che non deve essere moderna, come i balli, i giochi e tutto il resto.
— I casati erano in lotta tra loro: come rappresentare questa guerra?
— Potrebbe essere nel modo di procedere alla vestizione di ognuno. Nel salone, si potrebbero mettere gran mucchi di materiale. Un mucchio con il necessario per i costumi dei cavalieri, uno con stoffe e cartoncino per le dame e le ancelle e vie di seguito per i vari personaggi. Su ognuno di questi avverrà una «battaglia» per la conquista del materiale necessario al proprio costume. Al termine della guerra tutti si metteranno all’opera per realizzare i vari costumi.
— Teniamo presente che questa festa può durare quattro o cinque ore e comprendere anche la cena o il pranzo.
— Quando i vari personaggi saranno pronti, i vivandieri prepareranno i tavoli già disposti intorno al salone distanziati gli uni degli altri in modo che ogni casato abbia il suo.
— Nel frattempo ogni casato si sceglierà un nome e si presenterà sfilando con il suo stendardo.
— Finita la presentazione si prenderà posto a tavola. I vivandieri serviranno con una certa eleganza, prima la dama e il cavaliere, poi tutti gli altri; faranno il loro ingresso nel salone portando i piatti in alto per dare un certo stile (Tutti i piatti saranno stati preparati prima dell’inizio della festa – meglio quindi un pranzo freddo…)
— Finito il pranzo si darà inizio al torneo al centro del salone o all’aperto:
- Dame e ancelle (a coppie) intrecceranno strisce di stoffa per confezionare delle sciarpe multicolori che doneranno in forma solenne al cavaliere come portafortuna. Le coppie gareggeranno insieme mentre gli altri resteranno seduti a fare il tifo.
- Toccherà poi ad ogni cavaliere (uno per volta) a salire sul cavallo, fare un giro del salone, andando poi a colpire lo scudo del «saraceno».
- I giullari (uno per volta dovranno proporre uno scherzo, una barzelletta, un piccolo gioco, per divertire i commensali.
- Gli scudieri (uno per volta) cercheranno di colpire con arco e freccia (tre tiri) un bersaglio posto ad una certa distanza.
Si darà poi inizio alle danze, cercando di andare a tempo di musica: le dame e i cavalieri potranno formare un arco con le braccia e girando in cerchio potranno eseguire vari passi e piroette a piacere. La musica sarà di clavicembali ed archi.
Durante la danza, entrerà un personaggio vestito di bianco che porterà ai contadini un invito a una festa diversa. Questo passaggio dovrà essere fatto con molta calma. Il personaggio si fermerà davanti ad ogni contadino, gli darà la mano. Sul foglio d’invito potrà essere scritto «Ti invito alla mia festa!» (o altro). Finita la consegna degli inviti, il personaggio uscirà chiamandosi dietro con un gesto tutti i contadini, i quali smetteranno di ballare e lo seguiranno senza dir niente agli altri. Dopo un momento si ripresenteranno a invitare gli altri all’altra Festa che è stata preparata per loro.
Tutti a poco a poco smetteranno di ballare e li seguiranno nella saletta o cappella vicina.
Prima di entrare, i contadini inviteranno cavalieri, dame, ecc. a spogliarsi dei costumi per simboleggiare il distacco dalle cose terrene.
In cappella, nel silenzio, si proietteranno su uno schermo o sul muro alcune diapositive, su interni di castelli o palazzi medioevali, poi si passerà a boschi, fiori, sorgenti, uccelli, animali, tramonti, albe, fuochi, persone, bambini; cercheremo di finire con una diapositiva di un bimbetto che abbia l’espressione di domandare qualcosa.
Ad ogni diapositiva lasceremo tempo per la preghiera spontanea e all’ultimo, la persona che avrà guidato il momento di preghiera, possibilmente un sacerdote o un religioso, concluderà con alcune parole sulla differenza che c’è tra la festa materiale e quella spirituale, lasciando come pensiero per la meditazione, la domanda appoggiata visivamente dall’immagine del bambino: siamo riusciti ad entrare nella vera festa, l’incontro con Dio, o ci siamo fermati alla festa materiale?
Si accennerà anche al fatto che è stato possibile partecipare a questa Festa perché i più umili, i contadini, che nella festa materiale non avevano avuto uno spazio loro, hanno saputo trasmetterci l’invito che a loro era stato fatto.
— Che ve ne pare? Secondo voi potrebbe andare una festa di questo tipo?
— Certo è un po’ laboriosa come preparazione… ma non impossibile.
— Allora, come procediamo?
— Facciamo un elenco di ciò che ci serve (vedi “Materiali” per la festa e la preghiera)
— Prepariamo degli schizzi indicativi per dare un’idea alla gente di come potrebbe realizzare i costumi, poi ognuno li modificherà secondo il suo gusto e la sua fantasia (vedi la galleria fotografica)
— Infine facciamo un elenco e degli schizzi di ciò che serve per i vari giochi, e che dobbiamo preparare prima della festa (vedi “Prima della festa”)
— Dividiamoci i compiti e vediamo di coinvolgere anche altri nell’organizzazione. Un po’ di materiale ce l’abbiamo già, basterà cercare qualcosa di recupero e, dedicando qualche ora ogni tanto, potremo farcela.
Materiali usati per la festa
Ecco ciò che è stato usato per la festa medioevale:
Per la preghiera
Prima della festa dobbiamo preparare
– di Mario Collino, 1988
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.22, 1988
Sommario
Editoriale
Diritto alla festa di Mariangela Bertolini
Articoli
In cerchio di Nicole Schulthes
Fare teatro di Maria Teresa Mazzarotto
La danzaterapia di Maria Fux di Sergio Sciascia
Come fare una festa di Mario Collino
Un pomeriggio chiamato laboratorio di Francesca Polcaro
A scuola di ricamo per imparare divertendoci di Lia Antonioli
Rubriche
Libri
Libri per lavoretti manuali
Libri per giocare
Madre e handicap di G. Ponzio
Non ha più sedici anni di N. Schulthes
Barriere di carta di M. T. Mazzarotto