Sono Francesca, ho 21 anni, frequento la scuola per terapisti della neuro-psicomotricità dell’età evolutiva. Mio fratello Sergio, più grande di me solo di un anno e mezzo, è handicappato mentale. Abbiamo sempre vissuto insieme giocando e divertendoci nei giorni più o meno felici dei nostri primi anni di vita.
Piccola, all’asilo, non sapevo che Sergio non fosse un bambino come gli altri.
Poi, piano piano, notai che Sergio era differente dai miei compagni della scuola, dei giochi, del giardino. Sergio non giocava al calcio, si muoveva lentamente e i suoi giochi erano più infantili, sempre gli stessi. Però era profondamente buono, mai litigioso, sempre disponibile a prestarmi la sua macchinina se la mia era rotta, a farmi sorridere quando piangevo.
In terza elementare scrissi in un tema: «… da grande voglio fare la dottoressa dei bambini malati». Ancora oggi il mio più grande desiderio è aiutare i bambini in difficoltà a crescere, a muoversi correttamente, a vivere. Penso che mio fratello mi abbia profondamente aiutata in questa scelta soprattutto nell’imparare a cogliere umanamente il messaggio che la persona handicappata ti dona per l’aiuto che tu le dai a crescere e fiorire nella sua vita. Ogni sia pur minimo gesto, movimento, intenzione, azione di Sergio esprime per me la sua anima ora gioiosa ora tormentata.
Oggi Sergio è cresciuto; è più alto di me e, nonostante le sue lunghe gambe che molto invidio, so che ha ancor più bisogno della mia dolcezza, delle mie tenere pazienti parole che leniscono tanti cupi e a volte ossessionanti pensieri che affiorano nella sua mente.
Io studio per giungere a fare tutto questo, bene e con esperienza, per tutti. Quanto a Sergio, so che sarà felice se saprò dargli col mio affetto la certezza che lui è per me, in ogni momento, il fratello caro e «insostituibile» dei nostri giochi di bambini.
di Francesca, 1985
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.9, 1985
SOMMARIO
Editoriale
Voci di fratelli e sorelle di Mariangela Bertolini
Articoli
Care sorelle, cari fratelli vi scrivo di Marie-Odile Réthoré
Piano piano notai che Sergio era differente di Francesca
Non solo tutto l’anno, ma tutti gli anni di Paolo Nardini
Spesso però mi regala il suo prezioso sorriso F.M.
Forse per questo non sono andato via di Gianluca
Mio fratello era handicappato di Mons. Peter Birch
Ho scelto mio fratello di Franca Cremonesi
Ma dopo l'incontro non li vedo più di Elisabetta
"Crescere insieme" di Sergio Sciascia
Rubriche
Dialogo aperto n. 9
Vita Fede e Luce n. 9
Libri
L’Abbé Pierre – Una mano tesa agli emarginati di Bernard Chevalier
La paura di amare – La persona handicappata nella società di Jean Vanier