L’ispirazione iniziale dell’Arche è il messaggio evangelico delle Beatitudini e si basa sul credere che (secondo la Carta delle comunità dell’Arche) «…ogni persona, handicappata o no, ha un valore unico e misterioso… e possiede il diritto alla vita, alle cure, all’educazione, al lavoro… La persona ferita nelle sue capacità e nella sua psiche ha delle possibilità di amore che lo Spirito di Dio può far scaturire e crediamo che, proprio a causa della sua povertà, Dio la ama in maniera privilegiata… Grande è la nostra inquietudine di fronte al mondo della sofferenza… ma questa inquietudine non deve essere paralizzante. Anzi deve spingerci a lavorare per gli emarginati creando delle comunità ispirate alle Beatitudini e allo Spirito del Vangelo… dove tutti condividono le loro gioie e le sofferenze come fratelli.
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Tutti si riconoscono handicappati; per alcuni l’handicap è più esteriore, per altri più interiore (egoismo, orgoglio…). Queste comunità sono segnate dalla povertà che si traduce in particolare in un tenore di vita semplice e più ancora in un certo spirito di rinuncia nei confronti dei beni culturali. Le comunità dell’Arche presentano due modalità:
- i «foyers de vie» che danno una grande importanza all’accoglienza e all’ospitalità, verso qualunque ospite di passaggio,visitatore, o tirocinante;
- le comunità di lavoro (laboratori) o di attività diverse che aiutano ad acquistare il senso della materia, a partecipare ad attività creatrici, a ricevere, quando è possibile, una formazione professionale che permetta l’inserimento nel mondo del lavoro…
Queste comunità sono inserite nella società e ne sono beneficiarie. La società offre loro, almeno in parte finanziamento, tecnici professionisti, lavoro. Le comunità, lungi dall’ignorare la società vorrebbero, come il lievito nella pasta, contribuire, a modo loro, a trasformare lo spirito (individualismo, ricerca dei piaceri, ricchezze, onori, priorità all’intelligenza e alla tecnica), a ritrovare una speranza e perciò stesso a raggiungere una scala di valori più vicina al Vangelo.
Le persone nell’Arche
L’Arche può essere così il segno di contraddizione, un punto interrogativo, un appello. Quelli che non vivono ancora questi valori… si sentono spinti a farli propri e trovano così una nuova ispirazione per la loro vita…
Le comunità dell’Arche sono costituite da:
- uomini e donne feriti nel loro corpo e nella loro psiche (ragione, immaginazione, affettività profonda…) che sono al centro stesso della comunità. Sono accolti senza distinzione di religione o di ambiente sociale. Ma è data una priorità ai più diseredati e ai più abbandonati.
- assistenti (con o senza formazione professionale) che hanno scelto di dividere la loro vita con persone handicappate.
- professionisti, che spesso non saranno chiamati a vivere con gli handicappati. Ma faranno parte della comunità con la loro partecipazione agli obiettivi da raggiungere e l’interesse che portano verso la persona handicappata…
- genitori di persone handicappate, che occupano un posto specialissimo nella comunità… Bisogna aiutare i genitori ad uscire dalla loro delusione e dalla loro tristezza per scoprire la persona unica del loro figliolo e trovare il mistero di speranza e di gioia nella e a causa della sofferenza.
- persone che hanno passato (o meno) un periodo di tempo al foyer e che, non potendo o non volendo stabilirvisi, ci vivono però col cuore e con lo spirito a livelli d’impegno molto diversi… A volte possono essere dei veri ispiratori o animatori e contribuire all’irradiamento dell’Arche.
- vicini: gli abitanti del villaggio o del quartiere, anch’essi hanno un posto specifico nella comunità.
Le comunità sono felici di accoglierli e cercano di creare un clima di sostegno, di stima, di amicizia reciproca. Riavvicinando con legami profondi persone di ogni età, di ogni livello intellettuale, di ogni rango sociale, l’Arche vorrebbe contribuire a realizzare quell’unità alla quale Gesù chiama tutti. Al centro di questa unità c’è il piccolo, il povero, il debole, il sofferente al quale Gesù ha manifestato la sua predilezione e con il quale si è identificato».
Struttura legale
Dal punto di vista legale il Chicco, come le altre comunità dell’Arche, è una Associazione (con relativo Consiglio diAmministrazione formato da dieci membri) che economicamente riceve due tipi di contributi:
- dallo Stato, sotto forma di assegno di accompagnamento e di sussidio di mantenimento;
- e dalla Provvidenza, sotto forma di regali, donazioni, piccole iniziative private e tutto ciò che nasce dall’amicizia e dal desiderio che le persone possono avere di contribuire in qualche modo al loro cammino.
In quanto ente, Il Chicco (Arca Lazio – Via Ancona, 1 — 00043 Ciampino (RM) mantiene relazioni con la Provincia, la Regione e il Comune (di Ciampino).
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.20, 1987
Sommario
Editoriale
Basta poco per non farci sentire soli di Mariangela Bertolini
Dossier: Il ruolo del padre
Sono il papà di Francesca... di Antonio
Il padre assente di E. C.
Con suo padre di Redazione
Umili gesti che sono tutta una vita di Anna Cece
Quanti sanno...? di Paolo Bertolini
Atteso a braccia aperte: domande al medico M.O. Réthoré
Altri articoli
Il Chicco — (casa-famiglia dell'Arche) di Anna Cece
Che cosa è l'Arche
Rubriche
Dialogo aperto
Vita di Fede e Luce
Libri
Handicap e comunità cristiana di Renato Rondini
A nome di tutti i miei di Jean-Pierre Goetghebeur