Avere una mamma meravigliosa è una ricchezza immensa.
Durante i mesi della mia gravidanza speravamo entrambe che nascesse una bambina; dopo tanti nipoti maschi ci voleva proprio!
Mia madre era anziana, aveva una salute non buona, ma era felice di vedere la sua ultima figlia che stava per diventare mamma.
È nata Manuela, una gioia immensa durata purtroppo poche ore. Presto è iniziato il calvario; trasferimento dalla clinica in ospedale, prime sconcertanti diagnosi: cerebropatia, cecità… poi viaggi all’estero dove hanno sempre confermato quello che aveva; interventi agli occhi, insomma mesi veramente brutti.
Mi sentivo crollare il mondo addosso e non potevo fare niente. Per fortuna la mia mamma mi ha aiutato molto, mi è stata sempre vicina senza farmi vedere le sue lacrime e sono certa che ha sofferto quanto se non più di me. Veniva in casa tutti i giorni, non mi lasciava sola col mio dolore; anzi mi sollecitava perché io riprendessi a vivere. Spesso mi spronava a uscire, ad andare a prendere mio marito in ufficio per fare con lui una passeggiata. Il sabato sera veniva a dormire con Manuela perché noi continuassimo a vedere i nostri amici e ad avere la nostra vita. All’inizio lo facevo quasi solo per farla contenta; poi, col passare del tempo, mi sono resa conto che distraendomi e rimanendo sempre più al fianco di mio marito, riuscivo a dare di più alla mia bambina.
Sono trascorsi molti anni; le difficoltà sono aumentate, gli handicap di Manuela si sono manifestati più gravi di quanto avessimo immaginato, ma la presenza costante di mia madre sempre serena, ci ha aiutato molto, moltissimo.
Nel frattempo sono nati due fratellini e il lavoro è notevolmente aumentato; ci siamo trasferiti in un’altra città e lei non ha esitato a lasciare la sua casa, le sue abitudini pur di venire con noi: non poteva lasciare la sua Manuela. Mi è stata molto di aiuto anche sul piano pratico; spesso era lei che si occupava di darle da mangiare e solo con la sua pazienza riusciva dopo circa due ore a farle finire il pasto.
In questo ultimo anno, il comportamento di Manuela è peggiorato: si picchia e urla giorno e notte per cui siamo stati costretti a separarci da lei; è entrata nell’Istituto della Lega del Filo d’Oro. Confidiamo molto sul lavoro che viene svolto in questo istituto per riaccogliere in casa la nostra signorina e vivere insieme più serenamente.
La nonna è molto dispiaciuta, pensa di non essere più utile a nessuno e la sua bambina le manca molto. Non sa che io ho ancora bisogno di lei proprio perché anche a me manca molto Manuela. Insomma credo proprio di avere una mammona veramente eccezionale; non posso raccontare tutto quello che lei è stata ed ha fatto per noi; non basterebbero le pagine di Ombre e Luci.
di Brunella D’Amico, 1986
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.16, 1986
Sommario
Editoriale
Prepariamolo a vivere con gli altri di Maria Egg
Tutto quello che ha fatto per noi di Brunella D'Amico
Ora che sono sola… non sono più sola di Luisa Spada
Festa in casa con lui di Rita Ozzimo
Perché ho dato una mano di O.B.
Il convento: una seconda famiglia per Giampiero di Nicole Schulthes
Vederli migliorare di Sergio Sciascia
Rubriche
Dialogo aperto
Vita Fede e Luce
Libri
Quando arrivano i "Fatt’ Curagg" di E. Teresa Biavati
Come i cerchi nell’acqua di Carla Piccoli Dal Maso
Vivere l'ultimo istante di Christiane Jomain