Sento la necessità di fare due considerazioni previe. Innanzitutto vi saluto con affetto e vi ringrazio perché in questo vostro pellegrinaggio in Assisi avete scelto come meta conclusiva questa celebrazione nella cattedrale che è il segno dell’unità della Chiesa che è in Assisi. Vi ringrazio di questo gesto che avete voluto fare nei confronti della Chiesa di Dio che è qui.
L’altra considerazione è che forse in questo momento io sto celebrando con voi la più bella Eucarestia. Eppure nei cinque anni e mezzo del mio episcopato qui ad Assisi, questa cattedrale ha visto tanti avvenimenti; ha visto anche folle maggiori, ha visto perfino il papa, che è stato qui. L’offerta che ora sale a Dio, è l’offerta in cui, dentro di voi come dentro di me, c’è tanta invocazione. È un’offerta unica, fatta di difficoltà, di sacrifici, di momenti duri, di momenti aperti alla speranza. E poiché l’Eucarestia è l’offerta di Cristo al Padre, io credo che noi, unendo la nostra offerta così significativa, così diversa, in questo momento facciamo una grande Eucarestia.
Su questo vostro pellegrinaggio mi sembra che ci sia tutto un simbolismo che ci può aprire a tante considerazioni. La vita è una strada, una strada difficile, tortuosa; quindi il camminare per strada può significare per noi il senso della vita…
Mentre noi camminiamo incontriamo per strada tanti nostri fratelli, ognuno diverso dall’altro, con doni e carismi differenti: tanti volti, volti stupendi, dove Dio ha messo la sua impronta. Ebbene, noi, camminando per strada, siamo chiamati a interrogare questi volti, e a farci interrogare da essi…
Abbiamo bisogno di camminare insieme perché mentre il fratello ci chiede, e ha diritto di chiedere, ci dona anche la sua ricchezza […]
Allora vedete che noi, camminando per strada, incontrando fratelli sofferenti, dovremmo dire loro grazie, perché ci aiutano a lasciare la sapienza del mondo, fatta di egoismo, e ci aprono a quelle dimensioni dell’amore per le quali deve in noi nascere la gioia di donare, di essere ricchi nell’essere e poveri nell’avere.
Voi avete, poi, altri motivi fondamentali per trovarvi insieme nella gioia e soprattutto nel banchetto eucaristico. Questo vostro camminare è difficile; è pieno di difficoltà particolari e allora ecco la forza di Dio.
[…] Vi chiedo una preghiera per la pace, per la giustizia nel mondo. La preghiera vostra è preziosa: ve la chiedo con tanto affetto.
[…] Vorrei aggiungere tante altre richieste perché so di parlare a persone che hanno un filo più diretto di me con il Signore. Io vi assicuro però, da parte mia, che non dimenticherò questa giornata; che ricorderò, per quanto mi è possibile, i vostri volti e che continuerò a pregare per voi perché il Signore vi dia ogni bene, vi dia forza, vi dia gioia, vi dia serenità e vi dia anche la solidarietà dei fratelli nella fede e dei fratelli nell’umanità.
di Mons. Sergio Goretti, Vescovo di Assisi, 1986
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.14, 1986
Sommario
Editoriale
Perché uno speciale di Mariangela Bertolini
Tenere più stretta la mano dei piccoli di Anna Cece
Quei tre giorni di Aprile di Sergio Sciascia
Il Card. Martini alla comunità Fede e Luce
“Perchè si manifestassero in lui le opere di Dio di Carlo Maria Martini
Dopo le parole di Martini di Luisa Nardini e GIuseppe Barluzzi
Siamo venuti ad Assisi per…
Io ho visto tante cose di Giuliana Loiudice
Assisi 1986, le fotografie
Alzati e ritrova la speranza di Jean Vanier
Grazie Francesco per essere venuto a camminare con noi di P. Enrico Cattaneo
Signore, fammi strumento della tua pace di Luisa Spada
È un’offerta unica di Mons. Goretti
Una grande profezia di Massimo e Marco
Punti di incontro: servire, giocare, lavorare, riflettere... di autori vari
Scendere le scale di Jean Vanier
Dopo Assisi di autori vari