Siamo arrivati una mattina d’inverno a Endine. Il lago era gelato. L’aria pungente. L’accoglienza calorosa. Appena arrivati ci è stato offerto da uno dei ragazzi un caffè ben presentato su un vassoio. Il sorriso della madre di famiglia, la gentilezza di ogni persona ci hanno fatto sentire veramente accolti in casa. Abbiamo condiviso il pranzo insieme a tutti e abbiamo goduto dell’atmosfera calda e simpatica di una famiglia molto numerosa.
I responsabili della casa, i coniugi Venerio e Vittoria Arosio, così raccontano l’origine di questa famiglia.

“Abbiamo tre figli, Laura di 27 anni, Maurizio di 26, e Luisa di 24. Laura e Luisa hanno avuto tutte e due una lesione cerebrale. Da anni, pensavamo che per loro, una volta uscite dal centro medico pedagogico, non avremmo saputo cosa fare.
Che cosa sarebbe stato il loro avvenire? Che tipo di vita avrebbero avuto?
Avevamo voglia di fare qualcosa, di trovare una soluzione che ci convincesse.
Laura e Luisa avevano seguito per anni il centro di rieducazione de La Nostra Famiglia (1). Noi avevamo una casa in montagna che spesso mettevamo a disposizione dei ragazzi de La Nostra Famiglia per le vacanze e davamo da tempo la nostra collaborazione all’Associazione dei Genitori.
Crediamo fortemente alla famiglia come fondamento indispensabile per costruire una società migliore.
Poco alla volta, è nata ed è cresciuta in noi l’idea di un progetto comunitario.
L’A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) aveva costruito a Endine una bella grande casa che voleva destinare a persone portatrici di handicap. Dopo alcune prove non riuscite, la casa fu data alla Nostra Famiglia che, conoscendo il nostro progetto, ce l’ha affidata sette anni fa.
Bisognava cominciare, mettersi all’opera. Abbiamo lasciato la nostra regione, la Brianza; io ho lasciato il mio lavoro (un’azienda di falegnameria dove lavoravo con i miei fratelli). Siamo venuti ad istallarci qui a Endine con i figli e abbiamo aperto la nostra nuova casa ad altri giovani adulti, ragazzi e ragazze senza famiglia o con situazioni famigliari difficili, sono ora dieci persone (più le nostre due figlie) con handicap mentale lieve.
Maurizio, che presto si sposerà, vive con noi; lavora come insegnante in un paese vicino e dà, nel tempo che gli resta, una mano qui alla casa. Dividono la nostra vita quattro persone remunerate e tre obiettori di coscienza.
Come viviamo? Con il nostro lavoro: con un certo orgoglio, con buona volontà, i ragazzi, insieme a noi, riescono a guadagnarsi da vivere. Abbiamo un laboratorio di assemblaggio (giocattoli e oggetti di plastica, nastri per macchine Olivetti ecc.); un laboratorio del cuoio e uno di falegnameria; un allevamento di conigli e di galline e facciamo un po’ di orticultura.

I ragazzi ruotano nei vari lavori e ognuno lavora e si impegna a seconda delle sue possibilità. Questo fa sì che non si stancano a fare sempre lo stesso tipo di lavoro.
Ogni sera, tutti insieme, ci ritroviamo per uno scambio, per prendere insieme le decisioni, per discutere i progetti, e soprattutto per pregare. È questo il momento più importante della giornata e quello che ci permette di tenere duro e di risolvere le tensioni e le difficoltà che esistono come in ogni casa.
Cerchiamo di organizzare i fine-settimana e le vacanze tutti insieme, ma incoraggiamo anche ognuno a vivere altre esperienze: campi di lavoro, campeggi, accantonamenti…
Facciamo quello che tutti i genitori fanno per i loro figli. La montagna, che è la nostra passione, ha un ruolo importante nel nostro tempo libero: facciamo delle vere escursioni alle quali partecipano tutti, sia d’inverno che d’estate.
Siamo una normale famiglia, aperta all’accoglienza, allargata a volontari che condividono un nuovo modo di vivere, fondato sulla comprensione, sulla solidarietà e sull’aiuto reciproco.
Siamo una risposta concreta, destinata a durare nel tempo, al dramma di giovani con handicap che non hanno alle spalle chi li aiuti e li sorregga nel non facile inserimento in un mondo basato quasi esclusivamente sull’efficienza, la produttività, il dinamismo. Il nostro, crediamo, è un ambiente ideale per far crescere, maturare, sviluppare la personalità globale di ogni componente la comunità”.

Ci è dispiaciuto di non poter profittare dei letti preparati per noi per passare la notte con i nostri nuovi amici. Siamo partiti con l’impressione di aver visitato degli amici conosciuti da tempo, con la gioia di aver scoperto una «Casa-famiglia» davvero come vorremmo che ce ne fossero tante per tutta l’Italia, con la speranza che altri genitori si rimbocchino le maniche e con loro tanti altri amici.

(1) La Nostra Famiglia è un’associazione che, ispirandosi ai principi evangelici opera per il fine sociale della riabilitazione delle persone con handicap. Si occupa in Italia di questo specifico settore fin dal 1947. gestisce 30 centri riabilitativi; ha dato vita all’Associazione dei Genitori, al Gruppo Amici, a case-famiglia, a centri di lavoro guidato.
Per altre informazioni http://lnf.cilea.it/index.php/it/

Casa Alpini

Struttura amministrativa
La Casa Alpini è una sezione della Associazione La Nostra Famiglia. Il Consiglio di Amministrazione è formato per statuto da membri dell’Associazione stessa, da membri dell’ANA, da membri della comunità locale.
L’Associazione mette a disposizione della Casa un’équipe medico-psico-sociale.
Gli amici che collaborano sono:
— membri dell’ANA che ha fornito la casa ed è sempre pronta a dare aiuto sotto varie forme;
— il gruppo «Amici della Nostra Famiglia» che sostiene la casa fin dagli inizi nei diversi ambiti;
— la Comunità di Endine che ha imparato a conoscere, accettare, aiutare i membri della casa;
— l’Associazione Genitori de La Nostra Famiglia che sostiene con entusiasmo e convinzione questo progetto.

La Casa
È grande; ci possono dormire fino a venti persone. Le camere sono a due o tre letti. Educatori e giovani condividono le stanze. La sala da pranzo ha un immenso tavolo; nella moderna cucina, linda e spaziosa, ognuno a turno partecipa ai lavori quotidiani. Nel salone, ognuno può riposarsi, distendersi a proprio gusto, dopo i pasti. Alla sera, riunione comunitaria di preghiera e di condivisione.
I laboratori sono in parte annessi alla casa, in parte poco distanti.

La comunità
I coniugi Arosio sono i responsabili e gli animatori della Comunità. I giovani accolti sono inviati dalla Nostra Famiglia; hanno in media 21 anni, ragazzi e ragazze, autonomi.
Gli «assistenti» sono in parte studenti, di formazione pedagogica o sociale. Gli obiettori di coscienza sono più o meno volontari, cosa che non è senza problema.

La comunità locale
La Casa Alpini è ben inserita nella comunità locale alla quale partecipa, soprattutto al livello delle attività parrocchiali, ma anche nei programmi con la scuola del paese. Si occupa anche delle persone del paese in stato di bisogno, collaborando al centro per le persone anziane.

Aspetto finanziario
Le entrate sono costituite da

  • il frutto del lavoro
  • i contributi della Regione Lombardia e degli organismi tenuti all’assistenza
  • da doni di amici.

Nicole Schulthes, 1987

Nicole Marie Therese Tirard Schultes
Ha studiato Ergoterapia in Francia e negli Stati Uniti, co-fondando nel 1961 l'Association Nationale Francaise des Ergotherapeutes, (ANFE).
Trasferitasi a Roma, incontra Mariangela Bertolini e insieme avviano nel 1971, su invito di Marie-Hélène Mathieu, le attività di Fede e Luce e partecipano all'organizzazione del pellegrinaggio dell'Anno Santo del 1975. Dal 1983 al 2004 cura con Mariangela la rivista Ombre e Luci. Per anni ha organizzato il campo estivo per bambini e famiglie sul campus della scuola Mary Mount a Roma.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.17, 1987

Sommario

Articoli

Che cos’è un handicap? Non lo so di M. Bertolini
Non ha più sedici anni di Anna Cece da una conferenza del prof. G. Moretti
Maschio e femmina li creò di J. Vanier
Teresa, una storia di lavoro integrato di M. e J. Buffaria
Questa casa famiglia è una risposta di N. Schulthes
Crescere con il lavoro di S. Sciascia

Rubriche

Dialogo aperto

Questa casa famiglia è una risposta ultima modifica: 1987-03-21T13:17:19+00:00 da Nicole Schulthes

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