È possibile realizzare uno spettacolo teatrale sulla vita di S. Francesco d’Assisi con una compagnia di «attori» costituita da giovani, ragazzi portatori di handicap, bambini e genitori?
Si è possibilissimo ed è senza dubbio un modello artistico da imitare perché ha in sé molte qualità evidenti e non. La vivacità dei colori, l’originalità dei vestiti realizzati con fantasia, il gioco delle luci nella scenografia, l’interpretazione e la mimica dei personaggi su di una base musicale danno vita ad uno spettacolo molto divertente. Due alberi umani completi di rami e foglie, due uccellini piumati con il becco sporgente, il sole lucente, la luna splendente, la piccola moltitudine di fraticelli, la combriccola dei crociati, i tre diavoli rosso fuoco, il lupo nero come il carbone, S. Chiara e le sorelle, S. Francesco, Bernardone e la cenciosa… apparivano e scomparivano con movimenti musicalmente ritmati riempiendo a volte il palco di una piccola folla colorata e danzante. La gioia e l’impegno trasparivano dalle espressioni dei ragazzi handicappati che, soddisfatto finalmente il loro spontaneo istinto di protagonismo, a volte fuori posto (basti pensare ad alcuni loro comportamenti nella vita di tutti i giorni) potevano sentirsi una parte essenziale della rappresentazione.
Alcuni personaggi avevano il compito di spalleggiare i «ragazzi» durante la loro recitazione, particolarità che si percepiva solo in alcuni istanti perché il sostegno appariva giustificato dai loro ruoli: «S. Chiara» e le sue compagne «la luna»… e le stelle, il «fraticello» addolorato e confortato dal compagno,… questi i più evidenti.
Note di umorismo filtravano attraverso la danza dei frati attorno ad una lunga cordicella, l’arrivo dei crociati coperti di armature e «incappucciati» di scolapasta lucenti, i discorsi in dialetto romano-fiorentino tra Bernardone e la cenciosa.
Questo spettacolo è stato rappresentato due volte (Domenica 7 giugno e martedì 9 giugno) nell’oratorio della basilica di San Paolo… Peccato!… Sarebbe bello vedere il manifesto raffigurante la tunica e i piedi di San Francesco appeso nelle locandine dei teatri della nostra città.
di Barbara Pentimalli, 1987
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.19, 1987
Sommario
Editoriale
Una lettera per te di Mariangela Bertolini
Articoli
La persona con disabilità: segno di contraddizione e fonte di unità di P. Joseph Mihelcic
Non vedo le meraviglie di Dio, ma le canto di André Haurine
Suonare? Perché no? di Giorgio Paci
Forza venite gente di Barbara Pentimalli
Rubriche
Dialogo aperto
Vita Fede e Luce
Lbri
Pedagogia della fede di Henri Bissonier
Come animare un gruppo di A. Beauchamp - R. Graveline
- C. Quiviger
Per tutte le Sabine del mondo di
Danzerò per te di Mireille Nègre
Un figlio per cinque giorni di Mauro Bartolo